Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro padre,
le ho già scritto in passato, ma torno a rivolgermi a lei per un problema che mi tormenta. Sono un giovane e frequento la chiesa.
Diversi anni fa nella fase iniziale della adolescenza sono caduto nella trappola della pornografia, sentivo parlare di certi siti e sono andato a vedere. Ugualmente per la masturbazione, ho iniziato perchè un mio amico mi ha detto di provare perchè mi avrebbe procurato piacere. Non l’avessi mai fatto. All’inizio non mi sembrava di commettere un grave peccato, anzi non mi preoccupavo più di tanto di questo. Crescendo ho capito la gravità di guardare siti pornografici e masturbarmi, ma adesso non riesco più a liberarmene.
Inoltre se ho iniziato guardando siti eterosessuali, adesso mi rendo conto di cercare sempre più, così sono finito anche a guardare siti omosessuali scoprendo che mi provocano maggior piacere di quelli eterosessuali. Tutto questo ovviamente ha ripercussioni sulla mia vita affettiva, finora l’unica ragazza che ho avuto l’ho letteralmente usata come sfogo per i miei istinti sessuali col risultato di perderla per sempre. Inoltre sono molto tentato di avere rapporti sessuali con altri ragazzi, cosa che fin ora sono sempre riuscito ad evitare.
Caro padre, non riesco più a spezzare questa catena, a volte riesco per un po’ di tempo a non cedere a queste tentazioni ma prima o poi ci ricado nuovamente.
Ho pensato di parlarne col mio parroco, ma la vergogna mi impedisce di farlo; la prego mi aiuti, ho paura di non riuscire a venirne mai più fuori, anche se so che nulla è impossibile a Dio.
La ringrazio per la risposta che vorrà darmi.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. quando esorto con tutte le mie forze a fidarsi della legge di Dio e conservasi puri ho sempre presente quello che Dio ha detto a Mosè prima di consegnare i dieci comandamenti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me” (Es 19,4).
Dio ha dato i comandamenti quando ha liberato Israele dalla schiavitù dell’Egitto.
Derogare dai comandamenti significa autocondannarsi ad una schiavitù peggiore di quella sperimentata in Egitto, perché si tratta di una schiavitù interiore, che impedisce di amare in maniera vera e di innalzarsi a Dio.

2. Non possiamo dimenticare quanto Gesù ha detto: “In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato” (Gv 8,14).
L’espressione “in verità” è un modo di parlare tipico dell’ebraismo per indicare un giuramento. Quando questa parola viene ripetuta, si vuole dire che si tratta di un’affermazione di capitale importanza.

3. Non mi stupisco affatto del processo degenerativo che stai provando.
Un documento del Magistero della Chiesa ricorda che i peccati di impurità impediscono di amare in maniera vera:
Scrive il Pontificio Consiglio per la famiglia: “Nella stessa misura in cui nell’uomo si indebolisce la castità, il suo amore diventa progressivamente egoistico, cioè soddisfazione di un desiderio di piacere e non più dono di sé” (Sessualità umana: verità e significato, 16).
E ancora: “Non si deve mai dimenticare che il disordine nell’uso del sesso tende a distruggere progressivamente la capacità di amare della persona, facendo del piacere – invece che del dono sincero di sé – il fine della sessualità e riducendo le altre persone a oggetto della propria gratificazione: così esso indebolisce sia il senso del vero amore tra l’uomo e la donna – sempre aperto alla vita – sia la stessa famiglia e induce successivamente al disprezzo della vita umana che potrebbe essere concepita, considerata allora come un male che minaccia in certe situazioni il piacere personale” (Ib., 105).
Un teologo ha detto che “la lussuria è una menzogna a fior di pelle, un possesso che si maschera da dono”.

4. Che fare in questa situazione?
La risposta è chiara: devi imparare ad amare.
Madre Teresa di Calcutta diceva: “Solo da Dio ho imparato ad amare”.
Devi dunque imparare ad amare da Dio, da Gesù Cristo.
Ora questa scuola non puoi frequentarla se non apri i libri sacri, se non cerchi di mettere in pratica quello che lì Dio ti dice.

5. Ti sembrerà astratto questo consiglio.
In realtà è il più concreto.
Perché la prima cosa da fare consiste nel cambiare il nostro modo di pensare conformandolo a quello di Dio.
Per questo San Tommaso tra i vari mezzi che indica per acquisire e conservare la purezza mette tra i primi la lettura delle Sacre Scritture e la contemplazione delle realtà celesti.
Per contemplazione intende unione e assaporamento di Dio, della sua parola, delle sue opere, soprattutto di quelle compiute in Cristo.

6. Pertanto è necessario fare un altro tipo di esperienza.
Come la prima ti ha portato dalla masturbazione alla perdita della ragazza e al degrado, così questa nuova esperienza ha la capacità di introdurti nel mondo vero e di liberarti interiormente.
Il solo frenarti da parte tua non è sufficiente. Vi riesci per un pò di tempo, ma poi cadi.
È necessaria un’altra attrazione.

7. Questa ha bisogno di aiuti del cielo e di aiuti dalla terra.
L’aiuto dal cielo viene con l’intensa preghiera e anche con dei sacrifici fatti in onore di Dio e della Beata Vergine Maria perché ti ottenga la grazia di essere liberato.
Impegnati con determinazione a recitare il S. Rosario ogni giorno e a unirti realmente agli eventi menzionati ad ogni decina, chiedendo al Signore di venire nel momento presente ad operare quegli eventi di liberazione nella tua vita.

8. Gli aiuti esteriori vengono dai sacramenti, in primis la confessione fatta possibilmente sempre con lo stesso confessore.
Anzi a questo proposto di chiederei di dare decisamente un giro diverso alla tua vita: perché non vi introduci la Messa con la S. Comunione quotidiana?
Mi dirai subito che non avrai il tempo.
Eppure basta solo dare un giro diverso alla propria vita, perché il tempo di stare davanti alla pornografia riesci a trovarlo e poi vi perdi anche tanto, venendovi fuori sempre degradato, umiliato e a pezzi.
Dall’Eucaristia quotidiana tornerai a casa tutto diverso: con altri pensieri, con altri aiuti interiori, con altre emozioni, con un senso di liberazione indicibile.
Sì, proprio come il Signore ha detto a Mosè: ti sentirai volare in alto e unito a Dio.

Perché questo si avveri al più presto nella tua vita, ti assicuro la mia cordiale preghiera e la mia benedizione.
Padre Angelo