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Quesito

(pubblichiamo solo alcuni stralci di una bellissima lettera di F.)

Caro Padre Angelo,
Intanto mi presento: sono F., ho 33 anni, sono sposata da 11, e ho due bellissimi bambini di 9 e 5 anni. Devo dire che la mia vita è sempre stata legata alla chiesa (credo di non esser mai mancata a messa dalla prima comunione), anche se nella mia famiglia non si viveva da praticanti. (…)
Devo dire, però, che negli ultimi anni, la nostra fede si è limitata alle messe di precetto, e anche se ho sempre sentito quella sete di Dio nel mio cuore, non riuscivo a staccarmi abbastanza della mia comodità per cercarLo.(…)
Durante queste settimane, in cui ho usato tutto il mio tempo libero per leggere (il tempo che prima usavo per i giornalini adesso lo uso leggendo encicliche e siti cattolici, e così sono finita sul suo sito), mi è sembrato di aver ri-scoperto la mia fede. E’ come se prima fossi appartenuta ad un’altra religione. E così meravigliosa la nostra Chiesa! Dio è così Grande e Sapiente e ha pensato ad una fede così piena e bella! E non ho parole per parlare dell’Eucaristia: infatti Dio mi ha regalato tanti scritti di santi e beati e papi che parlano di questo dono enorme e sublime che ci a fatto in Gesù… Non ho mai frequentato la messa cosi assiduamente come adesso (…)
Fin qui tutto bello, perché parla del Dio meraviglioso che ho, ma io sono così incapace di ricevere le cose così semplicemente come Lui me le dona…
Ovviamente mio marito ha notato qualche cambiamento, ma purtroppo, anche se non è una persona che vive lontano dalla Chiesa, non è così felice di quello. Quando voglio ritagliarmi solo mezzora il sabato prima della messa per l’adorazione (è l’unico momento in cui trovo la chiesa aperta, nei miei scarsi tempi liberi di lavoratrice full-time e mamma di due bimbi), trovo sempre qualche commento di disapprovazione. E so che sono io quella che sbaglio, perché tutto quello che viene da Dio è buono, e dovrebbe creare nell’altro solo bontà. Ma io non sono capace di trasmettere quella bontà che ricevo, e invece di avvicinarmi a mio marito, sento che mi allontano, e questo ovviamente non è opera di Dio. Lui dice che con questo mio atteggiamento “mistico” tolgo tempo alla mia famiglia, e io ho sempre quel timore (…)
Veramente questo è un momento in cui la mia vocazione si fa molto dura, perché so che noi ormai siamo uno, e che dobbiamo santificarci insieme, però so anche che lui è una persona libera e che non posso obbligarlo a vivere il mio cammino di fede. Cosa si fà in questi casi? Io prego costantemente per la santificazione della mia famiglia, e chiedo alla Vergine di essere all’altezza del ruolo di sposa e mamma, ma temo che stia sbagliando strada. Però se io lascio passare, dov’è il testimonio? So che prima di chiedere a mio marito di pregare insieme, devo cercare di ritrovare anche il dialogo quotidiano, quello che parla dell’intimo della persona, delle cose più profonde, che man mano si è perso. Ma trovo dalla sua parte una non disponibilità per aprirsi, e quindi non posso fare un dialogo, sarebbe un monologo.
La prego di darmi qualche dritta, perché mi trovo persa.
Grazie del suo tempo.
F.


Risposta del sacerdote

Cara F.,
sono contento del tuo ricupero nella vita di fede. Il Signore ti stava chiamando e finalmente hai udito la sua voce.
Capisco tutto quello che provi e capisco anche l’incapacità di tuo marito a comprendere quello che stai vivendo. Per tanti anni hai camminato col suo passo e adesso tu ti trovi con altre esigenze…

Come prima cosa ti consiglierei di cominciare con i tuoi bambini: pregate insieme?
Il mese di maggio sarebbe stata una bella opportunità per trovarsi insieme a pregare.
Adesso puoi cogliere l’occasione di qualche festa mariana. Ve ne sono in continuazione. E tu potresti dire già qualche tempo prima: il tal giorno è la festa della Madonna, possiamo prepararci per ricevere qualche grazia?
Se la preghiera sarà fatta a tempo opportuno e secondo le capacità dei piccoli, non penso che ti diranno di no.
E quando voi tre vi troverete in preghiera, sarà facile anche per tuo marito accodarsi.

Per la mezz’ora di adorazione prima della Messa: sono certo che in virtù di quella mezz’ora il Signore riversa tante grazie su di te e sulla tua famiglia.
Tu stessa ti accorgi che la S. Messa viene vissuta meglio.
Ma se tuo marito trova sempre da dire, ebbene, sarebbe più opportuno rinunziarvi. È un grande atto di carità evitare che altri manchino alla carità.
Io ti direi di cercare in altri momenti l’intimità col Signore. Ad esempio, prima di metterti a letto o, meglio ancora, al mattino presto.
Se tu ti alzassi dieci minuti o un quarto d’ora prima del solito (evidentemente andando a dormire dieci minuti o un quarto d’ora prima!) e dedicassi quel tempo alla meditazione (fatta attraverso la lettura del Vangelo o della vita di santi o di libri spirituali) e alla preghiera: oh come si trasformerebbe tutta la tua giornata!
La preghiera del mattino è come rugiada. A questa preghiera Dio dona una grazia.
E allora non daresti fastidio a nessuno. Nessuno potrebbe dire che trascuri i bambini o i lavori di casa.
E intanto cambierebbe la tua vita. E poi, senza che tu te ne accorga, cambieranno tante altre cose anche attorno a te.
Siamo noi, col nostro comportamento, che diamo il tono alla vita di famiglia.
La consolazione che provi nella mezz’ora di adorazione, Dio te la restituirà in altro modo, perché tu te ne privi per Lui, perché non venga offeso e non venga meno la pace nella tua famiglia.

Continua a leggere i siti cattolici. Sono come il corvo che portava ad Elia il cibo quotidiano in tempo di carestia. Il Signore si serve anche di noi e del nostro umile servizio.

Per ora mi fermo qui.
Intanto ti assicuro la mia preghiera soprattutto nella celebrazione della S. Messa.
Benedico te e i tuoi familiari.
Padre Angelo