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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono …  e sono qui oggi a porle un problema molto frequente della mia età: la masturbazione.
So che leggerà il messaggio magari tra molti mesi e chissà, magari sarò ancora afflitto da questa lotta o forse ne sarò uscito, per grazia di Dio.
Ho quasi 20 anni e penso che sia abbastanza inutile guardare il problema da un punto di vista scandaloso. È, per quanto una cosa sbagliata, una cosa comune.
Ovviamente ciò non la rende meno grave, soprattutto essendo io a conoscenza della Rivelazione di Cristo.
In realtà penso sia lì il problema. Nasce l’intenzione di non cadere più, mi confesso, mi comunico, resisto… Provo escamotage, non so, evito i social network (nei limiti del possibile perché ormai vi passa di tutto, per dire anche informazioni sull’università che frequento è più facile trovarle su instagram che sul sito ufficiale) oppure cerco di pregare di più, ma poi, saranno gli ormoni come dicono i medici, l’altra legge che nomina San Paolo, la tentazione di Lucifero o tutte queste insieme, cado perché la mia volontà mi abbandona.
Subito mi rendo conto quanto poco sia valso quell’atto. Mi dico: perché?
Non ho poi provato chissà quale piacere, non ho poi avuto chissà che vantaggio, anzi! Probabilmente è il periodo, non riesco ad avere una fede viva.
Mi dico che non prego molto perché sono sotto esami, ma in fondo so che mi viene difficile e molto difficile, come uno sforzo arduo.
Dico di amare Gesù, ma poi evito di parlarne, una forza mi ferma. Non ho bene in mente quale sia il mio futuro nei prossimi anni, sono confuso.
Ma io VOGLIO credere, non posso pensare che solo perché, per un periodo, per motivi vari e alla fine di poco conto, io debba perdere ciò che di più prezioso ho guadagnato, l’incontro col Divino.
Se ora non ho più quella forza che viene da dentro, quasi quella sensazione fisica che Dio ti provoca nel petto alcune volte, quel sentimento religioso che annulla chiunque altro intorno a te, non voglio comunque arrendermi.
Mi sento come se dovessi portarmi una palla al piede, un peso in più. E mi sento come un ferro battuto a freddo, continuamente percosso.
Prima ero più religioso ma stupidamente impostato come un automa, una macchina, come se la fede fosse normata.
Io credo le leggi della Chiesa ovviamente e le rispetto e ne condivido la giustezza e la ragione, ma d’altra parte voglio vivere con Dio e non con le regole della Chiesa, cioè voglio il Cuore, l’Apice, il Sole, non i riflessi, non i corollari.
La Somma Teologica è bellissima, leggere quel “sembra che” all’inizio dei capitoli è appagante, ma alla fine “è tutta paglia”.
Voglio essere religioso e religioso per amore di Dio, ma non trovo la forza che prima pensavo di avere. Non ho la forza di smettere con la masturbazione, non ho la forza di dire di fronte a tutti “sì, sono cristiano e cattolico, amo andare a Messa, sono contrario all’aborto e pure al divorzio”, ciò solo per fare un esempio, ovviamente. Leggo spesso l’atto di abbandono di Don Ruotolo. In fondo Dio sa e Dio mi aiuterà. Per la masturbazione il parroco da cui mi confesso mi disse di non vivere con la continua angoscia del peccato. Certo non mi ha giustificato, ma mi ha detto di non abbattermi.
È un periodo di caduta delle certezze, come rialzarsi?

Grazie, e preghi per me


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. sei stato un profeta dicendo che ti avrei letto diversi mesi dopo! 
Mi auguro che tu sia stato profeta anche nel pensare che di lì ad un anno il problema si sarebbe risolto. 
Sarei proprio contento se fosse così… Ancor più contento saresti tu e anche Nostro Signore.

2. Mi consola vedere dalla tua mail quanto sei determinato a seguire Gesù Cristo.
Hai fatto l’esperienza tangibile della sua presenza dentro di te.
Sai dunque di che cosa si tratta e sai anche quello che perdi attraverso quel peccato.
Come vedi, non si tratta di moralismi astratti. È esperienza di vita.
La vita in Cristo non sta insieme con quel peccato grave. Sono due cose che si contraddicono a vicenda.
Chi non ha mai fatto l’esperienza di vita spirituale che hai fatto tu, non sa di che cosa si tratta.

3. Proprio in questi giorni mi sono imbattuto in questa bella affermazione di Santa Teresa di Gesù bambino nella Storia di un’anima: “La Santa Vergine non manca mai di proteggermi appena l’invoco”.
Una frase del genere fa sentire subito la voglia di verificarla.
Fai dunque è così.
In ogni tentazione, ma anche prima delle tentazioni, ricorri alla Santa Vergine, come la chiamava Santa Teresa di Lisieux.
La Madonna viene subito in soccorso quando si tratta di aiutare per motivi di ordine soprannaturale.
Allora potrai dire anche tu, come diceva il grande domenicano Marie-Joseph Lagrange, fondatore dell’École Biblique di Gerusalemme e in via di beatificazione, che la Madonna è la via più breve e più sicura.

4. Come sarebbe bello se la Santa Vergine che ha liberato gli sposi di Cana da una grave angustia, liberasse anche te.
Il miracolo della conversione dell’acqua in vino l’ha fatto Nostro Signore. Ma Gesù l’ha fatto perché è stato spinto dalla richiesta di Maria che in quel momento si è rivelata come “Onnipotente nella preghiera” (Omnipotentia supplex).
Gli sposi si saranno compiaciuti con la Madonna per la sua presenza e per la sua preghiera e le avranno detto: “Tu sei stata la nostra salvezza”.
Non sono sbagliate le litanie dell’ordine domenicano ad invocare Maria anche con questo titolo: Santa Maria, nostra vera salvezza.
Certo ogni salvezza viene dal Signore.
Ma chi gli apre la porta e lo supplica a venire è Maria!

Con l’augurio che tra non molto tu possa dirmi che questa salvezza ha raggiunto la tua vita, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo