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Quesito
Gentile Padre Angelo,
le scrivo per chiederle quali sono i rimedi per vincere l’accidia.
E’ un difetto che non riesco a correggere e che mi ostacola non poco nella preghiera e nello studio delle verità della nostra Fede (avevo intrapreso la lettura della Sacra Bibbia ma l’ho presto abbandonata).
La ringrazio fin d’ora per i consigli che potrà darmi.
Cordialmente,
Emanuele
Risposta del sacerdote
Caro Emanuele
1. Comunemente per accidia s’intende la pigrizia.
Bisogna precisare però che si tratta di una particolare pigrizia, quella che si prova nell’amare Dio, nelle cose spirituali.
Questa precisazione è importante perchè vi possono essere persone attivissime, ma che sono colpite dall’accidia, perché nella vita spirituale sono del tutto prive di fervore e di impegno.
2. Il principale rimedio per combattere l’accidia, che secondo san Tommaso consiste in un vizio contrario alla virtù teologale della carità, consiste in un amore per il Signore più forte e più intenso.
E poiché questo amore non dipende esclusivamente da noi perché è di ordine soprannaturale, è necessario domandarlo a Dio.
Gesù ha detto: “nessuno viene a me se il Padre non lo attira” (Gv 6,44).
Allora bisognerà chiedere insistentemente al Signore la grazia di poterlo amare sempre di più.
Forse anche tu conoscerai la bella giaculatoria, che riprende le ultime parole dell’atto di carità: “Signore, fà che ti ami sempre più”.
Dicono che Giovanni Paolo I la ripetesse frequentemente nei vari andirivieni della giornata.
3. È un’invocazione bella ed efficace.
I teologi ci ricordano che se noi siamo in grazia di Dio e chiediamo a Dio dei beni di ordine soprannaturale, meritiamo quanto chiediamo quasi per giustizia. Il che significa che Dio ce li deve dare.
Il motivo non è difficile da comprendere: Dio era libero di adottarci come suoi figli, e cioè di dare a noi tutto quello che ab aeterno ha dato ha suo Figlio Unigenito.
Ma dal momento che ha voluto questo, si è in qualche modo obbligato nei nostri confronti. È più o meno quello che capita a due sposi che decidono di adottare un figlio. Sono liberi di farlo. Ma dal momento che lo fanno, si obbligano nei confronti del figlio adottivo e si impegnano a dargli tutto quello che danno ai figli di sangue.
4. A questo punto si rende necessaria una prontezza da parte nostra ad accogliere questo suo dono, che in genere si manifesta con un’ispirazione all’impegno.
Questa inspirazione è una grazia. Se la riceverai con fedeltà e con prontezza ti accorgerai ben presto che ad essa ne seguono subito molte altre.
La tua vita allora conoscerà una freschezza simile a quella della primavera.
5. In particolare, al dire di san Tommaso, la molla della devozione, e cioè del trasporto e della fedeltà verso il Signore, consiste nella mortificazione, vale a dire nella capacità di fare il bene anche quando ci costa e nel privarci di qualcosa per amore Suo.
Si direbbe che quando Dio vede che lo vogliamo amare con i fatti e che siamo capaci di dimenticarci di noi stessi, subito, come in una gara di generosità, accende in noi in maniera più forte l’amore e la dedizione per Lui.
6. Per vincere l’accidia ci si può autodeterminare, oltre che nel compimento esatto del nostro dovere quotidiano, anche in quello di qualche altra pratica non richiesta.
Potrebbe essere un servizio costante fatto per amore di Dio in casa o fuori casa, oppure anche una particolare pratica di pietà, come ad esempio il Rosario tutti i giorni.
7. Venendo al tuo caso specifico, mi dici che hai intrapreso diverse volte la lettura della Bibbia e non l’hai mai portata a termine.
A questo proposito giova ricordare che la Bibbia non è come uno degli altri libri, che vanno letti da principio, perché diversamente se ne capirebbe poco.
Ma è un insieme di libri.
La parola Bibbia deriva dal greco biblìa, che è il plurale di biblos, che significa libro. La Bibbia è dunque un insieme di libri.
Allora forse il miglior metodo di leggerla consiste nel cominciare dai Vangeli e nell’andare avanti col nuovo testamento.
Poi, di anno di anno, magari nel tempo di quaresima o di avvento, ti puoi applicare a leggere un libro dell’Antico Testamento, impegnandoti con un capitolo al giorno.
Così, dopo qualche anno, ti troverai ad averla letta tutta.
Ti saluto cordialmente, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo