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Quesito

Caro Padre Angelo,
Le chiedo di spiegarmi il significato vero di quanto ha detto Gesù: Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Cosa rappresenta chiedere nel Suo Nome?
Grazie e un caro saluto.
Stefano


Risposta del sacerdote

Caro Stefano,
1. sono contento di darti la spiegazione di quanto ci ha detto il Signore perché sono certo di dare soddisfazione a te e a tanti nostri visitatori.
Questa mia certezza poggia sul fatto che ti fornisco la spiegazione del più grande dei teologi, San Tommaso d’Aquino,
 Te la trascrivo. I corsivi e i grassetti e i numeri sono miei.

2. “Gesù dice: «Qualunque cosa chiederete io la farò».
Come mai dice questo quando noi vediamo che molti fedeli chiedono e non ottengono?

3. Per Agostino qui bisogna ben considerare due cose: primo, la sua precisazione: «… nel mio nome»; secondo, quella sua conclusione: «io la farò».

4. Infatti il nome di Cristo è nome di salvezza, come nota il Vangelo (Mt 1,21): «Gli porrai nome Gesù, perché salverà il suo popolo dai loro peccati». Perciò solo chi chiede qualcosa riguardante la salvezza chiede nel nome di Cristo.

5. Capita invece che alcuni chiedano cose che non riguardano la salvezza, per due motivi.
Primo, per il loro affetto disordinato: come quando uno chiede cose agognate, che una volta possedute impedirebbero la sua salvezza. Perciò chi chiede in questo modo non viene esaudito, perché chiede malamente. San Giacomo (4,3) diceva: «Chiedete e non ottenete, perché chiedete malamente». Infatti, quando uno, spinto da un affetto disordinato, è portato a usare malamente quello che desidera ottenere, non l’ottiene per un atto di misericordia del Signore, il quale non esaudisce secondo l’aspirazione, ma secondo l’utilità di chi prega. Poiché nella sua bontà il Signore spesso nega quello che chiediamo, per donarci quello che avremmo dovuto preferire.
Secondo, per l’ignoranza: come quando uno crede che gli giovi una data cosa, mentre di fatto non gli giova. Ebbene, per costoro Dio non compie quello che chiedono, quasi per un atto di riguardo, o condiscendenza. San Paolo infatti, il quale lavorò più di tutti gli altri, tre volte pregò il Signore per essere liberato dallo stimolo della carne; ma non ottenne quello che chiedeva, perché ciò per lui non era opportuno (vedi 2 Cor 12,8). Come dice lui stesso (Rm 8,26): «Non sappiamo quello che dobbiamo dire nelle nostre preghiere, per pregare come si deve; ma lo Spirito stesso intercede per noi con ineffabili sospiri». E in Mt 20,29 si legge: «Voi non sapete quello che domandate». Perciò è evidente che quando chiediamo nel suo nome, ossia nel nome di Gesù Cristo, egli interviene.

6. Ma egli dice pure: «io lo farò», al futuro; non già: «io lo faccio», al presente; poiché talora egli differisce il compimento di ciò che chiediamo, per acuire il nostro desiderio, e per compierlo al momento opportuno. Nel Levitico (26,3) si legge: «Io vi darò la pioggia a suo tempo»; e in Isaia (49,8): «Nel tempo propizio ti ho esaudito e nel giorno di salvezza ti ho soccorso».

7. Inoltre talora capita che noi preghiamo per una persona, per la quale non veniamo esauditi a motivo dei suoi demeriti. Vedi in proposito Gr 7,16: «Tu dunque non pregare per questo popolo… perché non ti esaudirò»; e ancora (ib., 15,1): «Quand’anche Mosè o Samuele si presentassero davanti a me, l’animo mio non si volgerebbe più verso questo popolo».

8. Nella frase successiva («… perché il Padre sia glorificato nel Figlio») il Signore indica lo scopo di tutto questo.
Però Agostino legge così quest’ultimo brano: «Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, io la farò». E qui punto; per poi riprendere: «Perché il Padre sia glorificato nel Figlio, se voi chiederete qualcosa nel mio nome, io lo farò». Come per dire: Farò quello che voi chiederete nel mio nome, «perché il Padre sia glorificato nel Figlio», e tutto ciò che il Figlio compirà sia ordinato alla gloria del Padre. Più sopra (Gv 8,50) Gesù ha detto: «Io non cerco la mia gloria».
E così anche noi dobbiamo ordinare tutte le nostre opere alla gloria di Dio. «Fate tutto per la gloria di Dio» (1 Cor 10, 31)” (San Tommaso, Commento al vangelo di Giovanni 14,13).

Penso che anche tu sia rimasto soddisfatto della spiegazione del nostro san Tommaso. È profonda, illuminante e stimola a conformare le nostre richieste alla volontà del Signore perché Lui in tutto sia glorificato.

Ti assicuro una preghiera nel nome di Gesù e ti benedico.
Padre Angelo