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Carissimo padre Angelo,
mi chiamo …. e non è la prima volta che vi scrivo.
Frequento le superiori, sono un fedele praticante, prego il mattino e la sera e vado a messa quasi ogni giorno.
Ultimamente, ho ripreso la vita parrocchiale dopo un periodo per motivi legati anche alla salute.
Ho iniziato un bellissimo rapporto di amicizia con gli altri parrocchiani. Quest’ anno sento più forte la mia fede nel credere che nella santa eucaristia ci sia veramente nostro Signore, infatti la notte di Natale sono arrivato a versare lacrime nel vedere il santo bambino presentato ai fedeli.
Talvolta, però cado anche nel peccato, chiedendo perdono a Dio.
Però non riesco ad accostarmi al sacramento della riconciliazione per vergogna… Come mi devo comportare? Sono degno di ricevere nostro Signore?
Ricordatemi nelle preghiere.


Carissimo,
1. mi auguro che a tanta distanza dalla tua mail tu abbia già provveduto a confessarti.
Sono contento del cammino che hai iniziato da qualche tempo, dopo il tuo ritorno al Signore.
Soprattutto sono contento della tua partecipazione alla Messa che è quasi quotidiana.

2. San Gregorio Magno fa notare che se gli ebrei furono liberati dall’angelo sterminatore perché avevano tinto le loro case con il sangue dell’agnello, che era prefigurazione del Sangue di Cristo, chissà da quanti mali dell’anima e del copro non veniamo liberati noi perché ci accostiamo non al sangue di un animale, simbolo del sangue di Cristo, ma al Sangue stesso del Signore?
Per questo concludeva che per l’ascolto della Santa Messa l’uomo viene liberato da molti mali (ob auditionem Missae homo liberartur a multis malis).

3. Tuttavia a motivo della coscienza macchiata dal peccato non puoi fare la santa Comunione.
Mentre la Santa Comunione ben fatta ti giova tantissimo.
Ricorderai che Gesù ha detto: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà” (Gv 6,27).
I cibi di cui ci nutriamo, una volta messi in bocca e tanto più nello stomaco, non durano, si corrompono.
Mentre l’eucaristia è un cibo incorruttibile.
Che cosa non avviene in una persona quando comincia a nutrire la propria anima con un cibo incorruttibile?
Succede che essa stessa diventa incorruttibile. Sottinteso nei confronti delle tentazioni e del peccato.

4. Per non cadere nel peccato hai bisogno della Santa Comunione.
San Tommaso dice: “Il Signore ha affermato: “Questo è il pane disceso dal cielo, affinché chi ne mangia, non muoia” (Gv 6,50).
Ma questo evidentemente non deve intendersi della morte corporale.
Deve perciò intendersi nel senso che questo sacramento preserva dalla morte spirituale, causata dal peccato” (Somma teologica, III, 79, 6, sed contra).
E ancora: “Il peccato è una specie di morte spirituale dell’anima.
Quindi uno preserva dal peccato allo stesso modo in cui si preserva il corpo dalla morte.
Ora, tale preservazione si compie in due modi.
Primo, rafforzando l’organismo umano interiormente contro gli agenti interni della corruzione: si preserva cioè dalla morte con il cibo e con le medicine.
Secondo, difendendolo dai pericoli esterni: preservandolo cioè con le armi che proteggono il corpo.
Ebbene questo sacramento preserva dal peccato nell’uno e nell’altro modo.
Primo, perché unendo l’uomo a Cristo mediante la grazia, ne rafforza la vita dello spirito come cibo e come medicina spirituali, in conformità alle parole del Salmo0 103,15: “Il pane che sostiene il suo vigore.
E S. Agostino esclama: “Accostati sicuro: è pane, non veleno” (Commento al Vangelo di Giovanni, tratt., 26).
Secondo, in quanto rappresenta la passione di Cristo dalla quale sono stati vinti i demoni: infatti l’Eucarestia respinge ogni assalto diabolico.
Di qui le parole del Crisostomo: “Come leoni spiranti fiamme, torniamo da quella mensa, resi terribili per il demonio” (Ib., corpus).

5. Rimane il problema della vergogna per la confessione di determinati peccati.
Se il Santo Curato d’Ars dice che non dobbiamo aver paura di accusare i peccati perché il sacerdote sa già quali sono peccati di un fedele, io aggiungo: vai a confessarti proprio per provar vergogna ed espiare così insieme con Cristo i tuoi peccati.
Ecco che cosa dice Sant’Agostino: “La vergogna (erubescentia) stessa infatti ha parte nella remissione.
Per misericordia infatti il Signore ha ordinato che nessuno facesse la penitenza occultamente.
Per il fatto stesso infatti che uno dice personalmente al sacerdote, e vince il rossore per il timore di Dio offeso, avviene il perdono della colpa: diventa infatti degno di perdono mediante la confessione ciò che era colpevole quando fu fatto; e se non è subito mondato, diviene tuttavia veniale ciò che uno aveva commesso di mortale.
Ha offerto infatti molto della soddisfazione chi, vincendo la vergogna, non ha negato al nunzio di Dio nessuna di quelle cose che ha commesso. (…).
E poiché la vergogna è una grande pena, chi arrossisce per Cristo diventa degno di misericordia” (S. AGOSTINO, De vera et falsa paenitentia, 10,25).
Dopo aver vinto la vergogna e aver ricevuto l’assoluzione da parte del sacerdote godrai una grande pace,
Soprattutto potrai fruire della presenza personale del Signore nel tuo cuore.

6. Qualora non ti fossi ancora confessato e avessi fatto la Santa Comunione, nella prossima Confessione dì pure che hai fatto la Comunione senza averla fatta precedere dalla confessione di peccati gravi.
Perché fare la Santa Comunione senza essere confessati di peccati gravi è un peccato grave.

Molto volentieri ti ricorderò nelle mie preghiere.
Ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo