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Quesito
Buonasera Padre,
le scrivo per un chiarimento circa il Sacramento dell’Unzione degli infermi.
Proprio stasera dopo lunga malattia è deceduta mia zia di nome…
Questa zia è stata una persona esemplare per l’abnegazione e il bene fatto al prossimo; tuttavia, per ragioni che mi rimangono ignote (forse per una certa inerzia spirituale o per la sua abitudine a dedicarsi totalmente alla famiglia) non frequentava i Sacramenti da quando era bambina. Perciò niente Messa domenicale, niente Sacramento della Penitenza, niente Eucaristia e precetto Pasquale ecc per decenni.
Ogni tanto le si parlava dei Sacramenti, in generale, e dell’importanza di essere in grazia. Lei ascoltava volentieri ed era felice nel sentir parlare di Maria, di Gesù, del Paradiso ma non ha dato segni di impegnarsi nell’iniziare a praticare la Fede cambiando abitudini e andando in Chiesa.
Qualche settimana fa questa zia è stata ricoverata in una struttura per malati terminali. Qui ha accettato la visita del parroco dicendo: “Una benedizione la accolgo volentieri”. Il parroco è venuto e le ha dato l’Unzione degli infermi. Lei rispondeva alle formule. Tuttavia coloro che erano presenti mi hanno poi detto che il parroco ha iniziato a darle l’Unzione senza chiederle di premettere la Confessione.
Dopo pochi giorni da questo episodio questa zia ha perso la lucidità mentale e, mentre si trovava già senza coscienza, un altro sacerdote le ha fatto visita e le ha conferito nuovamente l’Unzione degli infermi.
Ora, siccome il Sacramento dell’Unzione degli infermi, come lei ha detto citando il Catechismo e San Tommaso, cura lo spirito, il quale deve essere già in grazia, e toglie il peccato mortale solo se è impossibile la Confessione e se vi è un minimo di contrizione, mi chiedo se è possibile sperare che la seconda Unzione degli Infermi che mia zia ha ricevuto (ovvero quando era in stato di incoscienza) abbia rimediato alla prima Unzione degli Infermi data dal parroco in stato di coscienza ma senza Confessione.
Tuttavia, da come Lei stesso ha spiegato, occorrerebbe la contrizione affinché l’Unzione conferita in stato di incoscienza rimetta anche i peccati mortali. In questo caso però resta da sperare solo che Gesù le abbia suggerito questa contrizione in maniera intima e misteriosa.
Non so se le è chiara la situazione. Le chiedo scusa per la lunga descrizione ma ho cercato di spiegare il tutto come meglio ho potuto.
La ringrazio
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. il caso di tua zia è simile a quello di molti altri che hanno condotto una vita buona e onesta e hanno creduto in Dio ma non hanno partecipato ai sacramenti.
2. I sacramenti sono le vie ordinarie della grazia e sono necessari per la salvezza, soprattutto il battesimo, la confessione e l’eucaristia.
3. A proposito dell’eucaristia Gesù ha detto: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,53-58).
4. L’espressione: in verità in verità io vi dico è sinonimo di un giuramento solenne.
Pertanto non si tratta di parole espresse in forma esortativa. Troviamo invece di fronte ad un comando di Gesù.
Quella sua affermazione: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita” fa capire che è difficile che uno possa conservare la vita spirituale e morale necessaria per raggiungere la salvezza senza l’eucaristia.
5. Venendo al caso di tua zia che non faceva la santa comunione né si confessava, va ricordato ciò che si legge nella Sacra Scrittura: “L’intimo dell’uomo e il suo cuore: un abisso!” (Sal 64,7) e “L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore” (1 Sam 16,7).
6. Inoltre sappiamo con certezza che i sacramenti sono i mezzi ordinari attraverso i quali Dio comunica la grazia, senza la quale non è possibile entrare in paradiso.
Ma siamo pure certi che Dio conosce anche altre strade per poter entrare nel cuore dell’uomo. Egli infatti vuole salvi tutti gli uomini (cfr 1 Tm 2,4) e che fa di tutto fino all’ultimo per portare ogni uomo alla salvezza, alla comunione con Sé.
7. È vero che ha ricevuto l’unzione degli infermi. Ma, come osservi giustamente, l’unzione degli infermi prerichiede la confessione.
Nel caso che uno non sia incapace di compiere la confessione supplisce la contrizione almeno imperfetta.
Pertanto di fronte al caso di tua zia abbiamo la speranza che abbia avuto un qualche pentimento dei peccati. Per cui ci sono fondati motivi per dire che si sia salvata.
La cautela nelle parole è determinata anche dal fatto che la Chiesa è certa della salvezza eterna di una persona solo quando viene canonizzata, e cioè inserita nel catalogo dei santi.
Non dobbiamo tuttavia far mancare i suffragi ai nostri defunti.
È un dovere di giustizia e di carità per quanto hanno fatto per noi.
Tanto più, e di questo siamo certi sulla parola di San Tommaso e anche per nostra personale esperienza, che le anime del Purgatorio non solo sono riconoscenti, ma sono riconoscentissime.
Augurandoti ogni bene, assicurando la mia preghiera per te e per i tuoi cari defunti, ti benedico.
Padre Angelo