Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Gentile Padre Angelo
Sono un ragazzo di 27 anni che si trova un po’ disorientato in vista di una scelta di vita.
Sono iscritto ormai da due anni al movimento domenicano del Rosario.
Trovo curioso il fatto che c’è da parte mia interesse per il vostro ordine, legato così profondamente al santo Rosario: Forse la curiosità aumenta, se si considera che la mia zona è una terra francescana per tradizione e per storia.
Mi sento attratto dell’abito dell’Ordine dei predicatori.. ma allo stesso tempo mi rendo conto dei miei limiti in materia di loquacità e di espressione.. un po’ per timidezza, o forse perché non sono molto abituato a discorrere con frequenza.
Le domando qualche consiglio, poiché mi sento un po’ spaesato riguardo al mio futuro.
Pur essendo credente, praticante, impegnato nella mia parrocchia, sarebbe mio desiderio indagare se il Signore mi chiamasse a dedicare totalmente la mia vita per Lui, magari anche nel vostro ordine;
oppure a fare del bene in parrocchia o sul posto di lavoro, o dove mi trovo ora.
Le chiedo un ricordo nella preghiera e qualche delucidazione sulla spiritualità dell’Ordine domenicano, in particolare sulla predicazione orale e scritta e la predicazione delle opere.
Un ricordo nella preghiera, specialmente nel Rosario.
Vittorio


Risposta del sacerdote

Caro Vittorio,
1. non mi meraviglio che tu ti senta attratto dall’abito dell’Ordine dei Predicatori.
È un abito, potrei dire, fatto su indicazioni della Madonna stessa.
È stata infatti la Madonna a consegnare al beato Reginaldo lo scapolare, che è il segno della sua materna protezione su di noi in vita e in morte.
San Domenico, fino ad allora, portava una tonaca bianca con una mozzetta. Era il vestito dei canoni di Osma.
Ma con lo scapolare la veste di San Domenico assume foggia diversa e riceve un connotato mariano.
Questo connotato mariano rifulge ulteriormente per la presenza del Rosario che pende dalla cintura.
Padre Congar, che è stato un  grande teologo del nostro Ordine nel secolo ventesimo, evidenziava come la presenza della corona del Rosario rendesse anche visibilmente il frate Predicatore come un uomo religioso, un uomo di Dio, che secondo lo stile di vita e il volere del Santo Padre Domenico “parla con Dio o di Dio”.

2. Mi chiedi come venga attuata la predicazione domenicana.
Non vi è una forma esclusiva.
Può essere attuata nelle forme più svariate.
Penso in questo momento al beato Angelico, che ha predicato non dal pulpito, ma attraverso i suoi dipinti. E attraverso questi suoi dipinti predica tuttora. Non è una forma eccellente di predicazione?
Questa svariatezza delle forme di predicazione è determinata dal fatto che i domenicani sono mandati a tutti, e di tutti devono essere solleciti della loro salvezza.
Proprio per questo, come san Paolo, devono sapersi fare tutto a tutti (1 Cor 9,22).
Nelle nostre Costituzioni si legge: “Sull’esempio di s. Domenico, che fu pieno di sollecitudine per la salvezza di tutti gli
uomini e di tutti i popoli
, sappiano i frati che sono inviati a tutti gli uomini, di ogni categoria
e nazionalità, credenti e non credenti, e specialmente ai poveri, affinché volgano il loro
animo a evangelizzare e a impiantare la Chiesa fra le genti, e a illuminare e confermare nella
fede il popolo cristiano” (n. 98).

3. Molti domenicani predicano attraverso l’insegnamento, che è una forma particolare di irradiazione della parola di salvezza.
Altri predicano con gli scritti.
Altri predicano nelle Chiese.
Altri nella celebrazione dei sacramenti, sopratutto della Confessione o penitenza.
Altri nelle missioni o nelle bidonvilles.
Cito ancora un passo delle Costituzioni:
“§ I. – Il ministero della parola, in qualunque forma venga esercitato, è intimamente
connesso con i sacramenti ed in essi trova il suo coronamento. La vita cristiana, infatti,
nasce, si nutre e si irrobustisce con la parola e con i sacramenti. Per questo si istruiscano i
fedeli circa i sacramenti affinché possano comprenderne il significato e vengano
convenientemente preparati a celebrarli.
§ II. – Poiché l’Eucaristia è il centro della vita della Chiesa, fonte e culmine di tutta
l’evangelizzazione, i frati, considerando attentamente la grazia di questo eccelso mistero,
abbiano cura di valutarne l’importanza sia per la propria come per l’altrui salvezza e
cerchino di convincere i fedeli della sua efficacia e fecondità affinché con devozione,
frequenza e in modo attivo partecipino alla «frazione del pane».
§ III. – Il sacramento della penitenza e la sua celebrazione sono intimamente connessi con il
ministero della parola, perché la conversione del cuore, che la predicazione si sforza di
suscitare, trova la sua perfezione nel perdono e nella riconciliazione con Dio e con la Chiesa,
e inoltre perché concorre all’illuminazione e alla formazione della coscienza, nonché al
progresso dello spirito evangelico” (n. 105).

4. Mi ha sempre colpito quanto un certo fra Buonviso di Piacenza depose al processo di canonizzazione di San Domenico: “Aggiunse infine il medesimo teste che, quand’egli era novizio, pur non avendo alcuna pratica della predicazione, perché ancora non aveva studiato Sacra Scrittura, ricevette l’ordine dal predetto fra Domenico che si trovava a Bologna di andare a Piacenza per predicarvi.
E siccome egli si schermiva adducendo a scusante la sua incapacità, egli con dolcissime parole lo convinse ad andare.
Gli disse: «Va’ con sicurezza, perché il Signore sarà con te e porrò sul tuo labbro le parole da dire». Il teste ubbidì e andò a Piacenza a predicare. E tanta grazia gli elargì il Signore, che per la sua predicazione tre frati entrarono nell’Ordine dei Predicatori”.
Quanti come fra Buonviso sono tentati di schermirsi e dire: ma io non sono capace, non sono all’altezza, sono impacciato…
Ma anche ad essi il santo Padre Domenico volge lo sguardo  e dice: «Va’ con sicurezza, perché il Signore sarà con te e porrò sul tuo labbro le parole da dire».
Se è per questo, ti dico di non avere paura: il Santo Padre Domenico, dopo averti chiamato, ti assisterà e ti accompagnerà sempre.

5. Mi preme presentarti infine la fisionomia dell’Ordine, con il volto che l’Ordine presenta di se stesso in alcuni punti della Costituzione fondamentale.

§ II. – L’Ordine dei frati predicatori, fondato da s. Domenico, fin dalle sue origini è noto esser stato istituito in modo specifico per la
predicazione e la salvezza delle anime
.
Perciò i nostri frati, secondo l’insegnamento del
fondatore, «ovunque, come persone che desiderano procurare la propria e l’altrui salvezza,
si comportino onestamente e religiosamente, da uomini evangelici che, seguendo le orme del loro Salvatore, parlano con Dio o di Dio al prossimo».

§ III. – Perché si realizzi in noi la perfezione dell’amore di Dio e del prossimo nella sequela del Cristo, inseriti con la professione nel nostro Ordine, veniamo consacrati totalmente a Dio
e, in maniera nuova, messi a totale disposizione della Chiesa universale, «completamente
impegnati ad annunciare la parola di Dio» in tutte le sue forme.

§ IV. – Partecipi della missione degli Apostoli, ne seguiamo anche la vita nella forma concepita da s. Domenico,
vivendo la vita comune con un cuore e un’anima sola,
fedeli nell’osservanza dei consigli evangelici,
fervorosi nella celebrazione comune della liturgia, specialmente dell’Eucaristia e dell’ufficio divino, e nella orazione privata,
assidui nello
studio
,
perseveranti nell’osservanza regolare.
Tutte queste note caratteristiche della nostra vita non solo contribuiscono alla gloria di Dio e alla nostra santificazione, ma servono anche direttamente alla salvezza degli uomini, in quanto tutte insieme ci preparano e stimolano alla predicazione, a cui danno, e dalla quale a loro volta ricevono, vigore di vita.
Da questi diversi
elementi saldamente connessi tra loro, armonicamente contemperati e che in un mutuo rapporto si fecondano a vicenda, è costituita la vita propria dell’Ordine, cioè la vita apostolica nel suo significato integrale, in cui la predicazione e l’insegnamento devono sgorgare dall’abbondanza della contemplazione”.

6. Nel quarto paragrafo, come avrai notato, sono presentati i cinque pilastri della vita domenicana.
Di essi viene detto che sono “connessi tra loro, armonicamente contemperati” e che “in un mutuo rapporto si fecondano a vicenda”.
Da questa forma di vita nasce l’apostolo che poi nelle più svariate forme annuncia il vangelo dall’abbondanza dell’unione con Dio.

7. Mi piace anche ricordare che le osservanze regolari sono costituite principalmente:
dal portare l’abito religioso,
dal silenzio e
da luoghi esclusivamente riservati ai frati dove gli altri non possono entrare per non turbare lo studio, la preghiera, la quiete e l’unione con Dio.

Questa sera prego per te perché la Beata Vergine ti illumini sulla strada che sei chiamato a perseguire per l’edificazione del Regno di Dio.
Ti benedico.
Padre Angelo