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Quesito
Gentile Padre Angelo,
le scrivo per chiederle in merito alla creazione delle anime umane da parte di Dio al momento del concepimento.
Il mio dubbio è questo: ogni singola anima creata è particolare e diversa dalle altre (esprimendo un particolare aspetto dell’immagine di Dio) oppure è una sorta di a priori uguale alle altre che solo incarnandosi in una datità biologica data dai genitori acquisisce la sua individualità?
Ciò che ci rende dissimili gli uni dagli altri deriva solo dai geni oppure anche da un’anima che già prima di essere infusa è particolare e unica?
La ringrazio molto per la sua disponibilità e la saluto cordialmente
Marco
Risposta del sacerdote
Caro Marco,
1. Come prima cosa per i nostri visitatori è necessario ricordare che cosa si intende per anima.
Anima è ciò che dà la vita.
L’anima è il principio vitale, ciò da cui si parte per ricevere la vita.
2. Pertanto tutti gli esseri viventi sono animati.
La differenza tra un albero vivo e un albero secco o morto è proprio questa. Nel primo c’è il principio vitale, nel secondo no.
Ugualmente la differenza tra un animale vivo e un animale morto è proprio questa: che il primo è animato, il secondo è cadavere.
La stessa cosa va detta anche dell’uomo.
3. I principi vitali, e cioè le anime, però sono diversi per essenza: in alcuni casi l’anima è soltanto vegetativa, come avviene nella realtà che noi chiamiamo vegetali.
In altri casi ci troviamo di fronte ad un animale dotato di sensi oltre che di vita vegetativa. Allora parliamo di anima o di principio vitale sensitivo.
In altri casi il principio vitale non è soltanto vegetativo o sensitivo, ma intellettivo, razionale. Questo è il caso delle anime umane.
Secondo il linguaggio di Aristotele, ripreso anche da San Tommaso, questo principio vitale viene chiamato anche principio formale perché qualifica specificamente una determinata realtà.
Per questo viene detto che l’anima è la forma del corpo: perché fa sì che quel corpo sia vivente.
4. Pertanto le anime si distinguono per essenza: alcune sono solo vegetative, altre sono anche sensitive, altre infine anche razionali.
Possiamo dunque già trarre una conclusione: le anime umane – per quanto attiene alla loro essenza o natura – sono tutte uguali.
Ci domandiamo ora, ed è questo il tuo quesito, se oltre ad essere della medesima natura siano anche distinte l’una dall’altra.
5. Per dirimere la questione è necessario tenere presente che l’anima umana è dotata di intelletto, sicché l’anima umana è un principio intellettivo.
Se noi affermassimo che le anime umane sono tutte uguali dovremmo dedurre che unico e identico sia l’intelletto per tutti. Con la conclusione che l’unico intelletto pensa in maniera diversa a seconda dei soggetti in cui è ricevuto.
Questa era la tesi attribuita al filosofo arabo Avicenna.
E con questo si viene a dire che l’anima dei singoli non sarebbe immortale perché immortale sarebbe l’unico intelletto numericamente identico per tutti.
6. Quando San Tommaso si pose la presente questione, iniziò così: “Non è assolutamente possibile che ci sia un intelletto solo per tutti gli uomini” (Somma teologica, I, 76, 2).
E argomenta: “E ciò è evidente se l’uomo fosse solo intelletto. Infatti in tal caso se Socrate e Platone avessero un unico intelletto, Socrate e Platone non sarebbero che un solo uomo; e non si distinguerebbero tra loro se non per qualcosa di estraneo alla loro essenza.
Ma in tal caso la distinzione tra Socrate e Platone sarebbe come quella esistente tra l’uomo vestito con la tunica e il medesimo uomo vestito con la cappa: cosa questa del tutto assurda” (Ib.).
Ugualmente è chiaro che se l’intelletto fosse unico, avremmo un unico agente principale che agisce simultaneamente in più strumenti, più o meno come il medesimo soggetto umano agisce con una mano oppure con l’altra.
7. Sicché bisogna dire che l’anima, poiché è il principio vitale di quel determinato e specifico corpo, viene creata da Dio singolarmente distinta dalle altre anime perché è la forma sostanziale di quel determinato corpo.
Ogni anima è una sostanza spirituale distinta da ogni altra anima.
Ne è prova che mediante l’intelletto ognuno di noi ha la consapevolezza di essere un essere unico, irripetibile.
E questo non solo per il DNA la cui composizione cromosomica è un unicum nella storia, ma principalmente a motivo dell’autocoscienza in forza della quale ognuno di noi non avverte soltanto dei pensieri che si susseguono, ma sente di essere il soggetto di quei pensieri.
In altre parole sa di pensare in maniera distinta da qualsiasi altro.
E poiché le azioni seguono la natura dell’essere, si deduce che ogni anima viene creata come soggetto pensante distinto da qualsiasi altro.
Pertanto ogni anima è una irradiazione singolare della gloria di Dio.
Con l’augurio che possiamo esserlo sempre anche nel nostro operare, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo