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le voglio esporre alcuni miei problemi nella vita di fede e spero in un suo consiglio.
Io sono sempre stata credente e quasi sempre praticante; mi sono allontanata un po’ dalla “retta via” intorno ai 25-30 anni ma poi ho cercato di tornare a rispettare tutti i comandamenti e a ricevere i Sacramenti regolarmente.
Però io soffro del fatto che non riesco a vedere Dio e, forse anche per questo, non riesco a comunicarlo agli altri.
Mi sembra che, rispetto a quando ero bambina, sia molto più difficile cogliere la presenza di Dio anche nella liturgia. Nella parrocchia dove vado attualmente a Messa, per esempio, quasi nessuno si inginocchia alla Consacrazione. Il parroco, sinceramente, non sembra preoccuparsene; mi sembra che sia un problema solo per me. Io mi inginocchio ma non riesco a trovare la concentrazione necessaria per la preghiera perché sono abbastanza imbarazzata dal fatto che sto facendo qualcosa di diverso dagli altri (in più a volte mi dimentico di inginocchiarmi perché non ho un “popolo” da seguire ma mi devo arrangiare a capire il momento giusto)
Stessa cosa se mi inginocchio dopo la Comunione, anche qui mi sento strana e non riesco a parlare con Dio perché spesso devo stare attenta a evitare i capelli e le sciarpe delle persone che sono “svaccate” sul banco davanti al mio…
Mi spiace molto dire queste cose perché sento che in me non c’è molta carità cristiana: infatti il comportamento degli altri mi dà fastidio e mi sembra di uscire da Messa peggiore di quando sono entrata…
Stamattina, giorno feriale, sono entrata in chiesa 5 minuti (questa era l’intenzione) ma ho resistito forse 30 secondi, perché era terminata da poco la Messa del mattino e quindi c’erano alcune persone in chiesa che chiacchieravano amabilmente… per carità, avevano appena terminato la Messa quindi in un certo senso non stavano facendo nulla di male. Però di nuovo la mia speranza di raccogliermi in preghiera è stata vanificata e sono uscita arrabbiata.
Come posso riuscire a trovare Dio dentro di me anche quando è difficile esteriormente? Io so che se avessi veramente fede non avrei difficoltà a raccogliermi in qualunque condizione!
Questo mi porta ad un altro dubbio: la mia difficoltà nella preghiera può forse essere indice del fatto che non sono in grazia di Dio? Ho sempre questa paura perché mi tornano alla mente dettagli rispetto a cose già dette in confessione, che però non so se vanno detti in quanto modificano la gravità del peccato, o possono essere omessi e considerati scrupoli. Però mi sembra anche assurdo continuare a confessare gli stessi peccati già perdonati solo perché ho dimenticato di dire questo o quel dettaglio (non posso dire solo il dettaglio, perché non avrebbe senso fuori dal contesto del peccato; quindi ogni volta sento di dover ripetere tutto…)… purtroppo la mia mente è molto analitica e non mi “perdona” niente.
L’altro mio quesito è relativo al comunicare la propria fede; io lavoro in un ambiente estremamente “moderno” dal peggior punto di vista, cioè dove quasi tutti sono atei e la religione è considerata superstizione. Non c’è la minima apertura a pensarla diversamente. Io ho un carattere abbastanza timido e remissivo e, nonostante soffra sapendo che le altre persone hanno idee sbagliate, mi sento bloccata e non so dire nulla, anche perché, le rare volte che ci ho provato non ho saputo rispondere alle obiezioni (non sono brava ad esprimermi). Mi chiedo cosa potrei fare per la salvezza dei miei colleghi; leggendo le risposte in questo sito ho letto di offrire preghiera e digiuno. Ma torno al fatto che la preghiera per me è difficile per i motivi che ho esposto sopra; mi sembra di essere in un circolo vizioso in cui, appunto, Dio è lontano da me anche se sono formalmente credente.
Infine c’è un’altra cosa che volevo dirLe.
Lei e i suoi collaboratori, avete mai pensato a pubblicare un libro con (magari alcune) delle domande e risposte che pubblicate nel sito?
Io spesso mi trovo a leggere le Sue risposte al computer durante il giorno, ma mi piacerebbe leggerle in forma cartacea, magari la sera prima di dormire, per poterle meditare meglio. In realtà credo che se fosse pubblicato un libro dal sito di Amici Domenicani, avrebbe parecchi potenziali lettori! Io stessa credo che lo regalerei a qualcuno.
Volevo solo esprimerle questo mio pensiero, nella speranza che possa interessarvi.
Grazie di nuovo per il vostro servizio.
Cara Eleonora,
ti chiedo scusa anzitutto per il ritardo con cui ti rispondo, ma solo oggi sono giunto alle mail di marzo 2017.
1. La mancanza di raccoglimento non deriva necessariamente dal fatto che non si è in grazia di Dio. Vi possono essere anche altri motivi.
In primo luogo vi metterei lo stress dovuto a tanti pensieri e alla vita attiva molto intensa che porta in continuazione ad altri pensieri.
Per cui per essere raccolti durante la Messa la cosa migliore è quella di arrivare per tempo e prepararsi in ginocchio, magari recitando il santo Rosario per proprio conto.
Se la gente ti vede in ginocchio non poserà sciarpe o cappelli sull’appoggiamano del banco perché lo vede già occupato.
Se riesci già ad immergerti per conto tuo, ti diventerà più agevole metterti in ginocchio durante la preghiera eucaristica e durante la consacrazione o al ritorno dalla Santa Comunione.
Inoltre siccome l’esempio è contagioso tanto nel bene quanto nel male, è facile che qualche persona cominci a mettersi in ginocchio tra quelli che stanno vicino a te.
2. Mi dici che sei entrata in Chiesa per sostare per qualche tempo in preghiera e sei dovuta quasi scappare per la distrazione causata dalla gente che parlava.
È vero, questo dà fastidio.
Ma se tu ti fossi inginocchiata su una panca, avessi poggiato il viso tra le mani in atteggiamento di raccoglimento, oppure con capo chino avessi iniziato a dire il Santo Rosario forse quelle persone, vedendoti, avrebbero smesso di parlare o l’avrebbero fatto più sottovoce.
In ogni caso la distrazione causata dal chiacchiericcio sarebbe scivolata via o comunque sarebbe rimasta molto attutita.
3. Per la confessione: mi parli di insoddisfazione a motivo di alcuni dettagli non specificati.
Ora di per sé non è necessario accusare i dettagli, anzi se questi dettagli sono turpi non vanno neanche detti.
Se il peccato è grave è sufficiente che sia stato confessato nella sua essenzialità.
Per fare un esempio, se una persona non è sposata è sufficiente che dica: ho commesso impurità varie e ho avuto rapporti sessuali col fidanzato.
In quelle “impurità varie” ci stanno tutti i dettagli che non vanno descritti a motivo della santità del sacramento.
Se uno non è soddisfatto della propria accusa, a quelle impurità varie può sottolineare che si tratta “impurità varie e gravi”.
Il sacerdote capirà. Non chiederà nulla. È sufficiente così.
4. Ugualmente è opportuno tenere sempre il medesimo confessore, il quale se vede il penitente tornare sempre su peccati già accusati gli dirà di non tornare più sul passato e così si farà.
5. Sulla comunicazione della fede: certo l’ambiente in cui vivi rende difficile non solo comunicarla, ma anche difenderla qualora venga attaccata.
Tanto più che con una battuta è facile demolire, mentre è più difficile replicare argomentando punto per punto.
A volte conviene stare zitti. Nel frattempo ci si documenta. In questo modo l’attacco alla fede diventa motivo per maturarla in noi stessi e poi anche per difenderla.
Altre volte – soprattutto quando si vede pregiudizio e arroganza – conviene ugualmente stare zitti e pregare per quelle persone.
6. Sull’ultimo punto (pubblicare in cartaceo alcune risposte) alcuni visitatori ci hanno pensato.
Perché sicuramente c’è diversità tra il leggere in maniera fuggevole una risposta mentre si è sul lavoro e un’altra cosa è prendere in mano un libro.
Il libro asseconda maggiormente la riflessione.
Di fatto nel mese di agosto scorso un nostro visitatore ha pubblicato due volumetti di risposte sull’escatologia, e cioè sulle realtà ultime della nostra vita.
Gli estremi sono i seguenti: ANGELO BELLON, Dialoghi sull’escatologia, Fadia editori 2018.
I due volumetti assommano insieme 524 pagine e raccolgono quasi tutte le risposte inerenti al tema pubblicate fino all’agosto 2017.
7. Non è escluso che si possa fare dell’altro.
Ma questo è stato fatto soprattutto grazie all’intraprendenza del visitatore che si è messo di buona volontà sotto tutti gli aspetti.
Ti ringrazio per la fedeltà con cui segui il nostro sito, ti ricordo volentieri al Signore e ti benedico.
Padre Angelo