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Quesito

Caro padre Angelo,
La ringrazio molto per la sua risposta alla mia precedente e mail. Le scrivo per porle alcune domande riguardo all’orgoglio.
Sono un ragazzo di 18 anni e vivo una vita di fede; tuttavia sto cercando una certa stabilità interiore e la sto raggiungendo seguendo i comandamenti andando a messa e pregando. Tuttavia vi è una questione che non mi è molto chiara. Nella dottrina cristiana come viene giudicato l’orgoglio. O meglio qual è l’orgoglio giusto e l’orgoglio sbagliato? Io penso che l’orgoglio nella propria vita sia importante per il rispetto di se stessi e delle proprie capacità,ad esempio io giocando a calcio ho imparato che essere orgogliosi di se stessi e delle proprie capacità (senza disprezzare ne prendere in giro gli altri se sbagliano) ti da fiducia in te stesso e lo stesso discorso si può fare per il lavoro e per altre cose. Inoltre essere orgoglioso (sempre nei limiti) mi ha aiutato per molto tempo a resistere al peccato,nel mio cuore sono orgoglioso di seguire il mio signore Gesù, che e’ la vera vita e mi aiuta in tutto e di questo sono orgoglioso, dico dentro me stesso "non mollerò mai la strada che mi indica di giorno in giorno il mio Dio". A volte pero ho molti dubbi sul mio orgoglio… penso non è che esagero? che questo mio orgoglio sia sbagliato?. Io penso che l’orgoglio sbagliato sia per esempio quello in cui l’uomo si sostituisce a Dio, come hanno fatto alcuni dittatori del secolo scorso (es. Hitler). E il diavolo si e’ dannato proprio per colpa del suo orgoglio.
La prego se mi può dare consigli su come gestire l’orgoglio nella mia vita, per capire se e’ sempre un orgoglio approvato da Dio, un orgoglio sano e che non si gonfi troppo, un orgoglio costruttivo che mi aiuti nelle mie sfide (sport lavoro)  a credere in me stesso, a rapportarmi in modo corretto con gli altri, e a seguire sempre la via che il Signore mi indica. Insomma l’orgoglio giusto che Dio vuole che abbia ogni vero cristiano nella sua vita.
Attendo la sua risposta e la ringrazio davvero per il suo sito.
Le prometto un ricordo la prossima volta che dirò il Santo Rosario.
Davide.


Risposta del sacerdote

Caro Davide,
1. molto spesso quando si parla di orgoglio lo si intende come sinonimo di superbia. Ma non è così.
C’è un orgoglio che è superbo e c’è un orgoglio che potremmo definire sano orgoglio o anche “santo orgoglio”.
Di per sé, dunque, l’orgoglio non ha sempre una connotazione negativa.

2. Prendiamo come esempio San Paolo: nelle sue lettere mostra fierezza di essere ebreo. È contento di questa appartenenza etnica, di avere ricevuto una particolare formazione. È contento soprattutto di aver conosciuto Cristo. Si mostra contento di quello che ha fatto e e di quello che ha patito per lui.
La pagina in cui san Paolo si compiace di tutto questo merita di essere letta per intero. Siamo nella seconda lettera ai Corinzi: “Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza” (2 Cor 11,21-30).

3. Pertanto anche noi possiamo e dobbiamo essere contenti dei doni che il Signore ci ha dato nell’ordine della natura e nell’ordine della grazia.
In altre parole, dobbiamo essere contenti dei talenti che il Signore ci ha dato.
Questa è la prima e basilare forma di “credere in se stessi”.
Pertanto fai bene ad essere orgoglioso di aver conosciuto il Signore, di aver ricevuto la grazia di andargli dietro, di seguire Lui che è via, verità e vita.
Nel sacramento della confermazione hai ricevuto anche una forza particolare e un mandato per essergli testimone davanti al mondo.

4. L’orgoglio sano consiste dunque nella consapevolezza e nella contentezza di quanto si è ricevuto, compresa la grazia di poter soffrire per il Signore, come è avvenuto per San Paolo.

5. L’orgoglio diventa cattivo e sinonimo di superbia quando  attribuisce a se stessi ciò che abbiamo e ciò che possiamo fare, dimentichi che tutto è dono di Dio, anche la nostra cooperazione, e che avremmo potuto fare ed essere di più se avessimo accolto in pienezza la grazia che ci è stata data.
Per questo San Paolo dice: “chi si vanta, si vanti nel Signore” (1 Cor 1,31).

6. Analizzando i contenuti della superbia possiamo distinguere ulteriormente tra orgoglio sano e orgoglio superbo.
San Tommaso dice che è superbo chi si attribuisce un bene più grande di quello che ha, vantandosi di quello che non ha.
Oppure quando uno considera il bene che possiede come se lo dovesse semplicemente a se stesso, senza riconoscere il dono di Dio e la cooperazione del prossimo.
Oppure anche che lo si è ricevuto da Dio, ma per i propri meriti e cioè per le proprie capacità. Dimenticando anche qui che da noi stessi non potremmo far niente, perché è Dio che suscita in noi il volere e l’operare (Fil 2,13).
Oppure si può essere superbi perché i beni ricevuti li esprimiamo in maniera altezzosa, facendo emergere la brama disordinata di superiorità nei confronti degli altri.
Oppure anche nel cercare di apparire del tutto singolari, disprezzando gli altri (cfr. San Tommaso, Somma teologica, II-II, 162, 4).

Penso che adesso puoi avere un quadro sufficiente per poter distinguere tra orgoglio e orgoglio.
Ti auguro un sereno e Santo Natale e una buona festa per il tuo onomastico (29 dicembre).
Ti ringrazio molto per il Rosario che mi hai promesso, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo