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Quesito

Caro Padre Angelo,
Sul sito di Antonio Socci (www.antoniosocci.it) in questi giorni è stato pubblicato un articolo dello stesso in base al quale nell’agosto 1962, per incarico del Papa, il card. Tisserant e un vescovo russo ortodosso stipularono un accordo in base al quale la S. Sede si impegnava a far sì che il Concilio non avrebbe esplicitamente condannato il comunismo.
Le pare plausibile? A me sembra inverosimile e irragionevole.
Un cordiale saluto.
Alessandro


Risposta del sacerdote

Caro Alessandro,
non ti posso dire se questo sia vero.
Ma anche se fosse vero, non mi stupirei, perché la Chiesa a quei tempi cercava di far di tutto per alleviare i suoi figli che vivevano sotto l’oppressione e la persecuzione del comunismo.
D’altra parte, il comunismo era già stato condannato ampiamente. Nessuno aveva dubbi, specialmente oltre la cortina di ferro, sulla sua ferocia.
Mi domando: il vescovo ortodosso che interesse poteva avere se non quello della sua Chiesa?
È vero che i comunisti avevano i loro vantaggi da questa non reiterata condanna.
Ma è altrettanto vero che le chiese dovevano cercare di sopravvivere. E perché allora emettere una nuova condanna che avrebbe potuto avere come risposta solo una recrudescenza della ferocia comunista?
Inoltre Giovanni XXIII era persuaso che ormai il comunismo aveva il tempo contato, anche se si sarebbero dovuti attendere altri 25 anni.
Due passaggi del suo magistero lo rilevano in maniera chiara.
Il primo si trova nell’enciclica Mater et Magistra: “Nell’epoca moderna varie ideologie sono state elaborate e diffuse a tale scopo (ordinamento della convivenza): alcune si sono già disciolte, come nebbia al sole; altre hanno subìto e subiscono revisioni sostanziali e altre hanno attenuato di molto e vanno ulteriormente perdendo le loro attrattive sull’animo degli uomini”.
Il secondo nell’enciclica Pacem in terris: “Va altresì tenuto presente che non si possono neppure identificare false dottrine filosofiche sulla natura, l’origine e il destino dell’universo e dell’uomo, con movimenti storici a finalità economiche, sociali, culturali e politiche, anche se questi movimenti sono stati originati da quelle dottrine e da esse hanno tratto e traggono tuttora ispirazione. Giacché le dottrine, una volta elaborate e definite, rimangono sempre le stesse; mentre i movimenti suddetti, agendo sulle situazioni storiche incessantemente evolventisi, non possono non subirne gli influssi e quindi non possono non andare soggetti a mutamenti anche profondi. Inoltre chi può negare che in quei movimenti, nella misura in cui sono conformi alla retta ragione e si fanno interpreti delle giuste aspirazioni della persona umana, vi siano elementi positivi e meritevoli di approvazione?” (n. 57).

In conclusione: ti ripeto che non so se le cose siano andate come dice Socci. Ma in ogni caso non si può arguire che il vescovo ortodosso e le gerarchie cattoliche fossero filocomuniste!

Ti ringrazio, ti saluto, ti assicuro una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo