Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Carissimo Padre Angelo,
ho appena terminato di scrivere una lettera ad un amico, il quale, da alcuni discorsi che mi ha fatto, credo sia tentato di dubitare sull’eternità dell’inferno.
Per prima cosa le chiedo di pregare molto per lui, e poi le vorrei chiedere una cosa che mi tornerebbe utile per comprendere meglio alcuni meccanismi.
Questo amico mi portava un paragone con il limbo, cosa alla quale ho subito obiettato che non è oggetto di paragone adeguato, essendo il limbo non oggetto di pronunciamento dogmatico della Chiesa.
Qui, però, nello scrivere la lettera, e nel documentarmi meglio, mi sono "inceppata" su un punto.
C’è un testo Concilio di Firenze (1439) che dice: le anime che muoiono col peccato originale vanno all’inferno.
Chiaro che la dottrina attuale della Chiesa non la pensi così, altrimenti andrebbero all’inferno i non cattolici, i non cristiani, i bambini che non sono stati battezzati, appunto.
La nota della Commissione teologica internazionale, invece, è appunto di parere contrario, parlando di vie di salvezza anche per loro, al pari del Magistero della Chiesa anche recente.
Come si sposa questa teoria attuale, con l’asserzione del Concilio di Firenze?
Un atto di magistero non può contraddire ad un altro, giusto?
Non le pongo la domanda in spirito polemico, ma solo per capire meglio il meccanismo, anche al di fuori di pronunciamenti dogmatici (come è per il limbo).
Non so se il Concilio di Firenze avesse natura di dogma, ma le chiedo di farmi un po’ di luce al riguardo.
Un caro saluto, in unione di preghiera.
Maria
Risposta del sacerdote
Cara Maria,
1. effettivamente il concilio di Firenze dice che “le anime di quelli che muoiono in stato di peccato mortale attuale o con il solo peccato originale scendono immediatamente all’inferno per esservi punite con diverse pene” (DS 1306).
Il pronunciamento del Concilio di Firenze ha carattere dogmatico. Infatti poco prima del pronunciamento che ti ho riportato si legge: “Inoltre definiamo” (DS 1304).
2. Come potrebbe essere diversamente dl momento che in Paradiso si entra solo se si è in possesso della veste nuova (la grazia) e che nella Gerusalemme celeste non entra nulla di impuro (Ap 21,27)?
Nessuno dunque può entrare in Paradiso in stato di peccato: né mortale né veniale né originale.
3. I bambini che muoiono senza aver ricevuto il Battesimo entrano in Paradiso perché Dio, attraverso vie solo a Lui note, li riveste della grazia.
4. La Commissione teologica internazione parte dalla Sacra Scrittura che afferma che Dio vuole salvi tutti gli uomini (1 Tm 2,4).
Dal momento che nessuno può essere salvo senza la grazia, Dio deve offrire a tutti la possibilità di rivestirsi della grazia.
In via ordinaria li riveste attraverso il Battesimo. Ma la grazia non è legata ai sacramenti.
Dio la può offrire a tutti, anche ai bambini non ancora giunti all’uso di ragione. La offre, ripeto, secondo vie a Lui note.
Se la accolgono (e non abbiamo motivi per dire che la rifiutano) viene automaticamente rimosso il peccato originale.
Pertanto entrano in Paradiso in grazia e non con il solo peccato originale, perché non ce l’hanno più.
Ti assicuro la preghiera che mi hai chiesto e l’assicuro anche per te.
Ti benedico e ti saluto.
Padre Angelo