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Quesito

Caro Padre Angelo,
Mi rivolgo a Lei per essere illuminato sulla vecchia questione dell’esistenza e significato dei fantasmi. Io non ho problemi a crederci e sono sicuro che ci siano. Ma bisogna ritenerli anime dannate? Anime ancora non passate in purgatorio? Se sono anime dannate, perchè si possono far vedere al contrario di altre che invece restano lontane ed invisibili? Perchè castelli e vecchie case spesso hanno la storia di fantasmi che vi abitano? Se i fantasmi sono legati al luogo della loro morte, allora possono esistere fantasmi un po’ ovunque, e magari ci osservano anche se noi non li vediamo? Entrare nel sito archeologico di Pompei significa entrare in contatto con gli abitanti morti a seguito dell’eruzione?
Le pongo diverse domande, ma vorrei avere una chiarificazione perchè spesso mi sono domandato molte cose su queste anime e su cosa le renda dei fantasmi a tutti gli effetti.

La ringrazio molto e spero di avere presto Sue notizie,
Un caro saluto,
Alberto


Risposta del sacerdote

Caro Alberto,
1. quando si tratta di fantasmi è necessario subito distinguere tra i fatti reali e le allucinazioni.
L’allucinazione è la proiezione nel reale di un’immagine prodotta dalla propria suggestione. Qui l’immagine prende una tale intensità e vivacità che una persona è capace di descriverla con precisione ed è convinta di averla vista.
Per fantasmi invece intendiamo l’apparizione di realtà che hanno forma materiale.
Ebbene è su queste realtà che ora fissiamo la nostra attenzione.

2. Dobbiamo anzitutto asserire che i fantasmi non esistono in se stessi, come una specie particolare di viventi accanto agli angeli, agli uomini e agli animali.
I fantasmi sono apparizioni fatte da creature, in particolare dai demoni, ma non esclusivamente.
Bisogna ricordare infatti che i demoni, per loro natura, sono angeli.
Decaduti dalla grazia, hanno perso la comunione con Dio e la visione beatifica ma hanno conservato i loro poteri naturali.

3. Orbene, circa i poteri naturali un angelo ha la capacità di apparire sotto forma corporea
Dice San Tommaso: “Talvolta la Scrittura ci parla di apparizioni di angeli visti indistintamente da tutti. Così gli angeli apparsi ad Abramo furono visti da lui, da tutta la sua famiglia, da Lot e dai cittadini di Sodoma. Anche l’angelo apparso a Tobia era visto da tutti. È chiaro dunque che tutte queste apparizioni furono oggetto di visione corporea, con la quale si coglie una cosa esterna a chi vede, e perciò visibile a tutti. Ma per mezzo di tale visione non si può cogliere se non ciò che è corporeo. Ora, poiché gli angeli non sono corpi e neppure sono uniti naturalmente a dei corpi, si deve concludere che essi talora assumono dei corpi” (Somma teologica, I, 51, 2).
Ora “gli angeli possono formarsi per virtù divina dei corpi sensibili, atti a rappresentare le proprietà spirituali dell’angelo. E per gli angeli assumere un corpo è proprio questo” (Ib., ad 2).

4. Come questo avvenga ecco la spiegazione dei medievali: “Sebbene l’aria nel suo stato normale di rarefazione non possa avere né figura né colore, tuttavia quando venga condensata può prendere figura e colore, come lo dimostrano le nubi. In tal modo gli angeli assumono dei corpi aerei, condensando l’aria, per virtù divina, quanto è necessario alla configurazione del corpo che essi vogliono assumere” (Ib., ad 3).
Ebbene, supposto il permesso di Dio si può dire la stessa cosa per le apparizioni diaboliche.
È anche per questo che la Chiesa è sempre molto cauta nel riconoscere come proveniente dal cielo una determinata apparizione. San Paolo ricorda infatti che “anche satana si maschera da angelo di luce” (2 Cor 11,14).

5. Una cosa analoga si può dire anche per le anime dei defunti sia per quelle che si trovano in Paradiso che per quelle che si trovano all’inferno.
Per quelle che si trovano in paradiso san Tommaso riporta con qualche precisazione che ora omettiamo il pensiero di san Girolamo: “S. Girolamo così redarguisce Vigilanzio: "Tu affermi che le anime degli apostoli e dei martiri hanno preso dimora, o nel seno d’Abramo, o nel luogo di riposo, o sotto l’altare di Dio, e che esse non possono quando vogliono essere presenti presso le proprie tombe. E così tu vuoi dettar legge a Dio! Vuoi mettere le catene agli apostoli, condannandoli al carcere fino al giorno del giudizio, in modo che non possano stare col loro Signore quelli di cui è scritto che ‘‘seguono l’Agnello dovunque egli vada‘‘. Ma se l’Agnello è dovunque, bisogna ritenere che anche quelli che lo accompagnano sono da per tutto". È quindi ridicolo affermare che le anime non escono dalle loro dimore.
Inoltre, nello stesso luogo, S. Girolamo dice: "Se il diavolo e i demoni scorrazzano in tutto il mondo e sono presenti ovunque con incredibile velocità, perché i martiri, che hanno profuso il loro sangue dovrebbero rimanere tappati nel loro sepolcro senza poterne uscire?". Dal quale argomento si può concludere che non soltanto i buoni, ma anche i cattivi escano talvolta dalle loro dimore, in quanto la loro dannazione non è più grande di quella dei demoni, i quali scorrazzano ovunque.
La stessa verità si può provare dai Dialoghi di S. Gregorio, dove si raccontano molte apparizioni dei defunti.

6. Ed ecco l’argomentazione di san Tommaso: “Dal paradiso o dall’inferno si può uscire in due modi: primo, abbandonando del tutto quei luoghi per avere altra dimora, e in tal senso, come in appresso si dirà, nessuno, destinato definitivamente al paradiso o all’inferno può uscirne.
Ma si può pensare anche ad una sortita provvisoria (…).
Dal punto di vista puramente naturale le anime separate e destinate già alle proprie dimore, sono assolutamente estranee alla compagnia dei viventi. Infatti, gli uomini, che tuttora vivono nel loro corpo, non possono comunicare direttamente con gli esseri spirituali, perché ogni nostra cognizione scaturisce dai sensi: e d’altra parte quelli dovrebbero uscire dalle proprie dimore solo per prender parte alle umane vicende.
Ma per disposizione della divina provvidenza, talvolta le anime separate escono dalla loro dimora per apparire agli uomini; come S. Felice martire apparve visibilmente agli abitanti di Nola, a quanto narra S. Agostino, mentre erano assediati dai barbari.
E si può ritenere che talvolta sia concesso anche ai dannati di apparire ai vivi per ammaestrarli o per spaventarli, oppure per chiedere suffragi, se si tratta di anime che si trovano in purgatorio, come è chiaro dalla lunga trattazione in merito che troviamo in S. Gregorio” (Supplemento alla Somma teologica, 69,3).

7. Va detto infine che tanto le apparizioni dei santi quanto quelle dei demoni o delle anime dei dannati o di quelli che si trovano in purgatorio possono prodursi sia nei sensi interni (per immaginazione) sia nei sensi esterni del nostro corpo.

8. In conclusione: la parola fantasma in teologia allude a questo.
In parapsicologia si parla di ectoplasma. Ma questo fenomeno, se non si tratta di inganno o di allucinazione, è riconducibile al mondo infernale e pertanto all’apparizione dei demoni o dei dannati.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo