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Quesito

Gentile P. Angelo,
sono un uomo di … anni, un tempo cattolico praticante e convinto oggi un pò “claudicante” nella fede.
Ho trascorso un lungo periodo al buio e lontano dalla fede: molto critico per un certo modo di fare (condanno il modo di fare non le persone).
Nell’ultimo periodo sta crescendo dentro di me nuovamente il fuoco che bruciava nel mio cuore durante l’adolescenza e la gioventù, forse mai spento. Alla luce della mia continua ricerca, per caso mi sono avvicinato alla figura di S. Tommaso d’Aquino e alla storia domenicana ed ho scoperto il vostro sito.
Ciò premesso, le voglio dire che dentro di me ho un dubbio che mi assilla quotidianamente: la figura di Maria ed il continuo riferimento alla stessa fatto in generale dalla Chiesa….
Penso che il nostro ultimo modello ed il nostro ultimo messaggio sia quello di Cristo…
Penso che l’ultimo “Avvenimento” sia quello della venuta e resurrezione di Cristo, quello della sua Parola che salva e che ci indica la strada della salvezza.
La mia crisi parte anche da una domanda che mi pongo: perché esiste dentro la mia Chiesa questo continuo rimando alla figura di Maria.
Ultimamente mi hanno colpito un discorso tenuto dal Card. BIFFI sul tema “Il senso della Vita”, nel lontano 1992. Ebbene, dal dialogo con i giovani, il pastore fa emergere Cristo come centro di tutto: esiste la centralità di Cristo e niente altro.
Sul Cristocentrismo di Biffi non discuto perché lo ritengo un discorso sacrosanto ed in linea con la Sacra Doctrina.
La ringrazio anticipatamente.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. senza dubbio al centro della vita cristiana vi è Nostro Signore, Via, Verità e Vita (Gv 14, 6).
La vita cristiana consiste essenzialmente nell’incontrarsi con Cristo, nell’accoglierlo, nell’innestarsi in Lui e in Lui possedere Dio, che è la Vita eterna.
Ma come la corruzione nel mondo è entrata per il peccato di Adamo ed Eva, così la redenzione passa – proprio perché l’ha voluto il Signore – attraverso il nuovo Adamo, che è Cristo e la nuova Eva che è Maria, l’immagine e l’espressione più alta della Chiesa.
La Madonna, indubbiamente, non è sullo stesso piano del Signore, perché Lei stessa è stata redenta in maniera mirabile da Suo Figlio.
Ma proprio Gesù l’ha voluta al suo fianco.
Ha voluto farsi introdurre nel mondo da Lei.
Da Lei ha voluto farsi introdurre nella vita pubblica a Cana di Galilea.
Sulla croce ce l’ha affidata come Madre nell’ordine della grazia.
E nella Pentecoste la vediamo tra gli Apostoli e altre persone nel Cenacolo. La sua presenza però è notata in maniera singolare: “Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui” (At 1,14).
Pertanto la Madonna, come ha un ruolo speciale nella vita di Cristo, così ce l’ha anche nei confronti della Chiesa.
Questo non perché lo stabiliamo noi, ma perché l’ha voluto Nostro Signore.

  1. Il cristocentrismo – cui giustamente fai riferimento – non è in opposizione alla devozione alla Madonna.
    Anzi, proprio il ricorso a Maria è la via più breve, più bella e più fruttuosa per arrivare a nostro Signore, alla santità.
    Maria infatti è tutta cristocentrica.
    Anzi è il cristocentrismo meglio riuscito.
    Il Signore stesso lo mette nelle nostre mani perché lo facciamo nostro.
  2. A questo punto mi piace presentarti una pagina molto bella del Card. Biffi, al quale fai riferimento nella tua mail.
    La traggo da un suo libro intitolato La donna ideale, riflessioni sulla Madre di Dio. Te lo consiglio. È stato pubblicato dalla ESD.
    Raccoglie sue omelie e scritti sulla Madonna.
    Ti presento questa pagina nella quale ci viene detto qual è il motivo per cui ci affidiamo alla Madonna.
  3. Noi ci affidiamo a Maria
    Affidarsi filialmente alla Vergine benedetta non è per la famiglia dei discepoli di Gesù atto eccezionale e inatteso. È piuttosto riscoprire una familiarità con la Madre di Dio e abbandonarsi alla sua attenzione affettuosa nei nostri confronti, che sono per noi sentimenti di sempre; è addirittura ritrovare un aspetto fondamentale della nostra originaria identità di membra vive di Cristo.
    Siamo stati affidati a Maria nel momento stesso in cui nascevamo come popolo redento dal sangue del Signore. Dall’alto della croce l’Unigenito di Dio con la salvezza e la vita nuova ci ha regalato una madre: «Ecco la tua madre!», ci ha detto.
    Quella donna, che contemplava straziata ma senza debolezze l’agonia del Figlio e la vanificazione di ogni attesa terrena, è stata costituita ragione e fonte della nostra speranza. Quella creatura animosa, dall’anima trafitta (cf. Lc 2,35) e dal cuore piagato, è diventata la causa della nostra gioia. La sua fedeltà intemerata, che l’ha condotta fin sul Calvario e l’ha associata intimamente al sacrificio che ha rinnovato l’universo, resta il sostegno della nostra fede e della nostra decisione di vivere secondo il Vangelo.
    Ai piedi della croce siamo diventati contestualmente proprietà di Cristo Salvatore e figli della sua madre amata. Il legame tenace che ci connette a lei nasce dunque con l’origine stessa della nostra condizione di cristiani.
    Il popolo bolognese ha percepito da sempre questa organica connessione con straordinaria acutezza, l’ha riconosciuta nei suoi statuti e nei suoi monumenti, l’ha celebrata nelle sue feste, l’ha confermata e ravvivata nelle innumerevoli manifestazioni della sua pietà.
    Addirittura l’ha, per così dire, visualizzata architettonicamente: il portico che congiunge la città alla residenza della Madonna di San Luca, che è la nostra Regina, traduce nel linguaggio delle costruzioni l’ansia di non staccarsi mai, neppure per un istante, dalla protezione di questa Madre. L’opera insigne – che non ha paragoni nell’intera cristianità – proclama a tutti la nostra volontà di affidarci totalmente, come singoli e come collettività, a colei che ci piace salutare come la nostra difesa e il nostro onore.
    Oggi questo popolo è qui – nel tempio che da sei secoli incornicia gli eventi solenni e decisivi della nostra storia – per donarsi ancora una volta a Maria con tutto lo slancio del suo antico e sempre giovane cuore. La Vergine stasera amorevolmente ci guarda dalla sua effigie venerata e cara, come ha guardato le generazioni dei bolognesi, che si sono succedute alla ribalta della vicenda umana nel dolce impegno di renderle omaggio.
    Alla Madonna affidiamo prima di ogni altra cosa le nostre famiglie, perché ritrovino la strada di quell’amore vero e capace di generosità, che non teme di farsi fecondo né di aprirsi alla fattiva solidarietà verso tutti.
    Affidiamo i nostri figli, perché si incontrino con Cristo, senso e centro dell’esistenza, e così la loro giovinezza non si perda inseguendo miti senza verità e gioie bugiarde.
    Affidiamo i sofferenti, i malati, i poveri, che sono ancora tra noi e ogni giorno aspettano da tutti un pò di fraternità.
    Affidiamo le sorti della nostra società, perché il lavoro non manchi a nessuno, perché non si disimpari mai a convivere nella serenità e nel rispetto reciproco, perché a nessuno si contesti mai il diritto di esprimersi in una reale libertà, perché la violenza non prevalga, perché si affermi la cultura della vita, perché l’anelito degli uomini alla pace non resti deluso.
    Affidiamo la nostra Università, che tocca il prestigioso traguardo dei novecento anni di attività: possa la visita del Successore di Pietro ridarle un pò della sua anima antica, perché sappia davvero irradiare civiltà e dispensare saggezza nel mondo.
    Alla Madonna di San Luca affidiamo la Chiesa petroniana, perché sia sempre più arricchita di tutti i ministeri e di tutti i doni spirituali, e divenga ogni giorno più la Sposa splendente del Re. Tutti ci votiamo a Maria, con le nostre speranze e le nostre paure, con le nostre nostalgie di bene e le nostre interiori sconfitte, con i nostri propositi e le nostre pene. Oggi la Madre – che ci è stata donata da un Crocifisso – ci accoglie tutti e ci rassicura” (Giacomo Biffi, La donna ideale, riflessioni sulla Madre di Dio, pp. 68-70).
  4. Ti auguro di progredire sempre più nella tua vita cristiana.
    Ad un certo punto troverai (ed è una grazia singolare) che non c’è modo migliore per incontrare Cristo e unirsi a Lui che con Maria, presenza attuale, materna e viva nella mirabile comunione dei Santi nella quale Cristo ci ha inseriti.
    Sono contento che il nostro sito, nel quale San Tommaso è maestro per eccellenza, ti abbia aiutato a ravvivare la fiamma che Cristo che aveva messo nel tuo cuore.

Ti ringrazio del quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo