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Quesito

Carissimo Padre Angelo,
vengo subito al dunque ponendole una domanda sui Rosari che vengono recitati in onore di persone defunte (prima del funerale o in casa della persona appena deceduta).
Questi Rosari, se meditati bene ovviamente, coinvolgono anche la persona che li recita?
Salvo l’atto di recitarli in sè, che é considerato un atto di carità, possono essi stessi in quanto tali portare delle grazie a chi li dice? E sono validi per l’impegno della Confraternita del Santo Rosario?
Spero di essermi espresso chiaramente.
La saluto, la ringrazio e la ricordo nei miei Rosari. Le chiedo una preghiera per una persona a me vicina che ha lasciato questa vita ultimamente.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. colgo l’occasione della tua mail per fare qualche precisazione sul pregare in onore dei defunti.
Sebbene molto spesso venga detto che si celebra una Messa o si recita un Rosario in “ricordo” di un defunto, in realtà non si ricorda semplicemente.
Ricordare è un tornare indietro, un far rivivere cose o persone.
È senza dubbio una bella cosa che dà conforto a chi ricorda.
Ma quando noi preghiamo per un defunto intendiamo compiere un atto di carità, e cioè intendiamo fare un beneficio a favore del defunto. Vogliamo aiutarlo, giovargli.
Per questo secondo il linguaggio ecclesiastico si dice correttamente che si celebra la Messa o si recita il Rosario in “suffragio” di un defunto.

2. Il Catechismo della Chiesa Cattolica a proposito della comunione con i defunti cita il noto passo del secondo libro dei Maccabei: "Santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati" (2 Mac 12,45).
Si tratta dunque di questo: del perdono dei loro peccati.
Tutte le azioni che noi compiamo a questo scopo (preghiere, celebrazione della Messa, sacrifici personali, atti di virtù, indulgenze…) vengono chiamate azioni di suffragio, e cioè di aiuto” (CCC 958).

3. Tu hai usato l’espressione “in onore”.
Ebbene, non si tratta solo di onore, ma di suffragio.
Invece possiamo dire a proposito dei Santi che compiamo qualche azione o celebriamo qualche funzione in loro onore.
In questo caso noi non aggiungiamo nulla al bene che essi possiedono, se non una maggior gloria esterna. L’onore che noi rendiamo loro ridonda tutto a  nostro beneficio. È come se aprissimo un varco più ampio per essere da loro aiutati.

4. La preghiera o i suffragi che facciamo per le anime del Purgatorio certamente vanno a loro beneficio.
E tuttavia, poiché tra noi e i defunti si attua una vera comunione, mentre noi diamo ad essi qualche aiuto, nello stesso tempo questo aiuto ci viene ricambiato.
I loro meriti, ascritti a beneficio di tutta l’umanità, in quel momento ridondano con una particolare intensità a beneficio di chi li suffraga.
Per questo il Catechismo della Chiesa  Cattolica dice che “la nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore” (CCC 958).

5. I rosari recitati per i defunti sono utili e validi in riferimento agli obblighi di chi è iscritto alla confraternita del SS. Rosario.
Non conta infatti l’intenzione per la quale si dedica il Rosario, ma la recita del Rosario.
Anzi, a questo proposito chi è iscritto alla confraternita del SS. Rosario, ricevendo il beneficio del Rosario e dei meriti di tutti gli altri confratelli e membri della famiglia domenicana dona al defunto per cui prega un vantaggio maggiore.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo