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Quesito

Caro Padre Angelo,
mi domandavo se fosse valida la messa celebrata in una lingua straniera, che non si conosce. Mi spiego meglio: se andassi in Francia e la domenica lì andassi a messa, quella messa sarebbe valida? Potrei fare la Comunione senza aver capito le letture e l’omelia?
Se invece andassi in vacanza dove non ci sono chiese cattoliche sarei in peccato saltando la messa domenicale?
E se invece andassi in un paese dove non ci sono chiese cattoliche per lavoro o per trovare un parente sarebbe peccato saltare la messa domenicale?
Aspettando una sua risposta la saluto cordialmente
Maria


Risposta del sacerdote

Cara Maria,
1. la partecipazione alla Messa celebrata in una lingua sconosciuta è vera e valida partecipazione perché, anche se non si comprendono le parole, si sta alla presenza del Signore e si può capire tutto che avviene nella Messa passo dopo passo.
Ne segue che, se si è in grazia di Dio, si può fare benissimo la S. Comunione. In realtà sai bene che lì è presente il Signore.

2. Il precetto della Chiesa obbliga alla partecipazione della S. Messa celebrata secondo il rito cattolico (can. 1248,1).
Pertanto a rigore non sei tenuta a partecipare alle Messe degli ortodossi (nelle quali, in  forza del vero sacerdozio comunicato ai presbiteri, si compie il sacrificio di Cristo e Gesù è realmente presente nella particola consacrata) e tanto meno al culto dei protestanti (dove non c’è vero sacerdozio ministeriale, non si compie il sacrificio di Gesù e non si attua la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore).

3. Non essere tenuti alla partecipazione della Messa celebrata con altri riti non significa che si è ispo facto esonerati dalla santificazione della festa.
Non potendo santificarla con la partecipazione alla Messa, la si santificherà dedicandosi alla lettura della parola di Dio e alla preghiera, cercando di saziare per quanto tempo è possibile la propria anima di Dio.

4. Nella tua email fai distinzione tra l’essere presenti in paese diverso dal nostro per motivo di vacanza o per motivo di studio, di lavoro o per trovare un parente.
I teologi moralisti non distinguono tra queste diverse motivazioni perché il peccato consiste nella volontà di non osservare il comando del Signore.
E trovarsi per motivo di vacanza in un paese straniero non è un voler andare positivamente contro il comando del Signore.

5. Tuttavia capisco il motivo della distinzione che tu hai fatto.
Certo per un buon cristiano andare in vacanza in paesi dove non viene assicurata la celebrazione della Messa in rito cattolico, magari proprio in occasione delle feste natalizie o pasquali, significa tralasciare tutto quello che il Signore ci offre in quei giorni santissimi. E non mi pare è la cosa migliore.
Se si tratta solo di vacanza si può cercare di vedere se le due cose (vacanze e partecipazione ai sacramenti) siano conciliabili.
Se si tratta invece di motivi di lavoro o di carità cristiana non vi sono problemi.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo