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Quesito
Caro Padre Angelo,
premetto che non ho niente contro gli omosessuali e chi convive, però effettivamente mi sembra che il matrimonio tra uomo e donna sia ben più solido e equilibrato anche se purtroppo lo si vede come un’unione sorpassata.
Matteo
Risposta del sacerdote
Caro Matteo,
Benedetto XVI ha ricordato che le unioni di fatto (omo o eterosessuali) sono fondate su un amore debole.
Ma lo stato deve proteggere e garantire la famiglia fondata sul matrimonio anche perché la famiglia è necessaria per lo stato per la sua sopravvivenza stessa e per la serena educazione dei figli.
Per questo il documento della Congregazione per la dottrina della fede, pubblicato il 3.6.2003 e che ha per titolo “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali“, dice:
“Poiché le coppie matrimoniali svolgono il ruolo di garantire l’ordine delle generazioni e sono quindi di eminente interesse pubblico, il diritto civile conferisce loro un riconoscimento istituzionale.
Le unioni omosessuali invece non esigono una specifica attenzione da parte dell’ordinamento giuridico, perché non rivestono il suddetto ruolo per il bene comune.
Non è vera l’argomentazione secondo la quale il riconoscimento legale delle unioni omosessuali sarebbe necessario per evitare che i conviventi omosessuali perdano, per il semplice fatto della loro convivenza, l’effettivo riconoscimento dei diritti comuni che essi hanno in quanto persone e in quanto cittadini. In realtà, essi possono sempre ricorrere – come tutti i cittadini a partire dalla loro autonomia privata – al diritto comune per tutelare situazioni giuridiche di reciproco interesse.
Costituisce invece una grave ingiustizia sacrificare il bene comune e il retto diritto di famiglia allo scopo di ottenere dei beni che possono essere garantiti per a vie non nocive per la generalità del corpo sociale” (n. 9).
Ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo