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Caro Padre Angelo,
La ringrazio per l’opportunità!
Volevo chiederle lumi su di un quesito che mi pongo…. perché Gesù parlava in maniera spesso non comprensibile a tutti, spesso anche ai suoi apostoli?
A quell’epoca non erano tutti “colti” e dunque non riuscivano a capire le parole di Gesù….
Venivano lasciati con i loro dubbi?
Oggi possiamo chiedere ad Illuminati come Lei oppure acquistare un commentario del Vangelo…. ma prima???
La ringrazio. Dio la Benedica.
Ave Maria
Mario


Caro Mario,
1. a dire il vero il Vangelo dice che Gesù parlava in maniera chiara.
E per questo usava il linguaggio delle parabole.
Le parabole sono similitudini tratte dagli eventi della vita o dalla realtà.
L’esempio portato nella parabola era facile da capire.
Non sempre invece ne era comprensibile il significato.

2. Si legge infatti: “Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo” (Mt 13,34-35).

3. San Tommaso afferma: “Perché parlasse alle folle in parabole, la ragione è duplice: poiché nella folla erano mescolati alcuni fedeli e alcuni infedeli, e parimenti alcuni benevoli e alcuni malevoli; per i malevoli e gli infedeli parlava in modo che non capissero, come si è detto sopra: perché vedendo non vedano; per i fedeli, perché capissero meglio e meglio ritenessero” (San Tommaso, Commento al Vangelo di Matteo 13,34-35).

4. Quando i discepoli non capivano il significato delle parabole, glielo dicevano come si legge nel prosieguo di Mt 13,34-35: “Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose:…” (Mt 13,36-37).
Gesù non teneva nessun segreto. Bastava porgli la domanda e subito si aveva la risposta.

5. Ci si può domandare perché il Signore parlasse in parabole se qualcuno non capiva.
Ecco cosa dice il Vangelo: “Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?».
Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.
Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha.
Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono” (Mt 13,10-13).

6. Perché il Signore non vuole che alcuni capiscano?
La motivazione la porta il Signore stesso: “Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!” (Mt 13,15).
Il difetto dunque non è in chi parla, ma in chi ascolta, come nel caso dei sordi.

7. San Tommaso, commentando l’affermazione delle guardie che erano tornate dai farisei senza portare Gesù in stato di arresto “Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo!” (Gv 7,46) dice che “le parole di Gesù avevano la virtù di commuovere, come nota la Scrittura: «Non son forse le mie parole come il fuoco, dice il Signore, e come il maglio che spacca la pietra?» (Gr 23,29). Ecco perché di lui si legge, che «insegnava come uno che ha autorità» (Mt 7,29).
Ed erano parole dolci da infondere dolcezza, come si legge nel Cantico dei Cantici (2,14): «Risuoni la tua voce alle mie orecchie, perché la tua voce è dolce»; e come canta il Salmista (118,103): «Quanto sono dolci al mio palato le tue parole!».
Erano inoltre parole utili a ritenersi, perché promettevano i beni eterni, secondo la frase sopra ricordata (Gv 6,69): «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». E così si era espresso Isaia (48,17): «Io sono il Signore, che t’insegna per il tuo bene»” (Commento al Vangelo di San Giovanni, 7,46).

8. Ci si può chiedere se questo valga anche per le parole di Gesù che si leggono nel Vangelo di Giovanni.
Qui è necessario ricordare che secondo la tradizione questo Vangelo è stato scritto più tardi per completare quanto non c’era nei tre Vangeli precedenti (i Sinottici) e anche per confutare alcune eresie che stavano serpeggiando.
Giovanni ha scritto per cristiani adulti nella fede. Si comprende allora come mai il suo linguaggio sia più dogmatico che negli altri Vangeli.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo