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Quesito

Buongiorno Padre,
Mi piace molto la montagna, amo stare in solitudine contemplando le bellezze del creato.
Da un paio di anni ho il desiderio di acquistare una baita in borgata disabitata per recarmici nei fine settimana ma sono frenato dal fatto che la partecipazione alla messa domenicale sarebbe abbastanza complicata e talvolta dovrei rinunciarci (celebrate in unico orario ed a distanza di alcuni km).
Le chiedo consiglio su come comportarmi ed anche una riflessione generale sulla liceità del possesso di abitazioni secondarie e dunque superflue.
La ringrazio molto per il servizio che svolge.
Dio la benedica.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. non va contro la legge di Dio il possesso di un’abitazione secondaria, soprattutto se questa è utile per il ristoro personale, per stare in solitudine e per la contemplazione delle bellezze del creato.
Anche nostro Signore talvolta si ritirava in solitudine. Leggiamo nel Vangelo espressioni come queste: “Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo” (Mt 14,23).
Gesù cercava solitudine esteriore per vivere una comunione. Infatti leggiamo anche che “congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo” (Gv 8,29).
Stava dunque in comunione col Padre e con l’umanità tutta per la quale pregava.
Pertanto, se ne hai la possibilità e se tale acquisto non ti impedisce di essere caritatevole nelle elemosine, acquistala pure.

2. Tuttavia il ritirarti in una baita non ti deve mettere nella situazione di non poter partecipare all’eucarestia.
L’incontro con Cristo nella Messa è l’evento più alto e più prezioso della nostra vita.
Il solo pensiero che il Signore è tutto desiderio di colmare i nostri cuori con la sua presenza, con la sua parola, con il suo sacrificio, con il suo corpo e il suo sangue dato ad ognuno di noi perché possiamo vivere in Lui e perché Lui possa vivere in noi, deve orientare ogni nostra programmazione.
Piuttosto di sacrificare questo incontro, dovremmo essere disposti a sacrificare tutto il resto, anche l’andare in baita e stare in solitudine.

3. In questi giorni ho avuto occasione di leggere diverse cose su Carlo Acutis, il ragazzo milanese morto nel 2006 all’età di 15 anni e che è stato proclamato beato dalla Chiesa.
La mamma di Carlo ha testimoniato: “Se facevamo un viaggio, la sua preoccupazione era trovare una Chiesa vicino all’albergo. Questo amore per l’Eucarestia, che lui chiamava la mia autostrada per il cielo, l’ha portato ad essere attivo nella vita della Chiesa”.

4. In occasione di un invito fatto dal padre ad unirsi con lui in un pellegrinaggio a Gerusalemme organizzato da alcuni sacerdoti, Carlo rispose: “Preferisco rimanere a Milano perché tanto ci sono i Tabernacoli nelle chiese dove posso andare a trovare Gesù in ogni momento.
Il Signore resta con noi sempre, ovunque ci sia un’Ostia consacrata: che bisogno c’è di fare il pellegrinaggio di Gerusalemme per visitare i luoghi dove ha vissuto 2000 anni fa? Allora anche i Tabernacoli andrebbero visitati con la stessa devozione!”.

5. Mi dici che dovresti fare alcuni chilometri per andare a Messa.
Ebbene, a questo proposito mi piace riferire ancora ciò che disse Carlo Acutis: “Possiamo trovare Dio, con il suo corpo, la sua anima e la sua divinità presente in tutti i tabernacoli del mondo! 
Se ci pensiamo bene noi siamo molto più fortunati di coloro che vissero a contatto con Gesù, poiché abbiamo Dio realmente presente con noi sempre, basta visitare la Chiesa più vicina.
La gente per vedere Gesù doveva fare chilometri. Erano limitati dallo spazio e dal tempo, mentre invece ora abbiamo l’eternità con noi. Gerusalemme è in ogni chiesa! Perché disperarsi! Dio è sempre con noi e non ci abbandona mai. Ma come possono le persone comprendere questa verità? Forse la gente non l’ha ancora capito seriamente! Gesù è presente in mezzo a noi corporalmente come lo era durante la sua vita mortale in mezzo ai suoi amici.
Se riflettessimo seriamente su questo fatto non lo lasceremo così solo nei Tabernacoli mentre Lui ci attende amorevolmente per aiutarci e sostenerci nel nostro cammino terreno”.

6. Diceva ancora: “Si fanno file chilometriche per assistere a un concerto o a una partita di calcio, ma non vedo le stesse file riempire le Chiese per visitare Gesù presente nell’Eucaristia e questo dovrebbe farci riflettere…
Davanti al tabernacolo c’è il vuoto”.

7. In una sua meditazione su San Giovanni apostolo ed evangelista che nell’ultima cena ha posato il capo sul petto del Signore ha scritto: “In questo gesto vi è un chiaro messaggio e invito rivolto a tutti gli uomini di tutti tempi a diventare anche loro veri discepoli di Cristo. Potremmo dire una prefigurazione del discepolo prediletto, della chiamata universale che Dio rivolge a tutti a seguirlo e diventare intimi amici con lui.
Con quel gesto di reclinare il capo sul cuore di Cristo, Giovanni ancora oggi ci esorta essere come lui intimi amici di Gesù attraverso un’intensa vita eucaristica… 
Tutti siamo chiamati ad essere discepoli prediletti, ad entrare in intimità con Gesù.  Sotto la croce c’erano solo le pie donne, la madre e il discepolo amato: gli altri erano scappati per la paura.
Ma ogni volta che viene celebrata una Messa nel mondo, Dio si offre a Dio e si rinnova in modo incruento quello stesso sacrificio avvenuto in modo cruento che ci ha meritato la salvezza. 
Come Giovanni stava sotto la croce, così anche noi dobbiamo partecipare ogni giorno alla Santa Messa, perché quello è il nostro modo di dimostrare il nostro amore a Dio.
Bisogna trovare il tempo per Dio. Non possiamo ignorare l’invito di Gesù a unirci a lui nell’Eucarestia.
Ci vuole però la libera adesione della nostra volontà. Dio non ama forzare nessuno. Vuole il nostro libero amore”.

8. Infine in un’altra meditazione scrive: “Gesù Cristo si è incarnato per venirci a salvare sia dal peccato originale ereditato dai nostri progenitori sia da quelli che tutti noi ogni giorno comunque compiamo, anche involontariamente, perché purtroppo siamo molto limitati, e l’Eucaristia non è altro che il nostro cibo celeste per evitare di cadere così spesso in tentazione.
Quando nel Padre nostro si dice dacci oggi il nostro pane quotidiano e non ci indurre in tentazione, Gesù intendeva dire dacci oggi anche l’eucaristia quotidiana”.

9. Sappiamo che ad un certo momento Carlo si decise per l’Eucaristia quotidiana. Era un ragazzo. Ma aveva capito che quest’incontro è il più prezioso e il più necessario della nostra giornata.
Auguro anche a te di giungere presto alla determinazione di partecipare ogni giorno alla Messa.
Quando farai questo, riterrai inutile porti il dilemma: o la baita o la Messa. Tanto più che si possono conciliare le due cose.
Dopo aver partecipato alla Messa il tuo stare in solitudine sarà ancora più pieno e più appagante. Sentirai il Paradiso dentro di te e sentirai il desiderio di dilatarlo fuori di te.

Ti ringrazio del quesito che mi hai dato lo spunto di mettere a disposizione di tutti l’affascinante testimonianza di un ragazzo del nostro tempo.
Ti benedico e ti ricordo volentieri nella preghiera.
Padre Angelo