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Quesito

Caro padre Angelo,
una domanda diretta: perché gli “atti impuri” sono considerati …impuri?
Perché questo legame tra sfera sessuale e impurità? Ancora: i rapporti sessuali sarebbe impuri di per sé o solo quando non vengono eseguiti come Dio comanda?
Non so esattamente cosa si intenda per “impurità”, ma mi è comunque difficile associare quest’ambito dell’esperienza umana (la sfera sessuale, appunto) a qualcosa di sporco o addirittura di vagamente schifoso…
E’ da tanto che ci penso. 
La ringrazio dell’attenzione e la saluto.
Giacomo


Risposta del sacerdote

Caro Giacomo,
1. si parla di purezza in riferimento all’amore.
Allora si può distinguere tra un amore puro, generoso, benevolente, altruista, che non cerca il proprio tornaconto personale, un amore che tende a volere il bene della persona alla quale si fa il proprio dono e un amore non puro.
 Si parla di amore non puro quando all’azione che si compie sono accompagnati obiettivi ben precisi, come ad esempio un riscontro personale.
Quest’amore non puro o interessato non è un cattivo amore perché intanto fà del bene e poi perché noi tutti siamo bisognosi di tante cose e di tante persone.
Anche Dio lo amiamo tante volte per il bene o l’aiuto che ci può dare.

  1. In questo senso allora l’amore puro viene detto amore disinteressato.

Mentre l’amore non puro viene detto amore interessato.
Il primo viene chiamato amore di benevolenza, il secondo amore di concupiscenza (intesa in senso buono, come desiderio di ricevere un bene).

3. Nell’ordine soprannaturale l’amore puro corrisponde alla virtù teologale della carità, per la quale amiano Dio per se stesso, perché è degno di essere amato, lodato, ringraziato e adorato.
L’amore interessato corrisponde alla virtù teologale della speranza, per la quale amiamo Dio e confidiamo in Lui perché è nostro aiuto e nostro premio nella vita presente e nell’eternità.

4. Tutti e due sono degli amori buoni, sebbene il primo sia più perfetto del secondo, proprio perché è disinteressato, mentre il secondo è interessato.

5. Si parla invece di amore impuro e conseguentemente di atti impuri quando si perverte il significato intrinseco di una determinata azione.
Questo lo si vede molto bene nell’ambito della sessualità.
Se la sessualità è quell’inclinazione che spinge una persona a farsi dono e a perfezionare colui al quale ci si fa dono, vediamo invece che le azioni che usano della sessualità esclusivamente in ordine alla libidine personale sono una perversione del significato stesso della sessualità.
Si usa di una persona a scopo di libidine.

6. Per questo la masturbazione è un atto impuro.
Anzi, qualcuno l’ha definita “egoismo allo stato puro”.

7. Per questo anche la contraccezione è un amore impuro perché si compie un’azione che mentre di suo sarebbe ordinata a perfezionare una persona aprendola potenzialmente alla paternità o maternità, di fatto si perverte il significato intrinseco di quell’azione, riducendola esclusivamente a ricerca di libidine.
Anche qualora si dicesse: non è vero, perché realizziamo almeno la componente unitiva dell’atto sessuale, tuttavia l’atto dell’intimità coniugale – destituito della sua intrinseca finalità procreativa – cessa di essere atto di oblazione totale di sé, e cioè di autentico amore.

8. Per questo anche tutte le altre relazioni sessuali fuori del matrimonio sono atti impuri perché manca la donazione totale di sé, quella donazione che di per sé include anche l’esclusività e la donazione senza limiti di tempo.
San Giovanni Paolo II ha detto che “la donazione fisica totale sarebbe menzogna se non fosse segno e frutto della donazione personale totale, nella quale tutta la persona, anche nella sua dimensione temporale, è presente: se la persona si riservasse qualcosa o la possibilità di decidere altrimenti per il futuro, già per questo essa non si donerebbe totalmente” (Familiaris Consortio 11).
Ancora, sempre il medesimo Santo Pontefice nella lettera alle famiglie del 2.2.1994 ha affermato che “la persona non può mai essere considerata un mezzo per raggiungere uno scopo; mai, soprattutto, un mezzo di “godimento”.
Essa è e dev’essere solo il fine di ogni atto.
Solo allora corrisponde alla vera dignità della persona” (Gratissimam sane 12).

9. Ugualmente anche la pornografia consiste in una visione impura della sessualità, perché la degrada e la perverte nel suo intimo significato.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “La pornografia consiste nel sottrarre all’intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone.
Offende la castità perché snatura l’atto coniugale, dono intimo degli sposi l’uno all’altro.
Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l’uno diventa per l’altro l’oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno.
Immerge gli uni e gli altri nell’illusione di un mondo irreale.
È una colpa grave.
Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici” (CCC 2354).

10. Un grande teologo, quale è stato Hans Urs von Balthasar, ha detto che “la lussuria è cupidigia, rovesciamento dell’amore remissivo che sa rinunciare per amore degli altri, trasformato in una speculazione arida e preoccupata del proprio piacere e del proprio vantaggio. Poco importa che tale cupidigia si nutra di un egoismo a due, entro o fuori dell’ambito matrimoniale, o si esaurisca nel godimento, normale o pervertito, con l’altro o il proprio sesso o, ancora, solitariamente” (Punti fermi, p. 242.)

11. Giustamente è stato scritto che “la lussuria è una menzogna a fior di pelle, un possesso che si maschera da dono” (p. ide, I peccati capitali, p. 83).
E questo non è senza conseguenze.
Innanzitutto in relazione a Dio perché “per il peccato di lussuria l’uomo si separa massimamente da Dio perché a Dio si accede per mezzo di atti spirituali, i quali vengono massimamente impediti dalla libidine” (San Tommaso, Commento a Giobbe, 31, in princ.).
Ma poi anche in relazione alla propria capacità di amare.
Scrive infatti il Pontificio Consiglio per la famiglia: “Nella stessa misura in cui nell’uomo si indebolisce la castità, il suo amore diventa progressivamente egoistico, cioè soddisfazione di un desiderio di piacere e non più dono di sé” (Sessualità umana: verità e significato, 16).
E ancora: “Non si deve mai dimenticare che il disordine nell’uso del sesso tende a distruggere progressivamente la capacità di amare della persona, facendo del piacere – invece che del dono sincero di sé – il fine della sessualità e riducendo le altre persone a oggetto della propria gratificazione: così esso indebolisce sia il senso del vero amore tra l’uomo e la donna – sempre aperto alla vita – sia la stessa famiglia e induce successivamente al disprezzo della vita umana che potrebbe essere concepita, considerata allora come un male che minaccia in certe situazioni il piacere personale” (Ib., 105.).

Ti ringrazio della domanda, ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo