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Quesito
Buongiorno Padre Angelo,
sono un giovane ragazzo di 18 anni che si sta riavvicinando alla Fede cattolica dopo un periodo di ateismo e già da circa un anno partecipo quasi sempre alla Messa domenicale e alle feste di precetto.
Ho però un grande problema, nonostante mi dolga molto dei miei peccati non riesco a trovare il coraggio di andarmi a confessare da un sacerdote.
Ho letto molte delle sue risposte sui quesiti sulle confessioni che le sono state poste e ho seguito il suo consiglio per l’esame di coscienza e scrivendo i peccati che ricordavo secondo lo schema che segue il decalogo da lei consigliato; ma nonostante ciò non trovo il coraggio necessario per recarmi in confessionale, perché? Cosa mi consiglia?
Volevo, inoltre, porle un altro quesito: dato che la confessione sacramentale è necessaria per ricevere la Comunione in stato di grazia, nel caso ricevessi il Corpo di Cristo profondamente contrito dei miei peccati e con la ferma volontà di trovare il coraggio di confessarmi, ma non ancora confessato, sarebbe comunque sacrilegio?
La ringrazio molto per la sua risposta e tutto lo staff di Amici Domenicani per il prezioso lavoro che svolgete. Spero mi possa ricordare nella preghiera.
Cordiali saluti.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. sono contento di sentire che ti stai riavvicinando a Gesù Cristo.
È tutta opera sua.
Sebbene tu con l’ateismo l’avessi rinnegato, il Signore ha continuato a tenere lo sguardo su di te e finalmente è riuscito a far breccia.
Ha infuso nel tuo cuore l’attrazione verso di sé.
La fede cattolica, come tu la chiami, non consiste semplicemente nell’aderire a delle verità quanto mai belle e importanti, ma soprattutto nell’avvertire un’attrazione, un fascino, un trasporto verso Gesù Cristo.
Anche tu puoi confermare l’esperienza di Sant’Agostino il quale ha descritto la sua mirabile conversione con le seguenti parole: “Mi hai chiamato, hai gridato e hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e finalmente hai guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te” (Confessioni, 7, 10, 27).
2. Adesso c’è il problema della confessione sacramentale che per te costituisce una difficoltà apparentemente insormontabile.
Al punto che chiedi se un atto di contrizione emesso dal più profondo del cuore possa sostituirla e farti accedere alla Santa Comunione in modo che Cristo ti dia la forza di confessarti.
Per quanto questa strada sia suggestiva, tuttavia non è percorribile.
3. Perché c’è qualcosa che non solo può eliminare il timore e la ritrosia di accedere a questo sacramento, ma addirittura te ne può dare uno slancio.
Ed è l’amore per Gesù Cristo.
Devi risolverti di andare a confessare per esprimere il tuo amore a Cristo con un atto concreto di umiltà e di penitenza.
L’amore vince tutto.
4. Devi rimuovere ogni pensiero di timore per lasciare posto al desiderio di amare Gesù Cristo.
Chiedi al Signore di darti la forza, il desiderio e lo slancio di compiere un atto di amore per lui.
Sarà questo il punto più alto della tua esistenza sotto il profilo spirituale.
5. Il timore della confessione è ingrandito in te dal tuo avversario. Il demonio per trattenerci dall’accedere ai beni spirituali ingrandisce il timore.
Il Santo Curato d’Ars, che confessava circa 80.000 persone all’anno, diceva che sacerdote non si stupisce di nessun peccato che possa essere confessato. E non solo perché ne ha sentiti di peggio, ma perché il Signore gli dona una grazia particolare: quella di essere un segno concreto, tangibile e attraente della sua misericordia.
6. C’è un versetto che i domenicani cantano al termine della Salve Regina nella chiusura della giornata. Si rivolgono a Maria e le dicono: “Dignare me laudare te, Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos” e cioè: “Donami la grazia di poterti lodare, Vergine Santa. Dammi forza contro i tuoi nemici”.
Mi piace parafrasarla nel tuo caso esprimendola così: “Donami la grazia di poterti amare, Signore Gesù. Dammi forza contro ogni timore”.
7. Sarebbe bello se tu potessi esprimere questo atto così grande di amore per il Signore, quale mai finora l’hai compiuto, nella festa di San Giuseppe, martedì prossimo, il 19 marzo.
A San Giuseppe Dio ha dato la grazia di essere il terrore dei demoni come premio per averlo salvato soprattutto nel momento della persecuzione di Erode e della fuga in Egitto.
Ti accompagno volentieri con la preghiera e con il ricordo nella Santa Messa perché la Madonna e San Giuseppe ti ottengano questa grazia singolare.
Ti benedico e ti auguro un vigoroso cammino nella sequela di Cristo!
Padre Angelo