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Quesito

Caro Padre Angelo,
al giorno d’oggi, la definizione del matrimonio come unione tra un uomo e una donna per il fine della procreazione ed educazione della prole non è più comunemente condivisa come lo era sino a qualche decennio fa.
Anzi, coloro i quali la propongono si sentono rispondere che se il fine del matrimonio fosse la procreazione allora andrebbe vietato per gli sterili (sia coloro che lo sono per patologia sia gli anziani), per i quali la procreazione non sarà mai un fine, sia per le coppie fertili che però non vogliono avere figli.
Personalmente queste obiezioni non mi convincono più di tanto ed ho provato ad elaborare alcuni argomenti contrari. Ad esempio, il fatto che le coppie eterosessuali sterili lo siano accidentalmente e non essenzialmente come quelle omosessuali, i cui componenti anzi non sono affatto sterili.
Però mi rimane una sensazione di insoddisfazione, come se le mie contro-obiezioni non siano una prova evidente dell’unicità eterosessuale del matrimonio. Esistono altri argomenti che si possono opporre al riguardo?
Un caro saluto ed un ricordo nella preghiera.
Grazie
Michele


Risposta del sacerdote

Caro Michele,
1. l’argomentazione che tu presenti non è sbagliata: l’istituzione matrimoniale non muta il suo significato perché due coniugi non realizzano la finalità procreativa.
Sarebbe come dire che la facoltà di ingegneria non è finalizzata a formare degli ingegneri perché alcuni, ricevuta la laurea, non fanno gli ingegneri.
Capita non di rado che presa la laurea non si trovi occupazione in questo campo e ci si adatti ad altro, oppure che si entri in seminario, o che si preferisca mandare avanti l’azienda del padre…

2. Tuttavia oggi la Chiesa non dice che il matrimonio sia semplicemente ordinato alla procreazione.
Il Codice di diritto canonico dice infatti: “Il patto matrimoniale con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole, tra battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di Sacramento” (can. 1055,1).

3. Pertanto due sono gli obiettivi del matrimonio: il bene dei coniugi e la generazione ed educazione dei figli.

4. San Tommaso (e non solo lui) distingueva tra il matrimonio che si sta per inaugurare (veniva chiamato: matrimonio “in fieri”) e il matrimonio già inaugurato (matrimonio “in facto esse”).
Ebbene il motivo per cui due persone decidono di mettersi insieme è il volersi bene, il mutuo perfezionamento.
Mentre l’obiettivo degli atti dell’intimità coniugale, che realizzano e manifestano la donazione vicendevole e totale dei coniugi, è di sua natura ordinato alla procreazione.

4. Mentre in passato il matrimonio veniva definito come una società permanente ordinata alla generazione dei figli (societas permanens ad filios procreandos), oggi la Chiesa stessa, mettendo in risalto il significato della mutua donazione, che è il motivo immediato per cui due persone si sposano, afferma che il matrimonio è il patto sacramentale con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla generazione ed educazione della prole.

5. Già il Concilio Vaticano II nella Gaudium et spes aveva detto che “il matrimonio è dotato di molteplici valori e fini, tutti di somma importanza (maximi momenti)per la continuità del genere umano, il progresso personale e il destino eterno di ciascuno dei membri della famiglia, per la dignità, la stabilità, la pace e la prosperità della famiglia stessa e di tutta la società umana”(GS 48).
Come si vede, il Concilio non menziona sono un fine, ma dice che il matrimonio è ordinato a molteplici valori e fini.
Certo, enumerandoli, mette davanti anzitutto “la continuità del genere umano”, e cioè la finalità procreativa. Ma insieme ci mette anche il progresso personale e il destino eterno di ciascuno dei membri della famiglia.

6. Affermando poi che il matrimonio è il patto sacramentale col quale l’uomo e la donna stabiliscono una comunità di vita e di amore ricorda che l’istituzione matrimoniale può essere fatta solo da due persone di sesso diverso perché solo nella diversità dei sessi vi è la donazione di ciò che manca all’altro e lo rende capace di perfezionarsi. Solo nella diversità dei sessi l’amore coniugale è destinato a prolungarsi e ad essere benefico per la continuità del genere umano.

Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo