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Caro Padre Angelo,
Mi chiedevo che cosa significhi avere speranza in Gesù, sperare in lui. È un dono ho sentito, San Paolo dice che non delude mai. So anche che è un concetto diverso dall’ottimismo o dal buonumore. E quindi cosa vuol dire sperare in Gesù? In che senso noi dobbiamo sperare in lui?
La ringrazio anticipatamente per la risposta.
Cordiali saluti.
Carissimo,
1. poiché mi chiedi che cosa significhi avere sperare in Gesù è necessario partire anzitutto dalla nozione di speranza.
Sperare significa confidare di raggiungere un obiettivo di per sé abbastanza difficile da raggiungere.
Così ad esempio si spera di superare un esame, di vincere un concorso, che un intervento chirurgico serio vada a buon fine.
2. San Tommaso aggiunge che “quando il bene sperato è così arduo che non si può raggiungere con le proprie forze, allora è necessario ricorrere a un altro per ottenerlo” (Compendio di teologia, II, 7).
E poiché il bene del possesso di Dio e del Paradiso è del tutto superiore alle nostre forze perché è un bene soprannaturale, allora la nostra speranza “è tutta fondata nell’aiuto divino, e non già nelle sole forze umane” (Ib.).
Questa speranza tutta poggiata sull’aiuto di Dio viene chiamata speranza teologale.
3. San Paolo dice che Gesù è “la nostra speranza” (1 Tm1,1) perché è l’oggetto e il fondamento della nostra speranza.
4. Gesù è l’oggetto della nostra speranza perché la vita eterna, il possesso di Dio e del Paradiso coincide con lo stare per sempre con Lui.
San Paolo usa proprio queste parole: “Così per sempre saremo con il Signore” (1 Ts 4,17).
Gesù stesso ha parlato in questo modo quando ha detto al buon ladrone: “Oggi sarai con me nel paradiso” (Lc 23,43).
Nell’ultima cena aveva assicurato: “Io vi prenderò con me, perché dove sono io, siate anche voi” (Gv 14,3) e anche: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato, siano con me, dove sono io, perché contemplino la mia gloria” (Gv 17,24).
Per questo San Paolo dirà di se stesso di essere preso dal “desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo” (Fil 1,23).
4. Gesù è il fondamento della nostra speranza perché è risorto dai morti e contemporaneamente sta alla destra del Padre e al nostro fianco.
Sta alla destra del Padre come re immortale dei secoli e signore dell’universo. Tutto gli è sottomesso.
Lì, alla destra del Padre, “è sempre vivo per intercedere a nostro favore” (cf Eb 7,25). Ci accompagna con la sua preghiera presentando al Padre quella sua passione che è il prezzo della nostra redenzione, il prezzo sovrabbondante con cui ci ha già acquistato ogni grazia e ogni favore.
5. Sta davanti al Padre, ma contemporaneamente sta anche al nostro fianco: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
Non ci sta accanto in maniera qualunque ma nel modo in cui si è espresso il profeta Geremia: “Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere” (Ger 20,11).
Per questo se stiamo in Lui mediante la grazia e compiamo il nostro dovere non dobbiamo avere paura.
In questo senso Gesù ci ha rassicurato dicendo: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv 14,27).
6. Mediante la grazia e soprattutto con la Santa Comunione Gesù poi non è solo al nostro fianco, ma è dentro di noi.
San Domenico Savio diceva: “Se voglio fare qualche cosa di grande, vado a ricevere l’Ostia Santa in cui si trova “il Corpo che si è offerto per noi”, cioè quello stesso corpo, sangue, anima e divinità che Gesù Cristo offrì al suo eterno Padre sulla croce. Che cosa mi manca per essere felice?”
7. Con Cristo, in Cristo e per Cristo anche noi possiamo dire insieme con san Paolo: “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13) che è quanto dire: io posso far tutto e soffrire tutto non già con le mie forze, ma in virtù dell’unione con Gesù Cristo che con la sua grazia mi aiuta e mi sostiene.
Con l’augurio che anche tu possa sempre dire in Cristo “Io posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13) ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo