Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Carissimo padre Angelo Bellon OP,
sono un ragazzo di … anni. Frequento i sacramenti, la s. Messa, prego, conduco una vita cristiana, ma ho frequenti cadute in rapporti omosessuali con partner occasionali, sono single. Già diverse volte ho confessato questo mio peccato, sia pur con grande difficoltà, al sacerdote durante la confessione con il mio proposito di non commettere più questo peccato. Il proposito ed il dolore ci sono sempre, ma ricado sempre. Si immagini come vivo, come un gatto che si morde la coda. Questa mattina, infelicemente, un sacerdote (che non conoscevo) mi ha negato l’assoluzione dicendomi che non sapeva se poteva concedermela, doveva chiedere informazioni al suo superiore.
Le garantisco che non ho giudicato male quel sacerdote, anzi in cuor mio mi son detto "Era quello che meritavo, quando ti decidi una volta per tutte ad interrompere questo vizio?"
Ovviamente non voglio stare senza assoluzione, perchè voglio ricevere la Comunione (durante questi giorni non la ricevo, ma vado a Messa).
Le mie domande sono queste:
1. Come mi devo comportare?
2. E’ giusto confessare questo peccato solo a sacerdoti che non conosco?
(Ovviamente ne provo vergogna)
3. E’ giusto vivere come una mortificazione questo mio status della sessualità?
4. Come vivere la continenza perfetta? (E’ la mia massima aspirazione).
5. E’ necessario focalizzarsi solo su questo peccato, magari tralasciandone altri che potrebbero essere ancor più gravi?
Grazie padre Angelo,
mi perdoni l’anonimato.
A presto sentirci!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. hai fatto bene a prenderti la negazione della assoluzione come un richiamo molto forte del Signore: forse ti impegni poco a rinnovare la tua vita.
Capisci da te stesso che non si tratta di vero amore, di un uso del tutto impuro dei corpi di tante persone e di una cosificazione della loro stessa persona, ridotta a oggetto di soddisfazione personale, senza lasciare alcun costrutto.
Non è certamente questo il disegno divino sulla sessualità, disegno che di natura sua è santificante e pertanto sempre più elevante.

2. Rispondo adesso alle tue singole domande.
1. Come mi devo comportare?
Hai sentito il Vangelo di domenica scorsa: “E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna” (Mc 9,45).
Questo piede sta a significare frequentazioni di persone o di ambienti che inducono in tentazione.
Scansare l’inferno vale qualsiasi sacrificio.

2. E’ giusto confessare questo peccato solo a sacerdoti che non conosco?
(Ovviamente ne provo vergogna)
Meglio sarebbe tenere sempre il medesimo confessore.
Ma se questo talvolta non è possibile, vai a riparare il tuo peccato anche accettando la vergogna di doverlo dire ad un altro sacerdote, il quale, peraltro e come ben sai, è tenuto al segreto.

3. E’ giusto vivere come una mortificazione questo mio status della sessualità?
Nella situazione in cui ti trovi devi realizzare la tua sessualità facendoti dono all’interno della società e della Chiesa, ma con la volontà ferma di rimanere casto.
In questo modo la tua sessualità, e cioè la tua inclinazione ad amare, non viene mortificata, ma realizzata nella strada giusta.
La condizione della castità è necessaria perché diversamente non si tratterebbe di vero amore, ma di abuso dei corpi e delle persone altrui, oltre che una profanazione molto grave del proprio corpo, chiamato ad essere mediante la purezza tempio dello Spirito santo..

4. Come vivere la continenza perfetta? (E’ la mia massima aspirazione).
Eliminare nella tua testa pensieri, desideri, fantasie che non portano a realizzare il disegno divino sulla sessualità.
Nello stesso tempo devi disciplinarti nel tuo sguardo, cosa che del resto deve fare anche ogni altra persona. Anche qui l’ammonimento del Signore è molto severo: “E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, doveil loro verme non muore e il fuoco non si estingue” (Mc 9,47-48).  

5. E’ necessario focalizzarsi solo su questo peccato, magari tralasciandone altri che potrebbero essere ancor più gravi?
No, non c’è solo questo problema nella vita, anche se nella tua vita spirituale è uno dei problemi più grossi.
Bisogna sempre avere uno sguardo onnicomprensivo su tutti i nostri doveri.
Gesù ha detto che “bisogna fare una cosa, senza tralasciare l’altra” (Mt 23,23).

3. Cerca di aver molta preghiera nella tua vita e di chiedere alla Beata Vergine Maria, soprattutto nel Santo Rosario recitato quotidianamente, di ottenerti la grazia di una vita pura, l’unica che ti permette di essere tempio dello Spirito Santo e sempre nella gioia e nella pace.

Ti assicuro la mia preghiera e la mia benedizione.
Padre Angelo