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Quesito

Caro padre Angelo,
il mio padre spirituale mi ha consigliato di cominciare a leggere per intero i Vangeli cominciando dal Vangelo di Marco. Leggendo il capitolo 5, in particolare l’episodio dell’indemoniato gerasèno, mi sono chiesto come mai Gesù, una volta operata la guarigione, non abbia permesso a quell’uomo, che prima era indemoniato, di seguirlo. Come mai Gesù glielo ha impedito?
La ringrazio per la disponibilità.
Un saluto nel Signore
Daniele


Risposta del sacerdote

Caro Daniele,
1. per più d’uno dei nostri visitatori è forse opportuno ricordare di che cosa si tratta.
Gesù era andato nella regione delle Decapali (che si trova a oriente del Giordano) e qui gli venne incontro un tale posseduto da un demonio, che riconoscendo Gesù come Dio (lo chiama “Figlio del Dio altissimo”), si sente turbato e lo supplica di non cacciarlo.
Ma Gesù con la forza della sua parola gli intima di lasciarlo. Prima però, per far conoscere a tutti la potenza del demonio, gliene chiede il nome. E questi è costretto a dire che è Legione, cioè un numero elevato di demoni. La legione presso i romani era un corpo di cinque o sei mila soldati.

2. Qual tale, quando era posseduto dal demonio, “più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre” (Mc 5,4-5).
Aveva dunque una forza fuori dal comune, e questo è uno dei segni con cui si riconosce il fenomeno della possessione diabolica.
Gesù lo guarisce e la gente si stupisce di vedere “l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione” (Mc 5,15).

3. Quando Gesù sta per andarsene, costui, forse per la paura che rimanendo lontano dal Signore potesse di nuovo essere vittima della possessione dei demoni, lo supplica di poter stare con lui.
Gesù “non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati” (Mc 5,19-20).
La spiegazione che viene comunemente data è questa: doveva stare tranquillo. Gesù aveva la possibilità di tenerlo liberato dai demoni anche da lontano.
Questa prima spiegazione è molto consolante per tutti.
Ve ne è poi un’altra ed è intimamente legata a quanto dice il Vangelo: Gesù vuole che torni tra i suoi, annunci il fatto e accenda in tutti il desiderio di conoscerlo.
Anche qui ci troviamo di fronte ad un fatto interessante: mentre in Galilea Gesù aveva proibito di divulgare i miracoli (per il timore che la gente pensasse ad un Messia di ordine temporale e venisse suscitato un entusiasmo ribelle alla dominazione romana), qui invece comanda di divulgare il miracolo.
La sua predicazione avrà successo tanto che “tutti ne erano meravigliati” (Mc 5,20).

4. Nel non permettergli di stare fisicamente con Lui è racchiuso pertanto un grande significato.
In tutte le mosse di Gesù ci sono motivazioni salvifiche. Tutte le sue parole e tutte le sue azioni siano “buona novella”, Vangelo, misericordia e benevolenza divina.

Ti saluto, ti ricordo al Signore  e ti benedico.
Padre Angelo