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Quesito

Caro Padre,
recentemente la nostra gatta, pur in avanzata età, ha partorito un piccolo cucciolo.
Lo vogliamo tenere, però in casa mia si vuol far castrare, così come abbiamo fatto sterilizzare un’altra gatta che abbiamo per non avere una sovrabbondanza di animali che non potremmo accudire…
Alla gatta che ha recentemente partorito di solito si dava delle pasticche contraccettive, che evidentemente non hanno funzionato stavolta…
Ora, giustamente le altre creature non hanno la stessa importanza dell’uomo, pur avendo certo una loro dignità e meritando il dovuto rispetto. Quindi questi comportamenti che si tengono in casa mia (specifico che non ne sono io il responsabile) sarebbero certo illeciti, se praticati su un essere umano. Ma se applicati agli animali, visti i motivi per cui si fanno, sono giusti? In fondo Dio ha dato il permesso di cibarci di loro, ovviamente non dando il via libera anche al cannibalismo!
Stesso discorso riguardo all’eutanasia sugli animali: da notare inoltre che le loro sofferenze non penso possano essere meritorie dal punto di vista soprannaturale, in quanto come già più volte detto anche in questa rubrica, gli animali non possiedono anima immortale. Quindi penso che sia lecito sopprimerli in uno stato di sofferenza molto grave… o bisogna prendere anche per loro il criterio dell’accanimento terapeutico?
Io penso che la cosa da evitare sia la violenza gratuita e immotivata contro tali creature, anche se certo non mi faccio crucci morali se devo schiacciare un ragno o una zanzara!
Mi faccia sapere se sbaglio. La saluto augurandole nuovamente una buona estate nel Signore
L.


Risposta del sacerdote

Caro L.,
1. la persona umana è dotata di anima spirituale e immortale. E proprio perché è destinata ad esistere eternamente va trattata non come mezzo, ma con dignità di fine.
Nei confronti delle persone umane ci si esprime pertanto in atteggiamento di amore, di donazione, di rispetto.
Gli animali invece non hanno dignità di fine. Sono dati da Dio all’uomo perché se ne serva.
Ciò significa che la persona va trattata come un fine, mente gli animali come mezzo.

2. Proprio perché ogni persona umana va trattata come un fine, nessuno non può avere sugli altri “dominio dispotico”, nessuno può disporne come vuole.
Gli animali invece sono nell’ordine dei mezzi, dati all’uomo perché se ne serva.
Su di essi l’uomo esercita pieno dominio, attuato evidentemente nel rispetto del Creatore e delle persone presenti e future.

3. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati perché aiutino l’uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali, se rimangono entro limiti ragionevoli, sono pratiche moralmente accettabili, perché contribuiscono a curare o salvare vite umane” (CCC 2417).
Ne viene come logica conseguenza che come è lecito ucciderli per servirsene, così a maggior ragione è lecito sterilizzarli quando la loro presenza, anziché essere d’aiuto per l’uomo, ne diventa un peso.

4. Lo stesso discorso vale anche per l’eutanasia. La loro sofferenza non ha la capacità di essere convertita in strumento di amore. E proprio per questo non è né espiatoria né meritoria. Diventa dunque lecito sopprimere gli animali anche in maniera indolore.
Inoltre è privo di senso fare nei loro confronti accanimento terapeutico dal momento che a questo, strettamente inteso, è lecito rinunciarvi anche per una persona umana: “L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’«accanimento terapeutico». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire” (CCC 2278).

Ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo