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Quesito

Caro Padre Angelo,
1. parlando stasera con un amico, separato ma non divorziato, durante la discussione abbastanza animata, è saltato fuori, dice lui, che tempo fa la confessione si poteva fare una sola volta nella vita. È vero o è una falsità, perché a me sembra una grossa scemenza? Possibile che di un sacramento così importante e necessario alla vita di fede se ne debba fare un uso così ridotto?


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. è vero quello che ti ha detto il tuo amico. Ma era vero in senso restrittivo. La confessione è sempre stata considerata come la seconda tavola della salvezza. Una tavola che Dio ha dato misericordiosamente agli uomini dopo aver fatto naufragio.
Praticamente fino al VI secolo non era conosciuta la confessione individuale e auricolare.
Tra l’altro la confessione fatta una sola volta nella vita comprendeva che uno venisse messo pubblicamente nel numero dei penitenti e che facesse penitenza per diversi mesi o anni. Solo al termine della penitenza si veniva riammessi alla Chiesa e alla partecipazione dei sacramenti.

2. La confessione come la conosciamo noi oggi, e introdotta nella Chiesa a partire dall’epoca carolingia, era praticata solo nei monasteri: qui i monaci si confessavano per i loro peccati veniali (c’è da sperare che non ci fossero i peccati mortali, essendo all’interno di un monastero) tutte le volte che volevano, anche tutti i giorni, per poter servire e lodare Dio con l’anima sempre monda.

3. La pratica di questo nuovo tipo di confessione prese subito piede e finì per soppiantare quella del Sacramento della penitenza celebrato solo una volta nella vita, dopo di che – se uno commetteva nuovamente dei peccati – rimaneva esposto al giudizio e alla misericordia di Dio.

4. Tra l’altro, sempre in tema di rigorismo, la lettera agli Ebrei è ancora più dura. Si legge infatti che non era prevista nessuna forma di recupero.
Ecco il testo: “Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo futuro.
Tuttavia se sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia. Infatti una terra imbevuta della pioggia che spesso cade su di essa, se produce erbe utili a quanti la coltivano, riceve benedizione da Dio; ma se produce pruni e spine, non ha alcun valore ed è vicina alla maledizione: sarà infine arsa dal fuoco!” (Eb 6,4-8).

Di qui si desume che avere a nostra disposizione la Confessione tutte le volte che vogliamo è un grande tesoro, da apprezzare e utilizzare sempre di più.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo