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Quesito

Buonasera reverendo padre Angelo, 
vorrei domandarle un chiarimento riguardo la creazione dell’uomo e l’evoluzione. Ho già consultato il motore di ricerca ma non ho trovato quello che cercavo.
Nella Genesi sono contenuti due racconti riguardo la creazione dell’uomo: nel primo viene creato per ultimo e nel secondo per primo. Per conciliare l’ipotesi evoluzionista e la Genesi, io ho sempre pensato che l’uomo fosse stato creato per ultimo proprio perché frutto dell’evoluzione di organismi precedenti, a cui ad un certo punto Dio avesse infuso un’anima razionale dotata di intelletto e di volontà. Però non riesco a conciliare l’evoluzione con il secondo racconto secondo cui l’uomo sarebbe stato creato per primo. Come spiegare ciò? 
La ringrazio infinitamente e le prometto una preghiera. 
Paolo


Risposta del sacerdote

Caro Paolo,
1. il libro della Genesi, sebbene narri eventi certi come la creazione del cielo e della terra da parte di Dio, la presenza di una coppia di persone umane, lo stato di grazia di cui godevano, il peccato originale e la situazione di quella prima coppia dopo la caduta, non ha alcun intendimento scientifico.
In altre parole, è inutile andare a cercare appigli a favore dell’evoluzionismo o del creazionismo.
Dell’evoluzione: semplicemente non ne parla e non la esclude, a determinate condizioni.

2. Certamente la prima narrazione che pone l’uomo al termine di tutta la creazione, favorisce meglio la comprensione dell’ipotesi evoluzionista, come tu stesso annoti.

3. Ma, a ben vedere, come annota la Bibbia di Gerusalemme, “piuttosto che un secondo racconto della creazione, abbiamo qui il racconto della formazione dell’uomo e della donna (gli animali sono formati soltanto come un tentativo per trovare all’uomo un aiuto per gli corrisponda) combinata con un altro sul paradiso e sulla caduta.
Ci sono dunque nel capitolo secondo almeno due grandi tradizioni: quella della creazione dell’uomo e della donna, l’antropogonia (vv 4b-8 e 18-24) e quello del paradiso e della caduta (2,9.15-16;3)”.

4. Abbiamo pertanto due narrazioni della creazione: la prima nel primo capitolo della Genesi e la seconda nel secondo capitolo.
La seconda, più che a voler essere una nuova narrazione della creazione, riprende due tradizioni e le salda insieme per collegare la creazione dell’uomo e della donna con l’evento del peccato originale.

5. È interessante notare come il Catechismo della Chiesa Cattolica non entri nella questione scientifica della genesi dell’universo.
Si limita ad osservare che “la questione delle origini del mondo e dell’uomo è oggetto di numerose ricerche scientifiche, che hanno straordinariamente arricchito le nostre conoscenze sull’età e le dimensioni del cosmo, sul divenire delle forme viventi, sull’apparizione del l’uomo. 
Tali scoperte ci invitano ad una sempre maggiore ammirazione per la grandezza del Creatore, e a ringraziarlo per tutte le sue opere e per l’intelligenza e la sapienza di cui fa dono agli studiosi e ai ricercatori. 
Con Salomone costoro possono dire: “Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose, per comprendere la struttura del mondo e la forza degli elementi. . . perché mi ha istruito la Sapienza, artefice di tutte le cose” (Sap 7,17-21)” (CCC 283).
Con queste parole apprezza il lavoro scientifico che non fa altro che esaltare ancora di più la infinita sapienza del Creatore.

6. Osserva poi che “il grande interesse, di cui sono oggetto queste ricerche, è fortemente stimolato da una questione di altro ordine, che oltrepassa il campo proprio delle scienze naturali. Non si tratta soltanto di sapere quando e come sia sorto materialmente il cosmo, né quando sia apparso l’uomo, quanto piuttosto di scoprire quale sia il senso di tale origine: se cioè sia governata dal caso, da un destino cieco, da una necessità anonima, oppure da un Essere trascendente, intelligente e buono, chiamato Dio. E se il mondo proviene dalla sapienza e dalla bontà di Dio, perché il male? Da dove viene? Chi ne è responsabile? C’è una liberazione da esso?” (CCC 284).

7. Conclude affermando che “l’uomo è il vertice dell’opera della creazione. Il racconto ispirato lo esprime distinguendo nettamente la creazione dell’uomo da quella delle altre creature” (CCC 343).
E che “la creazione è fatta in vista del Sabato e quindi del culto e dell’adorazione di Dio. Il culto è inscritto nell’ordine della creazione (Cf Gen 1,14). “Operi Dei nihil praeponatur” – Nulla si anteponga all’“Opera di Dio”, dice la Regola di san Benedetto, indicando in tal modo il giusto ordine delle preoccupazioni umane” (CCC 347).
Ecco: questo, e non già quello scientifico, è l’ambito proprio della Divina Rivelazione, della Sacra Scrittura.

Augurandoti ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo