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Quesito

Caro padre,
Le racconto in breve la mia storia.
(…).
Frequento anche un gruppo di ricerca vocazionale e mi chiedevo così se fosse in grado di spiegarmi la differenza, se c’è, tra preghiera e lectio divina, esegesi, meditazione.
La ringrazio tantissimo per la disponibilità e le sue preziose dritte.
Cordiali saluti.
Angelo


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. per preghiera s’intende qualsiasi elevazione della nostra anima a Dio.
Può essere fatta in mille maniere e per i più svariati scopi: per adorare, ringraziare, lodare, domandare perdono e implorare grazie.

2. La Lectio divina è una forma particolare di preghiera.
Ha delle precise tappe.
Parte dall’ascolto della parola di Dio (lectio) ed è la prima tappa, per passare alla meditazione (seconda tappa) nella quale ci si domanda perché Dio ci intrattiene con quelle parole o con quell’evento della sua vita o della storia della salvezza, per interloquire con Dio sull’argomento in cui Egli ci intrattiene (è la terza tappa ed è chiamata orazione) e per compiacerci di Lui, della sua presenza, della sua parola, del suo accompagnamento alla nostra vita. È la contemplazione (quarta tappa).
A queste quattro tappe se ne aggiunge una quinta: prendersi un impegno preciso per mettere in pratica quanto Dio ci ha detto. È la cosiddetta operatio.
Talvolta la lectio divina viene fatta senza sapere che è lectio divina. Il santo Rosario è ripetitivo solo nella sua forma esterna. Ma nel suo interno, in ciò che si deve fare con la propria anima mentre le labbra proferiscono il Padre nostro e  le Ave Maria  non è altro che Lectio divina.

3. L’esegesi invece non è una forma di preghiera, ma un metodo di studio che intende conoscere il senso letterale della sacra Scrittura.
L’esegesi è una tecnica di studio ed è preliminare alla lectio divina.
Per capire che cosa Dio ci voglia trasmettere attraverso la sua parola è necessario conoscere in quale contesto l’ha trasmessa, e cioè per mezzo di chi l’abbia trasmessa, per chi l’abbia detta, di quale contesto storico e culturale si sia servito, ecc…
Tutti i sensi della Sacra Scrittura, anche quello spirituale, hanno come punto di partenza il senso letterale.
Per questo anche l’esegesi è importante.

4. La meditazione invece ha un carattere più spirituale che scientifico. “Cerca di comprendere il perché e il come della vita cristiana, per aderire e rispondere a ciò che il Signore chiede” (Catechismo della Chiesa Cattolica 2705).
Nella lectio divina la meditazione parte dalla Sacra Scrittura e ne costituisce, come si è visto, la seconda tappa.
Tuttavia la meditazione in quanto tale può servirsi di svariati sussidi e può avere altri punti di avvio.
In genere ci si aiuta con qualche sussidio. Oltre la Sacra Scrittura e i testi liturgici del giorno e del tempo, punto di partenza per la meditazione possono essere “le sante icone, gli scritti dei Padri della vita spirituale, le opere di spiritualità, il grande libro della Creazione e quello della storia, la pagina dell’“Oggi” di Dio” (Catechismo della Chiesa Cattolica 2705).
E ancora: “La meditazione mette in azione il pensiero, l’immaginazione, l’emozione e il desiderio. Questa mobilitazione è necessaria per approfondire le convinzioni di fede, suscitare la conversione del cuore e rafforzare la volontà di seguire Cristo” (CCC 2708).
La meditazione è un lavoro di assimilazione di ciò che l’occhio ha letto, di ciò che l’orecchio ha ascoltato e la memoria ha trattenuto.

Ti auguro di poter percorrere tutte queste strade per una più profonda comunione con Dio e per una vita cristiana sempre più piena.
E per questo ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo