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Quesito
Un visitatore propone una serie di domande. La risposta di Padre Angelo è in grassetto e in corsivo.
Risposta del sacerdote
Caro Padre Angelo,
le volevo porre delle domande “escatologiche”.
1) le pene dei dannati sono eterne nel senso che sono perpetue, cioè con un inizio ma senza fine o nel senso che sono fuori dal tempo senza un prima e un poi, insomma come se i dannati fossero “congelati” in un istante?
Le sofferenze dei dannati hanno un prima e sono senza un poi.
L’immagine del congelamento, mentre chiarisce la differenza tra l’essere nel tempo e l’essere fuori del tempo, potrebbe dare l’impressione dell’insensibilità. Mentre i dannati soffrono la pena del senso e del danno.
2)L’inferno inoltre è uno stato o un luogo?
L’inferno è certamente lo stato dei dannati.
Il Dictionnaire de Théologie Catholique scrive: “In nessuna delle definizioni della Chiesa relative al Paradiso, al Purgatorio e all’inferno si può trovare alcuna allusione a un luogo” (XIII,1311).
Questa assenza di riferimenti non significa che l’inferno non esista anche come luogo.
Molti teologi, tra questi san Tommaso, lo pensano.
3) La pena dei dannati in cosa consiste realmente oltre che nell’atroce consapevolezza del distacco definitivo da Dio?
Quella che tu descrivi come “atroce consapevolezza del distacco definitivo da Dio” è la pena del danno, ed è certamente la più grave. Ma poi vi è anche la pena dei sensi, la principale delle quali consiste nel fuoco.
4) Chi afferma che il Demonio è solo ed esclusivamente la personificazione del Male, non un puro spirito si macchia di eresia?
Il Concilio lateranense IV definisce che “il diavolo e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi” (DS 800).
Questa è dottrina certa e definitiva della Chiesa. Ma non mi pare che sia definitoria, dal momento che non vi è l’esplicita affermazione che “chi considera il demonio solo come personificazione del male e non puro spirito sia scomunicato”.
Pertanto chi dice che il demonio è solo personificazione del male, sebbene sia nell’errore, non può essere dichiarato eretico e subire le pene previste per chi è tale.
5)Le anime salvate hanno la percezione delle anime dannate?
Se per percezione intendi sapere che sono dannate e intuire la loro sofferenza, senz’altro sì.
6)Le pene sono realmente temporali o la temporalità di esse è una metafora per alludere semplicemente all’”l’essere purificati mediante il fuoco nell’incontro con il Signore, Giudice e Salvatore”?
Le pene, comprese quelle dei sensi, sono reali, anche se non sono secondo il nostro metro di misura.
7)Qual’è la condizione delle anime morte prima dell’avvento di Gesù o che non hanno conosciuto in nessun modo il messaggio cristiano?
L’idea del limbo ha sempre valore?
Dobbiamo ritenere che coloro che prima della venuta di Cristo sono vissuti in buona fede e hanno operato secondo retta coscienza siano stati raggiunti dalla grazia.
Il limbo dei Patriarchi, e cioè dei giusti dell’Antico Testamento, è verità di fede.
Questi giusti, non potendo entrare in Paradiso, perché Cristo è il primogenito dei risorti da morte, attendevano la venuta del Redentore nel Limbo. La Chiesa ricorda questa realtà nella liturgia del sabato santo.
8)Invece qual’è la condizione post mortem dei cristiani che in vita hanno fatto parte di comunità ecclesiali non in comunione con la Chiesa cattolica?
Se sono vissuti in buona fede e hanno operato secondo retta coscienza certamente sono stati raggiunti dalla grazia e si sono salvati.
9) Le persone che in vita a causa di gravissime lesioni celebrali non hanno avuto la possibilità di scegliere nè di seguire Gesù nè di respingerlo che sorte avranno?
Hanno la stessa sorte dei bambini che muoiono senza battesimo prima di aver raggiunto l’uso di ragione.
La grazia di Dio li può raggiungere illuminandoli nel momento in cui l’anima, sede dell’intelligenza e della volontà, si stacca dal corpo.
La ringrazio in anticipo dei suoi esaurienti chiarimenti
Arrivederci.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico. Padre Angelo