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Quesito

Gentilissimo Padre,
sono una giovane ragazza, sono credente e praticante; ho una domanda da porgerLe: cosa posso dire ad una mia conoscente che si ostina a pensare che la sofferenza giunta a bussare alla sua porta sia conseguenza del malocchio, di una fattura ad opera di qualcuno a lei vicino troppo invidioso?
Non credo assolutamente che una persona qualsiasi possa avere il potere di far del male ad un’altra, non credo sia possibile che Dio possa permettere tanto! Ho cercato di distoglierla dall’idea e l’ho invitata ad aver più fede, accettando la sofferenza e offrendola al Signore come mezzo di redenzione ma non c’è stato il minimo ascolto…continua a ripetermi che un sacerdote in persona le ha detto che bisogna stare in guardia perché come esiste il bene esiste anche il male, non penso che nella frase ci sia qualche allusione a credere davvero al male inteso come malocchio, questa mia conoscente la fatta sua in tal senso e non so proprio cosa dirle per farle "cambiare idea"; La prego d’illuminarmi e di consigliarmi, La ringrazio per l’attenzione sin qui prestatami e confido nella Sua risposta che, sono certa, non mancherà, saluti fraterni
MPia


Risposta del sacerdote

Carissima MPia
1. Mi scrivi queste parole: “Non credo assolutamente che una persona qualsiasi possa avere il potere di far del male ad un’altra, non credo sia possibile che Dio possa permettere tanto!”
Mi viene da dire: eppure vedo tante persone che ammazzano altre persone, che rubano, che disonorano, che causano dispiaceri.
Sì, Dio permette che una persona possa fare del male ad un’altra persona.

2. A questo punto tu puoi obiettare: sì, può fare del male, ma non attraverso il maleficio.
La teologia morale tratta del maleficio. E per maleficio intende il nuocere ad altri attraverso l’intervento del demonio.
A questo punto devo subito dire che la gente spesso è credulona.
E intanto ricorre a persone che lo praticano, sborsando soldi e soldi.
Ma accanto all’imbroglio e all’ingenua credulità vi sono casi di persone che intendono positivamente fare del male attraverso queste pratiche.

3. Ti trascrivo quanto dice il più noto esorcista italiano G. Amorth: “Può essere attuato in tanti modi diversi: legatura, malocchio, maledizione… Ma diciamo subito che il modo più usato è quello della fattura; e aggiungiamo anche che la fattura è la causa più frequente che noi riscontriamo in coloro che sono colpiti dalla possessione o da altri disturbi malefici” (g. amorth, Un esorcista racconta, pp. 62).
“Il nome deriva dal fare o confezionare un oggetto, formato col materiale più strano e più vario, che ha un valore quasi simbolico: è un segno sensibile della volontà di nuocere ed è un mezzo offerto a Satana perché vi imprima la sua forza malefica” (Ib.).
C. Balducci ne porta la ragione: “Come Dio ha voluto legare la distribuzione della grazia e quindi della nostra salvezza a dei segni sensibili, i sacramenti, così il demonio, scimmiottatore della divinità, fa dipendere da determinati elementi sensibili il suo intervento per la rovina dell’uomo” (Il diavolo, p. 312).
Scrive ancora Amorth: “A seconda dello scopo che si prefigge, il maleficio può acquistare varie denominazioni. Può essere di divisione se è diretto a far sì che due sposi, due fidanzati, due amici si separino (…). Può essere di innamoramento, se è diretto a far sì che due si sposino(…). Altri malefici sono per la malattia, ossia perché la persona designata sia sempre malata; altri sono per la distruzione (i cosiddetti malefici a morte)” (Op. cit., pp. 164-165).
“Spesso i malefici non raggiungono il loro scopo per vari motivi: perché Dio non lo permette; perché la persona colpita è ben protetta da una vita di preghiera e di unione con Dio; perché molti fattucchieri sono inabili, quando non sono dei semplici imbroglioni; perché il demonio stesso, mentitore fin dal principio (come lo bolla il vangelo), inganna i suoi stessi seguaci” (Ib., p. 163).

4. Con questo, cara MPia, il cristiano non deve temere.
Purtroppo alcuni vivono nel continuo terrore di essere oggetto di maleficio.
Da questo terrore Cristo è venuto a liberarci.
La S. Scrittura in nessun passo ammonisce di temere il demonio. Ma piuttosto offre un utilissimo avvertimento: “Sottomettevi a Dio, resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Gc 4,7). Sarebbe un gravissimo errore vivere col timore degli influssi del demonio.
Dobbiamo piuttosto avere il timore di offendere Dio con il peccato. Perché allora apriamo le porte al nostro avversario.
Conclude G. Amorth: “Abbiamo la grazia di Cristo, che ha sconfitto Satana con la sua croce; abbiamo l’intercessione di Maria SS., nemica di Satana fin dall’inizio dell’umanità; abbiamo l’aiuto degli angeli e dei santi. Soprattutto abbiamo il sigillo della SS. Trinità, che ci è stato impresso nel Battesimo. Se viviamo in comunione con Dio, è il demonio con tutto l’inferno a tremare di fronte a noi. A meno che non siamo noi ad aprirgli la porta” (Op. cit.,  p. l29).

Penso che questo basti, cara MPia.
In conclusione: nessun timore, se viviamo in grazia di Dio.
Per il resto non bisogna essere creduloni, ma fare discernimento.

Ti ringrazio, ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo