Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
mi chiamo Valerio. (mi scuso per la non forse perfetta sintassi.)
La saluto cordialmente.
Volevo porle un quesito. Ho un piccolo problema e non so capire bene se è dovuto all’amore che ho per Gesù o è solo una mia sensazione.
Premetto che cerco di pregare (a volte non riesco a farlo) cerco di andare a messa quotidianamente ma riesco alla fine ad andare solo il Sabato e la Domenica, e questo mi fa sentire un pò in colpa.
L’unica cosa che riesco a fare discretamente è avere Dio nei miei pensieri nell’arco della giornata, cerco di stare con lui il più possibile e sono convinto che lui è con me.
Questo comporta che ogni azione, gesto, che faccio è subordinato a: "questa azione farà piacere a Gesù?".
Il quesito e il consiglio che le chiedo è il seguente: ogni azione non conforme che faccio mi procura un immenso dolore interiore che può durare anche alcuni giorni.
Questo succede per le mie mancanze e anche per mancanze di altri che comunque si riconducono a me soprattutto nell’ambito lavorativo.
Le assicuro che il dolore che provo nel cuore è grande, e non per la paura della pena che uno merita (anche se il pensiero sussiste) ma soprattutto per il dispiacere provocato a Gesù (quanta delusione gli ho dato?).
Unica soluzione per togliere il dolore è la confessione, nella quale purtroppo devo per forza a volte (raramente) dire un peccato non mio (cosa non corretta) ma che come sensibilità credo che sia anche colpa mia.
Volevo chiederle se quando siamo vicini a Gesù è normale avere una così grande percezione di un peccato anche non grave e di conseguenza un dolore quasi insopportabile quando questo è materia grave.
Ho 50 anni e sono stato lontano da Gesù per molti anni, ma lui sicuramente è stato sempre con me,
Forse è questo che mi procura un cosi grande dispiacere? La paura di allontanarmi da lui?
Padre la ringrazio per la risposta e il consiglio che mi darà.
Come detto sopra non riesco a pregare molto ma la ricordo volentieri con un’ave Maria.
Risposta del sacerdote
Caro Valerio,
1. penso che il Signore, riconducendoti a sé dopo tanti anni di lontananza, abbia voluto darti una grazia particolare: quella di provare vivo dolore per i peccati.
È una delle grazie più belle.
Secondo san Tommaso, il grande teologo della Chiesa cattolica, nessuno ama in maniera vera il Signore se nello stesso tempo non prova dolore per i peccati. E non solo per i suoi, ma anche per quelli degli altri.
2. Se teniamo presente quello che dice il Magistero della Chiesa nel Concilio di Trento e cioè che nessuno “può credere, sperare e amare o pentirsi come si conviene senza l’ispirazione preveniente dello Spirito Santo e senza il suo aiuto” (DS 1553), allora quella del pentimento dei propri peccati e anche dei peccati degli altri è una grazia molto grande.
3. Mi dici che provi dispiacere anche per i peccati degli altri.
È giusto che sia così.
Innanzitutto perché il peccato, soprattutto se grave, continua a crocifiggere Nostro Signore, come si legge nella lettera agli ebrei: “per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia” (Eb 6,6) e poi perché come rilevava Giovanni Paolo II “in virtù di una solidarietà umana tanto misteriosa e impercettibile quanto reale e concreta il peccato di ognuno si ripercuote in qualche modo anche sugli altri. È questa l’altra faccia di quella solidarietà che a livello religioso si sviluppa nel profondo e magnifico mistero della comunione dei santi, grazie alla quale si è potuto dire che ogni anima che si eleva, eleva il mondo. A questa legge dell’ascesa corrisponde, purtroppo, la legge della discesa, sicché si può parlare di una comunione nel peccato, per cui un’anima che si abbassa per il peccato abbassa con sé la chiesa e, in qualche modo, il mondo intero” (Reconciliatio et Paenitentia 16).
4. Mi domandi se questo dispiacere possa derivare dal fatto che sei stato lontano dal Signore e che temi di allontanarti da lui.
Può darsi che derivi anche da questo.
Ma senza dubbio deriva da una particolare benevolenza di Dio nei tuoi confronti perché ti da la grazia di provare vivo dispiacere per il peccato, per tutto ciò che può offenderlo e contrariare il suo amore per noi.
Che il Signore ti consolidi sempre più in questa grazia!
E per questo, mentre ti ringrazio per la preziosa Ave Maria, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo