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Quesito

Caro Padre Angelo,
colgo l’occasione per ringraziarLa per la risposta che Lei mi ha fornito in merito a una mia precedente domanda. Ho un’altra domanda per Lei, a cui io non riesco a dare una risposta che sia esauriente. Il mio dubbio verte questa volta su qualcosa che è ovvio, e su cui quindi non si tende a porsi delle domande, ma ritengo che anche l’ovvio meriti di essere approfondito. Come tutti sappiamo, il bene è per sua natura un qualcosa di desiderabile, a differenza del male. Ma perché il bene è desiderabile? Perché lo desideriamo ardentemente? Una prima risposta che mi sono dato è che il bene è desiderabile in quanto è un qualcosa che non si ha (e ciò è dovuto alla nostra natura di esseri finiti), e l’essere consapevoli di non averlo ci rende desiderosi di possederlo (il discorso si estende dunque anche a Dio, che è il Bene con la b maiuscola). Ma è solo questo aspetto a rendere il bene (e il Bene) desiderabile in sé?
La ringrazio in anticipo per la risposta che mi darà. Il Signore La benedica per tutto quello che fa per noi.
Daniele

 


 

Risposta

Caro Daniele,
1. la motivazione centrale è quella che hai portato tu.
Il bene si presenta come qualcosa di saziativo a degli esseri che proprio di quel bene hanno bisogno.
Il male non solo non sazia, ma fa anche male, almeno sotto il profilo morale.

2. San Tommaso porta la seguente motivazione: “Ogni ente, in quanto ente, è buono. Infatti ogni ente, in quanto ente, è in atto, e in qualche modo perfetto; perché ogni atto è una perfezione.
Ora, il perfetto ha ragione di appetibile e di bene. Conseguentemente ogni ente, in quanto tale, è buono” (Somma teologica, I, 5, 3).

3. Puoi ampliare la riflessione ricordando che il bene non solo è bene ma è anche bello (il bene e il bello si convertono fra di loro).
È bello ciò che è armonico nelle sue parti.
Quando il bello si riferisce alle persone, l’armonia prende il nome di comunione.
Ciò che è bello realizza una comunione.
Ora gli uomini hanno bisogno di comunione.
Ciò che disturba la comunione invece viene sentito come un male, come una privazione di bene.

4. Ulteriormente puoi anche dire che il vero e il bene si convertono fra di loro.
Pertanto affinché un bene sia bene è necessario che sia vero bene e non soltanto in apparenza.
Allora solo ciò che è vero infine è anche buono e utile.
Quando per un concetto errato di misericordia si chiude un occhio o anche tutti e due sul male non si fa un servizio, ma un danno.

5. Ugualmente anche il vero e il bello si convertono.
Ciò significa che solo rimanendo aderenti alla verità e al progetto di Dio si costruisce qualcosa di bello e di buono e quindi di desiderabile.
Derogare dalla legge di Dio è la stessa cosa che rovinare la comunione non solo con Dio, ma anche con se stessi e con le persone che si amano.

Con l’augurio che tu possa desiderare sempre il vero bene, quello che fa crescere ogni comunione, ti assicuro un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo