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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
sono un giovane che non è degno di parlare con lei…ho riscoperto la fede grazie a un suo confratello domenicano…
Da anni mi portavo nel cuore un peccato grave…
Le pochissime volte che mi sono confessato prima di incontrare questo suo confratello non ho accennato al confessore questo peccato e ho fatto la comunione…
Per anni mi sono sentito un marchiato con un sentimento di vergogna opprimente…
Questo mio amico frate mi ha fatto capire che il Signore mi ha perdonato per quello che avevo fatto…
Io sono scoppiato a piangere ed è stato come liberarmi di un peso, ma durante la confessione non ho chiarito bene (e le assicuro sono stato in buona fede perchè ero emotivamente sconvolto) che nelle poche e rare confessioni precedenti non avevo mai accennato a questo peccato, perchè lo rimuovevo dalla mia testa. Solo dopo la confessione, riflettendo mi tornava alla mente.
Mi spiace tantissimo e sono pronto a riconfessarmi e accusare anche questa mia mancanza.
La saluto e prego per Lei.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. Mi dici che non sei degno di rivolgerti a me. Le tue parole mi rimandano al centurione che ha detto al Signore: “Non sono degno che tu entri nella mia casa…” (Mt 8,8).
Mi dici che hai sbagliato gravemente…
Ma Cristo ti ha redento. Ha versato tutto il suo sangue per te. L’avrebbe versato tutto anche se nel mondo fossi esistito solo tu.
Dal momento che sei stato ricomprato a così caro prezzo, in virtù dei meriti di Cristo tu sei degno non solo di parlare con me, che sono un ministro di Cristo, ma sei degno e hai addirittura diritto di parlare con Dio!
Di recente un giovane mi ha detto che non è degno di entrare nell’Ordine domenicano e stare sotto il manto della Madonna perché ha commesso peccati molto gravi.
Gli ho risposto: da te stesso non ne sei degno. Ma Cristo ti ha ricomprato a caro prezzo e allora per i meriti di Nostro Signore sei diventato degno di stare sotto il manto della Madonna e l’Ordine non potrà negarti la sua misericordia.
Con questo però ti dico: conservati nell’umiltà, e cioè nella consapevolezza che – dipendentemente da te – non sei degno di…
Ognuno di noi, in base solo a se stesso, deve dire sempre quello che dici tu: non sono degno…
Diventiamo degni solo per i meriti di Nostro Signore.
2. In riferimento alla tua confessione, comprendo benissimo le lacrime liberatorie che hai versato. Quel giorno, incontrandoti con Gesù che libera da ogni male, sei stato liberato.
Quante volte ho visto anch’io nell’esercizio del sacramento della Confessione le lacrime liberatorie sul volto di tante persone.
Alcune mi hanno detto: “Questo è il giorno più bello della mia vita”.
Un giovane una volta mi ha detto: “Adesso posso anche morire!”.
Alla mia domanda: “E perché?”, ha risposto: “Perché sono adesso sono a posto!”.
3. Ma l’oggetto preciso della tua e-mail è il seguente: quella volta, poiché eri emotivamente sconvolto, assolutamente in buona fede hai dimenticato di dire che le rare volte che precedentemente ti eri confessato avevo taciuto quel peccato.
Se tu hai detto al sacerdote: “Le voglio accusare un peccato che non ho mai avuto mai avuto il coraggio di confessare”, posso pensare che il sacerdote abbia capito tutto e cioè che nella tua vita ci sono state delle confessione e delle comunioni mal fatte.
Se in te, nonostante tutto persiste il dubbio, in una prossima confessione puoi dire al sacerdote: “Qualche tempo fa ho fatto una confessione che ha cambiato la mia vita: ho rivelato un peccato grave che nelle rare confessioni precedenti avevo taciuto, perché l’avevo rimosso dalla mia vita, anche se qualche volta tornava a tormentarmi.
Conseguentemente ho fatto anche la santa Comunione.
Nella confessione in cui ho rivelato finalmente quel peccato, poiché emotivamente sconvolto, in buona fede non ho parlato delle confessioni e comunioni mal fatte”.
Il Sacerdote sarà molto comprensivo e non ti chiederà di rivelare il peccato di cui sei già assolto, perché l’omissione dell’accusa non fu volontaria.
Ti ringrazio per la fiducia riposta nel nostro sito, ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo