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Quesito

Caro Padre Angelo,
ho spesso modo di ascoltare pareri di diversi intellettuali, studiosi, docenti universitari, opinionisti ecc… tessere in qualche modo le lodi di un mondo globalizzato, senza muri e senza confini, dove si rispettano tutte le religioni e le persone di ogni razza e cultura comprese le svariate manifestazione della sessualità (non limitata alla distinzione tra maschio e femmina).
Ovviamente è certamente, umanamente, una buona aspirazione vivere tutti in pace e in serenità. (…).
Oggi molti reputano l’aborto un diritto, l’unione civile tra persone dello stesso sesso un diritto, la “famiglia allargata” un diritto… si parla continuamente di diritti, continuamente di libertà minacciate da presunti oscurantisti e se si prova a far notare che simili pratiche sono un peccato grave secondo le Scritture, allora si viene derisi, bollati come medievali (senza darsi cura ovviamente di aprire un manuale di storia medievale e capire veramente cosa sia stato davvero il Medioevo) e soprattutto, questo mi colpisce di più, come falsi cristiani.
Che l’accusa venga da un non credente, da un ateo o da un laicista potrei anche capire… ma che questa venga da gente che si professa cristiana e che non ha nessun problema a dichiararsi favorevole all’aborto, tanto per fare un esempio, proprio non riesco a capacitarmene! (…).
Pensano che Nostro Signore sia una sorta di pacifista perché in fondo Lui sedeva con i peccatori senza giudicarli. Ma cosa vuol dire? Gesù certamente passava tanto tempo in compagnia dei peccatori, ma credo che il Suo scopo fosse quello di convertirli, di esortarli a cambiare vita, non certo perché si sentissero legittimati a vivere nel peccato. (…).
Quelli che spesso sono grandi sostenitori dei porti e dei confini aperti per chiunque, sono spesso gli stessi che parlano di aborto come un diritto sacrosanto o che magari nemmeno si accorgono del povero della porta accanto. Credono di essere tutti giusti e buoni solo perché sostengono che i porti debbano restare aperti per chiunque. (…). Ci si nasconde dietro uno “scappano dalla guerra, dai lager, dalle torture”, sì, certo, ma come mai nessuno approfondisce mai in tv simili atrocità? E perché i responsabili non vengono esposti mediaticamente come si fa di solito per una persona sospettata di omicidio? Chi scappa dalla guerra va soccorso (per carità, ci mancherebbe), mentre un bambino nel grembo di sua madre, l’essere più indifeso al mondo, essendo, secondo loro, un “grumo di cellule” può essere soppresso. Hanno paura dei grandi dittatori tipo Hitler il quale faceva trucidare anche le persone che avevano difetti fisici, eppure in molti sostengono che sia giusto abortire un bambino con la sindrome di Down o con qualche altra malattia genetica. C’è una paurosa contraddizione nel loro modo di pensare e nemmeno se ne rendono conto!! (…).
Padre, scusi per la mail così lunga, ma avevo bisogno di fare questo sfogo ed eventualmente avere da lei anche qualche consiglio. Magari sono io che sbaglio e non me ne rendo conto, non lo so!
Grazie per la pazienza e l’attenzione e come sempre, con tutto il cuore, recito un’Ave Maria per lei e per tutto l’Ordine Domenicano.


Risposta del sacerdote

Caro Marco, 
1. solo oggi sono giunto alla tua mail dell’anno scorso.
È una mail nella quale evidenzi tante contraddizioni, di cui molti non si rendono conto.
Dico subito che nella risposta che presento voglio evidenziare i motivi delle contraddizioni di fondo in cui spesso ci troviamo a vivere.
Ci tengo anche a precisare che non voglio entrare in tematiche particolari come quelle dei porti chiusi o aperti.
Se nella tua mail ho lasciato questa esemplificazione mettendone tra parentesi altre, anche per motivi di brevità, è solo per dire che da una parte si rivendica il diritto dei porti aperti e dall’altro si rivendica il diritto di rifiutare un essere umano per il solo motivo che vive ancora dentro il grembo della propria madre.

2. Così ugualmente si rivendica il diritto di sposarsi con persone dello stesso sesso e nello stesso tempo il diritto di abortire, come se l’oggetto dell’aborto fosse una cosa e non un essere umano.
Come se un essere umano, per il fatto che è incapace di difendersi, possa essere eliminato a piacimento in nome dei diritti e della libertà.

3. Qual è l’errore di fondo?
È il concetto che l’uomo goda nativamente di una libertà su tutto, e in altri termini che goda di un diritto su tutto, come diceva T. Hobbes, un padre del liberalismo moderno.

4. Ebbene, che l’uomo sia libero è vero. Ed è così vero per la fede cristiana che il Magistero della Chiesa ha difeso la libertà dell’uomo addirittura con un dogma di fede.
L’ha fatto per la prima volta con Lutero, il quale diceva che dopo il peccato originale è rimasto soltanto il nome della libertà perché di fatto l’uomo sarebbe sempre schiavo del peccato e della concupiscenza.

5. Il Concilio Vaticano II ha ricordato che la libertà è il segno più luminoso della nostra somiglianza con Dio (Gaudium et spes, 17).
È il segno della trascendenza dell’uomo sulla materia e della spiritualità dell’anima umana.

6. Tuttavia la libertà dell’uomo non è illimitata. Rimane sempre la libertà di una creatura che in quanto tale è un essere limitato, finito.
Di fatto l’uomo non è libero nei confronti della propria natura: non può stravolgerla come vuole senza distruggerla.
Per portare un unico esempio: si pensi alla medicina e ai vari elementi presenti nel sangue. Per essere “nella norma” devono stare entro certi limiti perché diversamente si è in presenza di qualcosa di anomalo, che se non viene curato può portare alla morte.
Tutti riconoscono questi limiti.

7. I limiti non ci sono soltanto nella natura considerata sotto il profilo fisiologico, ma anche nel suo aspetto morale.
Vi sono infatti dei principi morali che si impongono alla coscienza di tutti, come ad esempio il principio per cui si considera un male ciò che si fa agli altri ma non si vuole che sia fatto a se stessi.
Così ugualmente il principio per cui rispettare la libertà e i diritti dell’uomo è un bene, mentre impedirlo è un male.

8. Tuttavia a proposito dei diritti vanno fatte delle distinzioni.
Alcuni diritti sono assoluti, altri condizionati.
Ad esempio è un diritto assoluto il diritto alla vita e non può subire alcun condizionamento.
Ugualmente è un diritto per ogni cittadino partecipare alla vita politica e quindi di poter eleggere i suoi rappresentanti al parlamento. Questo diritto però può essere condizionato, per cui si dà il diritto di voto solo a chi ha raggiunto una certa età che permetta di essere consapevole di quello che fa e a chi rispetta i tempi e le modalità delle elezioni stabiliti dalla pubblica autorità.

9. Ugualmente è un diritto quello di potersi sposare e cioè di diventare marito e moglie. Ma questo diritto può essere condizionato all’età del soggetto, al grado di parentela, alla disparità dei sessi.
Per cui se è giusto dire: io mi sposo con chi voglio; è anche giusto dire: purché sia sottinteso che tu abbia la capacità di diventare marito o moglie.
Diversamente puoi decidere di stare con chi vuoi, ma non puoi dire che quell’unione sia un matrimonio perché non ti dà la capacità di diventare marito e moglie.

10. Come si vede, si tratta di nozioni elementari.
Ma in base ad un concetto errato di libertà, si pretende che tutto sia diritto e che tutto sia dovuto.

11. È vero che all’interno di una società democratica ciò che decide la maggioranza diventa legale.
Ma non sempre ciò che è legale è anche corrispondente al vero e al bene di tutti.
Quando la maggioranza non rispetta il diritto naturale, che è il vero diritto di tutti, diventa tirannide e sopruso.

12. Questo purtroppo è il male di cui è afflitta la nostra società, ed è pure il motivo di tante sue contraddizioni.
Si sono fatte molte giuste battaglie per rivendicare i diritti fondamentali delle persone. Tra questi anche quello della libertà.
Ma oggi, il nome di un errato concetto di libertà, si pretende di togliere la libertà a chi non si riconosce nella maggioranza, anche solo a livello di pensiero.
Aveva ragione Giovanni XXIII a dire che quando l’uomo si distacca da Dio diventa disumano con i propri simili.
Qui Dio è sinonimo di diritto naturale, perché di tale diritto Dio ne è il fondamento. 

Ti ringrazio di aver richiamato l’attenzione su questi principi basilari della pacifica e ordinata convivenza dei cittadini.
Ti ringrazio di cuore anche per la preghiera promessa per me e per l’Ordine Domenicano.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo