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Quesito

Buongiorno Padre Angelo,
convivo da qualche mese e da poco mi sono riavvicinata alla preghiera e alla Fede Cristiana, che mi ha rimessa in discussione.
Il percorso contrastato da mille dubbi e sofferenza è iniziato da quasi 3 mesi dopo che sono stata a casa in maternità, perché ho una bimba di 1 mese e mezzo.  Ho chiesto aiuto al parroco della mia parrocchia che dopo la confessione mi ha permesso di potermi riaccostare alla Comunione dicendomi che la Fede è un percorso e che basta per volersi almeno bene ma dentro di me sento che così è sbagliato che non sono in regola con il rapporto vero con Dio, dopo varie letture fatte in merito (bibbia e commenti vari su internet sulla convivenza) cosa posso fare?
Io mi pento dentro me del mio stato irregolare e dei vari peccati commessi in passato perché distante dalla Fede.
Ma non so come convertire la mia situazione per ora.
Ho pensato anche di abbandonare tutto in certi momenti. 
Il mio compagno ha tutti i sacramenti come me ma anche lui è lontano dalla Fede e non crede e dice che per ora sposarsi solo per un credo religioso non serve perché ci vogliamo bene comunque e abbiamo una figlia che ci lega e per lui è come se fossimo già sposati.
Tra l’altro dentro di me ci sarebbe in futuro il desiderio di Battezzare anche la nostra bambina.
Attendo Sue…
Grazie, Buona Giornata
Martina


Risposta del sacerdote

Carissima Martina,
1. innanzitutto mi compiaccio per la tua maternità e soprattutto per la bimba.
Sono contento che proprio in questo periodo il Signore ti abbia visitata donandoti la grazia di raddrizzare la tua vita per viverla secondo Dio ed essere una buona madre cristiana.

2. Mi compiaccio anche del fatto che capisci da te stessa che sei in una situazione irregolare e che per ora non puoi ricevere i sacramenti perché li esporresti all’invalidità e alla profanazione.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda il comando di Dio e cioè che “l’atto sessuale deve aver posto esclusivamente nel matrimonio; al di fuori di esso costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla Comunione sacramentale” (CCC 2390).
Nessun parroco e nessun Papa può mutare la legge di Dio.

3. La confessione è invalida quando mancano i requisiti fondamentali per ricevere l’assoluzione. Uno di questi è il mancato proposito di evitare le occasioni prossime del peccato a motivo dello stato di convivenza.
Ugualmente la Santa Comunione non solo rimane infruttuosa ma fa cadere in quel peccato di cui la Sacra Scrittura dice: “Chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1 Cor 11,27-29).

4. Il parroco è stato frettoloso nel dirti che puoi fare la Santa Comunione, a meno che ti abbia ricordato la dottrina della Chiesa espressa dal santo Papa Giovanni Paolo II a proposito dei divorziati risposati.
Tu non sei divorziata risposata, tuttavia sei in una situazione di convivenza che è contraria al disegno santificante di Dio sul matrimonio e sull’amore umano.
Ecco che cosa ha detto il Papa: “La riconciliazione nel sacramento della penitenza – che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico – può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio. 
Ciò comporta, in concreto, che quando l’uomo e la donna, per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – non possono soddisfare l’obbligo della separazione, «assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi»” (Familiaris consortio, 84).

5. Tu sei in una situazione nella quale non puoi soddisfare l’obbligo della separazione a motivo della bambina che reclama la presenza simultanea del padre e della madre.
In tal caso, non essendo sposata, per accedere ai sacramenti devi assumerti l’impegno di vivere in una piena continenza e cioè astenendoti dagli atti che sono esclusivi dei coniugi.
Va aggiunto ancora che per non creare confusione presso i fedeli, i quali potrebbero essere portati a dire che una situazione vale l’altra, si accede ai sacramenti privatamente oppure là dove non si è riconosciuti come tali.

6. Rimane il problema con il tuo compagno, il quale va convinto sulla preziosità del matrimonio.
Con il matrimonio diventate una cosa sola per sempre. C’è un vincolo che sigilla il vostro amore e protegge la vostra figlia che ha diritto di avere dei genitori che non soltanto si vogliano bene, che siano uno esclusivamente dell’altro e gli garantiscano così stabilità affettiva e giuridica.
Per il matrimonio cristiano, poi, c’è il richiamo a vivere già fin d’ora altre nozze, quelle con Colui che nella sua bontà vuole essere lo Sposo della nostra anima. È uno Sposo straordinariamente pieno di amore e ricco che non lascia mai delusi, che è il conforto della nostra vita perché la sostiene nelle prove, la purifica dei peccati, la santifica e la orienta alla vita eterna per la quale ci ha creati. Perché è ben questo l’obiettivo ultimo del matrimonio e della vita presente.

7. Infine c’è il problema della vostra carissima figlia che ha il diritto di essere battezzata non semplicemente in futuro, ma al più presto. Con il battesimo le viene data alla grazia santificante, Dio abita dentro di lei e nello stesso tempo le viene messa attorno una siepe (Gb 1,10) che la protegge.
Qualsiasi mamma sente che i figli con il battesimo sono più protetti.
La Sacra Scrittura ricorda che il diavolo come un leone affamato gira attorno a noi cercando chi divorare (cfr. 1 Pt 5,8).
Ebbene, la grazia santificante è una siepe che gli impedisce di entrare nella nostra vita.
Non soltanto vostra figlia, ma anche voi due avete bisogno di circondarvi di quella siepe che difende la vostra vita, la vostra casa e tutto quello che è vostro (cfr Gb 1,10).
Anche per questo urge che vi mettiate a posto celebrando il matrimonio e viviate secondo Dio.

Per tutti questi motivi vi accompagno volentieri con la mia preghiera e vi benedico.
Padre Angelo