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Quesito

Caro Padre Angelo
Vorrei sottoporle un quesito in ordine alla Confessione, non prima di averle accennato sinteticamente a qualcosa relativo alla mia vita che è importante conoscere, per capire la situazione che attualmente vivo.
Fino all’età di 14-15 anni sono stato molto religioso. La mia giornata era divisa tra la scuola e la Parrocchia e mi ricordo che ero molto felice. Ho ricevuto dalla mia famiglia un’educazione fortemente ispirata ai valori Cristiani, che nonostante tutto, ha sempre resistito alla tante turbolenze che s’incontrano nel corso della vita.
Successivamente, per un lunghissimo periodo (circa 25 anni), mi sono completamente allontanato dalla Chiesa. Mi sono riavvicinato in questi ultimi anni, a seguito di vicende familiari molto dolorose e per effetto di accadimenti particolarissimi, che mi hanno riguardato, e di cui per intenderci non ho fatto cenno né a mia moglie né al confessore.
In questi ultimi mesi, sto vivendo una rinascita spirituale sorprendente anche per me. Ho l’impressione che il fuoco della Fede che sembrava spento sotto la cenere accumulatasi in tutti quegli anni di lontananza, si sia volatilizzato e si sia scatenato dentro di me un incendio spirituale di dimensioni impressionanti. Per intenderci, dedico tante ore alla preghiera quotidiana. Ogni giorno recito più  volte il Rosario e la Coroncina della Divina Misericordia, mi confesso ogni dieci giorni circa, segue più messe settimanali e faccio tutte le volte che mi è possibile, la Comunione.
Relativamente alla Confessione, alcune volte è capitato di avere avuto durante la Messa, una forte richiamo interiore, con la visione di alcune peccati che avevo commesso negli anni della lontananza dalla Chiesa, che mi hanno indotto, nonostante mi fossi confessato da non più di due giorni a non fare la Comunione, se non prima di una nuova Confessione riparatrice. Questo è avvenuto alcune volte.  In Confessione al mio Parroco ho spiegato che non volevo compiere alcun Sacrilegio, ma non ricordavo esattamente i tanti peccati commessi in un intervallo così lungo (da bambino ad adulto) e soprattutto non mi ricordavo gli anni in cui erano stati commessi e quante volte erano stati reiterati. È stata una Confessione importante, perché il mio Parroco ha compreso il mio stato d’animo e mi ha assolto, anche in considerazione del fatto che oggi sono un’altra persona rispetto a quei tempi, così lontani per me. Per me è stata una confessione comunque molto sofferta e che mi ha provato anche fisicamente. Quando ho terminato ero molto stanco e sudato, ma sicuramente sollevato  nell’animo e nella coscienza.
Relativamente ai peccati d’impurità che sono quelli che più si commettono, quando si vive lontano da Dio, volevo chiederle un consiglio. Diversi mesi fa ho confessato di aver visto programmi immorali e di aver commesso frequentemente atti impuri. Non ho specificato che si trattava di siti pornografici, e che gli atti impuri non era altro che la pratica infida e deviante della masturbazione. Il Confessore non mi ha chiesto ulteriori precisazione, perché probabilmente ha compreso bene ciò che dicevo ed io non ho precisato nel dettaglio questi aspetti.
Volevo chiederle se a suo avviso è necessario che io ripeta la Confessione, specificando bene quanto accaduto in ogni dettaglio, oppure se l’aver usato questa espressione che è analoga al Comandamento di Dio che prescrive “di non commettere atti impuri”, rende perfettamente valida la Confessione?
Volevo testimoniare che con la recita del Rosario queste tentazioni, e queste antiche e immorali abitudini sono immediatamente scomparse, a testimonianza di una  rinascita spirituale e morale a cui tutti debbono ambire e che è alla portata di tutti.
Cordiali saluti
M.


Risposta del sacerdote

Carissimo M.,

  1. puoi stare tranquillo relativamente alle tue confessioni

Dopo 20-25 anni che non ci si confessa, può succedere che si dimentichi qualche peccato grave.
Ma nelle tue confessioni c’era sempre la volontà di dire tutto.
Anche nella confessione in cui hai detto di aver guardato certi programmi immorali e commesso contemporaneamente atti impuri hai detto sostanzialmente tutto.
Tra programmi immorali e siti pornografici c’è una certa differenza perché certamente tutti i siti pornografici sono immorali, ma non tutti i programmi immorali sono pornografici.
Tuttavia mi è parso che tu abbia dichiarato la dipendenza degli atti impuri dai quei programmi immorali. Il che è sufficiente per capire che si trattava di cose sporche.

2. Quando si dice che si è guardato pornografia e che si sono commessi atti impuri, è sottinteso che questi peccati si sono ripetuti diverse volte.
Circa il numero: come se ne potrebbe ricordare materialmente il numero?
Quando però si dice che questo è successo varie volte, o che si è visto siti porno e commesso atti impuri, il sacerdote capisce che si tratta più di una volta, perché sa bene che questi siti causano dipendenza e ripetizione di atti impuri.

3. Ma al di là di questo, c’è un particolare della tua email che mi preme sottolineare: “Relativamente ai peccati d’impurità che sono quelli che più si commettono, quando si vive lontano da Dio,…”.
Quello che hai scritto è verissimo.
Forse si possono contare sulla punta della dita i casi in cui la lontananza da Dio non sia accompagnata da peccati di impurità.
Talvolta, come successe nel caso del giovane Lacordaire (poi grande domenicano che ripristinò l’Ordine domenicano in Francia soppresso dalla Rivoluzione  francese insieme agli altri ordini religiosi) può trattarsi solo di una crisi intellettuale e di breve durata.
Ma quando si vive lontano dal Signore, anzi non ci si orienta più alla vita eterna, non c’è altro significato per la vita presente che mangiare, bere e darsi al divertimento (cfr. 1 Cor 15,33). E tra questi divertimenti la lussuria fa da padrona.

4. Non bisogna dimenticare che dopo il peccato originale l’ambito della sessualità è quello che ne ha risentito di più. La ribellione dell’uomo a Dio si ripercuote sull’uomo stesso, provocando una particolare ribellione tra la sfera della genitalità e quella della ragione.

5. Inoltre se già i credenti per custodire la presenza del Signore mediante la grazia devono combattere “contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male” (cfr Ef 6,12) che cosa succede quando non si ha alcun motivo di combattere.
Che motivo c’è di trattare duramente il proprio corpo e di ridurlo in schiavitù (cfr 1 Cor 9,27) se non c’è un bene superiore a quello dei piaceri della carne, che fra tutti sono i più veementi?

6. Desidero sottolineare anche un’altra cosa: la vita di preghiera è assolutamente necessaria per debellare l’impurità.
Gesù ha detto chiaramente di vegliare di pregare per non cadere in tentazione.
Quando non si vigila (e pertanto ci si abbandona a qualsiasi cosa o occasione) e non si sta alla presenza del Signore, è fatale soccombere.

7. Mi scrivi: “dedico tante ore alla preghiera quotidiana. Ogni giorno recito più volte il Rosario e la Coroncina della Divina Misericordia, mi confesso ogni dieci giorni circa, seguo più messe settimanali e faccio tutte le volte che mi è possibile la Comunione”.
Ecco, vedi come si è capovolta la tua vita! Quello che prima di pareva noia infinita e peso opprimente (la preghiera), adesso invece è diventato il tuo anelito e il tuo respiro.
Ormai vivi in comunione col Cielo e con suoi abitanti. Nulla ti è più piacevole di questo.
Quello che prima temevi di perdere (la lussuria) adesso sei ben lieto di averlo lasciato e lo consideri come il vero nemico della tua anima.

Continua così, edificando il Regno di Dio in te e attorno a te.
Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo