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Quesito
Caro padre,
la ringrazio perché trova sempre il tempo di rispondere alle mie domande.
Grazie a lei riesco a fare luce su alcuni passaggi più ostici del Verbo che è effettivamente acqua viva come ho potuto constatare.
Può fornirmi un ulteriore indizio per comprendere un passaggio che non mi è chiaro? Nel Salmo 27,13 cosa si intende con terra dei viventi?
Se non ci scriviamo nel frattempo, le auguro buone feste e nelle mie preghiere giornaliere chiederò che il Padre la protegga e la tenga in salute.
G G
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ricorre diverse volte nell’Antico Testamento la parola “terra dei viventi”.
Nel salmo 27,13 si legge: “Sono certo di contemplare la bontà del signore nella terra dei viventi”.
Nel salmo 116,9: “Io camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi”. Nella traduzione della Volgata: “Piacerò al Signore nella terra dei viventi”.
Così pure nel salmo 52,7: “Perciò Dio ti demolirà per sempre, ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi”.
Questa espressione si trova anche in Isaia 38,11: “Non vedrò più il Signore sulla terra dei viventi”.
2. Per comprendere questa espressione va ricordato che per lungo tempo in Israele si è pensato che dopo la morte rimanesse soltanto l’ombra di coloro che erano vissuti in questo mondo.
Ora le ombre non hanno vita, sono tutte più o meno uguali.
Finire nello Sheol, come chiamavano l’oltretomba, era una disgrazia perché di là non si poteva più lodare Dio.
3. In diversi salmi emerge questo senso di sgomento e di tristezza. Per cui si supplica Dio di evitarci di finire negli inferi perché lì non lo si può lodare e non si possono ricevere i suoi favori.
Così, ad esempio, nel salmo 88,11-13: “Compi forse prodigi per i morti? O si alzano le ombre a darti lode? Si narra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà nel regno della morte? Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi, la tua giustizia nella terra dell’oblio?”.
Nel salmo 6,6: “Nessuno tra i morti ti ricorda. Chi negli inferi canta le tue lodi?”.
4. Nel salmo 30,10 Davide supplica Dio di mantenerlo ancora in questa vita perché di là non potrebbe zelarne la gloria: “Quale guadagno dalla mia morte, dalla mia discesa nella fossa?
Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà?”
5. Solo negli ultimi secoli avanti Cristo emerge la fede che lo Sheol non sarà più il luogo dove si sopravvive come ombre, ma si vive una vita immortale con tanto di retribuzione per i buoni e per i malvagi.
Per inciso va ricordato che i Sadducei erano rimasti al concetto di sopravvivenza come ombra, perché non accoglievano i libri posteriori al Pentateuco. I farisei invece credevano nella risurrezione nella vita futura.
6. Per noi, oggi, la terra dei viventi è quella del paradiso dove possiamo godere della comunione con Dio e regnare insieme con Cristo.
Per questo possiamo ripetere con pieno significato: “Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi”.
Come inversamente non vi sarà nessuna partecipazione alla comunione con Dio e con gli abitanti del paradiso per coloro che saranno esclusi dalla terra dei viventi.
7. Per questo nella Liturgia delle esequie la Chiesa ha recuperato l’espressione: Placebo Domino in regione vivorum (piacerò al Signore nella terra dei viventi; o anche: camminerò davanti al Signore nella terra dei viventi, esprimendo in tal modo la fiducia di una vita piena al cospetto di Dio).
Con l’augurio di poter cantare anche noi Placebo Domino in regione vivorum, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo