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Buona sera
Ho una domanda, leggevo la risposta che ha dato circa la domanda di un fedele sulle indulgenze. Ho capito la risposta che ha dato
ma poi subito mi è nata una domanda che è questa: noi crediamo che a ogni peccato sia connessa una pena temporale, ma questo lo possiamo anche evincere da qualche passo biblico? E come conciliare il fatto che Gesù ha pagato per i nostri peccati se poi anche noi dobbiamo pagare delle pene?
Cordialmente saluto
Marco
Caro Marco,
1. il discorso sulle pene temporali è intimamente legato al Purgatorio.
Ebbene, che esistano delle pene temporali a motivo dei peccati è ben documentato dalla Sacra Scrittura.
2. Abbiamo anzitutto l’insegnamento del Signore il quale nel discorso della montagna dice: “Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione.
In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!” (Mt 5,25-26).
Come vedi, si parla di prigione e di pagamento.
San Cipriano, un antico santo Padre, commenta: “Altro è l’attendere il perdono, altro il giungere alla gloria; altro è l’esser messo in prigione per non uscirne fino a che non si sia versato l’ultimo centesimo, altro è il ricevere immediatamente la ricompensa della fede e della virtù; altro è l’esser purificati dai peccati con lunghe sofferenze e con fuoco persistente, altro l’aver scontato tutte le colpe col martirio; altro finalmente è l’attendere fino al giorno del giudizio la sentenza del Signore, altro è l’esser immediatamente coronato” (Epist. 55 ad Antonianum, 20).
3. Un secondo insegnamento del Signore che allude ad una pena che può essere scontata nella vita futura e pertanto è equivalente ad una pena temporale e non eterna è il seguente: “Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro” (Mt 12,31-32).
Ecco il commento di Sant’Agostino: “Non si potrebbe dire con verità di alcuni che non sarà loro rimesso né in questa né nell’altra vita se non vi fossero quelli a cui, anche se non in questo mondo, sarà però perdonato nell’altro” (De Civitate Dei, 21,24)
Ed ecco anche il commento di San Gregorio Magno: “Quale si esce da questo corpo così ci si presenta al giudizio.
Occorre però credere che per alcune colpe leggere sia riservato, prima del giudizio, un fuoco purificatore. Dice infatti Gesù Cristo che se qualcuno avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo ciò non gli sarà perdonato né in questa né nell’altra vita.
Da questo si può rilevare che alcune colpe possono esser perdonate in questa vita, mentre altre potranno esser perdonate nell’altra. Ciò che si nega per una cosa, logicamente si deduce che sia concesso per altre. Ma questo dev’essere inteso solo per i peccati più leggeri e più piccoli” (Dialoghi, 4,39).
4. Un terzo testo lo troviamo in San Paolo: “Ciascuno stia attento a come costruisce.
Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno.
Se l’opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa.
Ma se l’opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco” (1 Cor 3,10-15).
5. Sicché il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: «Perciò Giuda Maccabeo fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato» (2 Mac 12,45).
Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico (DS 856), affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio.
La Chiesa raccomanda anche le elemosine e le opere di penitenza a favore dei defunti: «Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre,1 perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere» (San Giovanni Crisostomo, Homiliae in 1 Cor, 41,5)” (CCC 1032).
Augurandoti ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo
1 Cf Gb 1,5.