Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Gentile padre Angelo,
innanzi tutto la ringrazio per questo servizio che fa alla comunità e per la miniera di informazioni che ho trovato tra le sue risposte.
Vorrei chiederle una precisazione riguardo a questa frase (che ho trovato in riferimento al quesito sulla Vergine Maria https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=616):
Dio è Padre per essenza. È madre solo metaforicamente.
Questo si collega a un mio dubbio più generale: mi sono sempre chiesto perché Dio, che in sé non è né maschile né femminile, e che ha creato l’uomo a Sua immagine come maschio e come femmina, si sia manifestato con attributi appunto maschili fin dai nomi delle Persone della Trinità, e si sia incarnato sotto spoglie maschili.
La ricordo nelle mie preghiere e Le auguro una buona Domenica,
Luca
Risposta del sacerdote
Caro Luca,
1. Spirito, in ebraico, è al femminile. Le persone divine dunque nel vocabolario ebraico, sono e al maschile e al femminile.
2. Dio si è incarnato prendendo una natura maschile perché è lo Sposo.
Nei tempi passati era lo Sposo che determinava la condizione sociale della sposa ed essa veniva elevata al rango sociale del marito diventando comproprietaria dei suoi beni.
Ebbene, proprio perché Sposo, Dio ci rende partecipi di tutti i tesori del Paradiso.
Non dobbiamo dimenticare che ai tempi di Gesù (e non solo a quei tempi) la donna, pur avendo la medesima dignità umana del marito, gli era sottomessa sotto il profilo sociale.
Se Dio si fosse manifestato come Sposa, si sarebbe pensato che qualcuno gli fosse superiore.
E allora un Dio che ha qualcuno superiore a sé come può essere Dio?
3. È interessante quanto si legge nel Catechismo della Chiesa cattolica scrive:
“Chiamando Dio con il nome di «Padre», il linguaggio della fede mette in luce soprattutto due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e autorità trascendente, e che, al tempo stesso, è bontà e sollecitudine d’amore per tutti i suoi figli.
Questa tenerezza paterna di Dio può anche essere espressa con l’immagine della maternità, [Cf Is 66,13; Sal 131,2] che indica ancor meglio l’immanenza di Dio, l’intimità tra Dio e la sua creatura.
Il linguaggio della fede si rifà così all’esperienza umana dei genitori che, in certo qual modo, sono per l’uomo i primi rappresentanti di Dio. Tale esperienza, però, mostra anche che i genitori umani possono sbagliare e sfigurare il volto della paternità e della maternità. Conviene perciò ricordare che Dio trascende la distinzione umana dei sessi. Egli non è né uomo né donna, egli è Dio. Trascende pertanto la paternità e la maternità umane, (Cf Sal 27,10) pur essendone l’origine e il modello: (Cf Ef 3,14; Is 49,15) nessuno è padre quanto Dio” (CCC 239).
Ti ringrazio del quesito, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo