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Quesito
Caro Padre,
le scrivo perché ho bisogno che mi dia un consiglio riguardo a come comportarmi con una persona.
Le spiego.
Da un paio di mesi sto iniziando a conoscere una ragazza.
Dai suoi comportamenti mi sembra una persona altruista, generosa. Sogna di sposarsi e avere dei figli; desiderio che condivido.
Mi ha confidato che per lei la Messa e la preghiera sono momenti importanti (argomenti di cui non parla spesso…).
Siamo stati anche a Messa assieme e abbiamo fatto la Comunione.
Ora, il fatto è che io le piaccio.
Io mi sento affezionato a lei, nonostante devo capire bene il suo carattere che per molti aspetti è diverso dal mio (lei è estroversa, io sono più timido).
E questa diversità mi preoccupa nell’ottica di una futura vita assieme!
Mi conosco, il problema è che non riesco a decifrare bene i miei sentimenti e per questo non voglio correre perché rischieremmo di soffrire.
Mi preoccupa il fatto che è appena uscita da un storia di ben 10 anni e mi ha lasciato intendere che non è più vergine. Mentre io sì.
Tra noi finora c’è stato solamente un bacio.
Nella mia testa si affollano molti dubbi, dettati forse dalla mia inesperienza in fatto affettivo.
Questo fatto della verginità mi fa sentire un po’ a disagio perché è come se avessi saltato delle esperienze di vita.
E onestamente Padre, non si trovano molte ragazze oggi che alla mia età sono ancora pure!
Anzi è più facile che sia l’uomo ad avere già esperienza, non la donna…
Sono diviso perché da un lato vorrei preservarmi fino al matrimonio, ma dall’altro non ne capisco a fondo il motivo, cioè perché si debba sacrificare la fisicità.
A questo punto non so se conviene proseguire con la nostra conoscenza protesa a diventare qualcosa in più
oppure limitarsi ad una semplice amicizia. Mi dispiacerebbe perdere una ragazza così, ma temo Padre che il problema si ripresenti anche se cambiassi ragazza; insomma mi sembra di capire che sia un problema mio e questo mi ostacola.
Lei cosa mi consiglia?
Sto pregando la Madonna per avere dei consigli.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. dal momento che sono passati alcuni mesi dacché mi hai scritto, mi auguro anzitutto che tu non abbia fatto dei passi falsi con questa ragazza.
I passi falsi sono quelli di andare ai rapporti sessuali, che sarebbero per lei il pretesto migliore per mettere più al sicuro la sua situazione (non è più vergine).
E sarebbero sia per te sia anche per lei la premessa della fine della relazione.
2. Il fatto che lei non sia vergine non è di poco conto. Si è consegnata per dieci anni a chi non le apparteneva.
Così si è costruita in anni delicati per la sua formazione psicologica e morale.
Non può non portarne le conseguenze.
Il consiglio che ti do è di metterti con lei solo se è sinceramente dispiaciuta di quello che ha fatto, solo se vuole cominciare da capo, solo se ha capito il valore della verginità.
Il segno più bello di tutto questo dovrebbe essere la sua volontà di arrivare casta al matrimonio, nella consapevolezza che le varie impurità sono tutti passi falsi e che, per non essere la premessa di nuove sofferenze, hanno bisogno di rimedio, di correzione.
3. Se non è dispiaciuta di quello che ha fatto e sarebbe dell’idea di ripetere con te la stessa storia, ti direi di lasciarla perché anche per il futuro non ti potresti fidare di lei. Continuerebbe a consegnarsi a chi non le appartiene.
Continuerebbe a giocare al falso, perché i rapporti sessuali prematrimoniali sono essenzialmente una falsità.
4, Infatti fingerebbe di essere tutta tua, mentre sa di non esserlo, perché il sì delle nozze cambia una persona nel fondo di se stessi, attuando un autentico esproprio.
4. Fingerebbe di donarsi in totalità, perché il gesto di donare il proprio corpo nell’intimità sessuale è simbolo della donazione totale.
Ma questa donazione totale prima del matrimonio non c’è ancora.
La donazione totale deve avvenire prima nelle anime e poi nei corpi.
Nel momento del sì coniugale davanti all’altare avviene la donazione dell’anima, premessa della donazione di tutta la persona.
Ma se non c’è questa donazione, si finge di donarsi.
E il rapporto sessuale si ridurrebbe facilmente ad essere la maschera della ricerca della propria libidine, camuffata col nome di amore.
5. Fingerebbe di donarsi in totalità perchè in genere la relazione sessuale prematrimoniale è vulnerata dalla contraccezione, che è ìl segno evidente che non ci si vuole donare in totalità, non ci si vuole impegnare, non ci si vuole mettere in gioco.
6. Mi scrivi: “Sono diviso perché da un lato vorrei preservarmi fino al matrimonio, ma dall’altro non ne capisco a fondo il motivo, cioè perché si debba sacrificare la fisicità”.
Ebbene, devi guardare in faccia a questa fisicità.
Che cosa è questa fisicità?
Quella che tu chiami fisicità non è solo accostamento di corpi, ma del compimento di un gesto che nel suo significato trascende l’aspetto emotivo, sentimentale, passionale.
Si tratta di una fisicità che ha in se stessa il linguaggio del donare la propria capacità di diventare padre o madre.
Nonostante gli artifizi della contraccezione, questa “fisicità“ conserva questa finalità.
Quegli atti – anche con il cosiddetto sesso sicuro – rimangono potenzialmente procreativi, e talvolta lo sono.
Vedi l’ambiguità di quella che chiami fisicità e basta?
Quel gesto non è solo fisicità, ma impegna di per sé in valori così alti che se in quel momento non vengono realizzati diventa solo una bugia, una falsità, una menzogna.
7. E poi, perché per volersi bene bisogna mostrarselo con atti che hanno questa intrinseca finalità procreativa, senza assumersene la responsabilità, anzi contraddicendola?
Perché non lasciare questi atti al tempo giusto, quando esprimeranno tutta la ricchezza della donazione, quando la sigilleranno e, anzi, la accresceranno con l’apertura alla vita, con la generazione ed educazione dei figli e cioè al matrimonio?
Come vedi, la “fisicità” che ti tenta non è altro che l’appagamento della concupiscenza mascherato dalla parola amore, ma svuotata del suo autentico significato.
8. Tieni presente che il tempo del fidanzamento è il tempo in cui deve maturare la capacità di amare in maniera vera.
Per questo il fidanzamento è per eccellenza il tempo in cui ci si educa alla castità, all’amor puro, l’unico capace di rendere vera e duratura l’unione coniugale.
Tieni anche sempre presente che cosa dice il magistero della Chiesa sulla castità: “è energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività” (PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Sessualità umana: verità e significato, 19).
Non ti pentirai mai di essere stato casto.
Diversamente avrai amaramente da pentirti di non aver acquisito quell’energia spirituale necessaria per superare tante difficoltà e tentazioni, quell’energia che debella l’egoismo dal tuo cuore e soprattutto dal cuore della tua futura sposa.
Mi dici che “questo fatto della verginità ti fa sentire un po’ a disagio perché è come se avessi saltato delle esperienze di vita”.
No, non dire così: hai saltato solo degli incidenti di percorso.
Hai saltato la schiavitù della concupiscenza.
Hai saltato di esprimere una bugia dietro l’altra, una bugia detta a te e da te comunicata alla tua ragazza. Hai omesso di giocare al falso e di costruiti nella falsità.
Hai perso tante litigiosità e aggressività fino alla separazione, magari ad un passo dal matrimonio.
No, non sei stato privato di niente, se non di tanti mali. Sono questi i salti che, fortunatamente non hai fatto.
E ti sei conservato unito al Signore, con la capacità e la volontà di amare con un cuore puro, non contaminato e non venduto.
9. Conservati così.
E per questo prega quotidianamente con il Santo Rosario la Madonna, che è “la madre del bell’amore, del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza” (Sir 24,28).
Se puoi, prega insieme con la tua ragazza. La presenza di Maria la renderà pura.
Ti accompagno con la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo