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Quesito
Buongiorno Padre Angelo,
mi chiamo Domenica, seguo la sua rubrica da diverso tempo, anche se con frequenza saltuaria. Le scrivo per chiederle chiarimenti personali sulle esequie.
Nella parrocchia dove abito, a motivo della pandemia di covid-19, non si celebrano più funerali in chiesa (quelli tradizionali con la S. Messa) escluso qualche rarissimo caso, ma al loro posto liturgie esequiali al cimitero. Sono consapevole della pandemia in corso e delle precauzioni che occorrono, tuttavia questo fatto è per me motivo di dolore, perché mi sembra che non si accompagnino nel momento dell’ultimo congedo né il defunto né i suoi famigliari con tutti i tesori spirituali che la Chiesa può loro elargire. Oltre all’aspetto spirituale mi pare che sia sottratto ai famigliari anche un aspetto di conforto umano dato una ritualità condivisa, perché attraverso gesti conosciuti da tutti ciascuno si adopera, pubblicamente e come può, per non lasciarli soli nel lutto e salutare il defunto.
Al funerale a cui ho assistito al cimitero, non è stata celebrata la Liturgia della parola, ma dal diacono sono state recitate alcune preghiere e poi è stata benedetta la bara con la salma all’interno e, mi sembra, il loculo. Il mio parroco ha detto che fare i funerali in chiesa è una tradizione pressoché solo italiana, generalmente si fanno delle liturgie esequiali al cimitero, senza S. Messa e che queste liturgie esequiali al defunto non tolgono nulla. Attualmente per il defunto la S. Messa è celebrata in chiesa come S. Messa di settima. Premesso che passo per una “tradizionalista” (aggettivo che alcune volte mi sembra usato come simpatico sinonimo per dire “retrograda”), io penso che se nelle esequie tradizionali si celebrava la S. Messa in chiesa un motivo ci sarà stato e dal momento che sono molto ignorante in merito, mi rivolgo a lei per chiederle alcuni chiarimenti:
1) Cos’è nella sua dimensione sostanziale il rito delle esequie?
2) Quanti ne esistono?
3) In che cosa consiste la loro specificità, soprattutto sotto l’aspetto spirituale?
4) È vero che solo in Italia si fanno i funerali come siamo abituati a conoscerli (con la S. Messa in chiesa)? E la S. Messa di settima, come si inquadra nel discorso delle tradizioni locali? Ha qualche riferimento, anche su internet, da consigliarmi sulle esequie e le sue tradizioni?
5) Come stare accanto a chi partecipa a questi funerali “non tradizionali” e dipanare le loro perplessità?
6) Ha un qualche consiglio per noi fedeli su come comportarsi in questa situazione di assenza di “funerali tradizionali”? Ha consigli o altro che lei ritenga importante circa la vicinanza, da parte della comunità parrocchiale, a chi ha subito un lutto e, per la pandemia, non riesce a salutare il caro scomparso come vorrebbe?
Nel ringraziarla anticipatamente,
assicuro a lei ed al suo staff il mio ricordo nella preghiera
Domenica
Risposta del sacerdote
Cara Domenica,
1. la storia dice che in tutti i popoli si è cercato di dare onoranze ai defunti.
Anche la Chiesa fin dall’inizio ha voluto onorare coloro che in terra furono tempio dello Spirito Santo e ha inteso esprimere la carità nei loro confronti attraverso le preghiere e suffragi perché le loro anime, ulteriormente purificate, potessero giungere al più presto in paradiso.
2. In antico, i corpi, com’era costume presso gli ebrei e i romani, venivano lavati, si faceva qualche unzione con aromi e si accendevano
Il tutto era accompagnato da salmi e preghiere, e in particolare dalla celebrazione della Messa, che, sembra, veniva celebrata direttamente in cimitero come sappiamo con certezza che avvenne per Santa Monica, madre di Sant’Agostino, al cimitero di Ostia.
3. Talvolta però la Messa si celebrava anche in Chiesa con gran concorso di popolo soprattutto se i fedeli erano richiamati dalla dignità del defunto o dalla santità della persona.
Sappiamo che per Sant’Ambrogio i funerali furono celebrati nella basilica da lui stesso costruita.
4. La consuetudine di celebrare la Messa in Chiesa si rafforzò quando i cimiteri, soprattutto nei paesi, erano nelle adiacenze della chiesa.
Tuttavia non dovunque le esequie erano accompagnate dalla celebrazione della Messa, soprattutto quando queste venivano fatte nel pomeriggio e la Messa poteva essere celebrata solo di mattina, essendo obbligatorio il digiuno dalla mezzanotte anche da una sola goccia d’acqua.
In tal caso le esequie si facevano in chiesa senza Messa.
Questa veniva celebrata il mattino dopo oppure nel giorno terzo della morte.
Un’altra Messa veniva celebrata nel giorno settimo, nel trigesimo e nell’anniversario.
5. Le esequie erano sempre accompagnate dall’aspersione dell’acqua dall’incenso azione e dal suono delle campane.
Durando di Mende nel secolo XIII scrisse un’opera intitolata Rationale in cui riporta lo svolgimento dei riti della liturgia e il loro significato.
A proposito dell’aspersione dell’acqua scrive: “Questa aspersione allontana le influenze maligne del nemico” (Rationale, VII, 75).
L’incensazione indica le virtù e le buone opere del defunto che vengono offerte a Dio e nello stesso tempo l’efficacia delle preghiere fatte per lui.
6. Anche i cimiteri e le tombe venivano benedetti perché i corpi dei figli della Chiesa riposassero in terra santa.
La preghiera che si recitava in passato era la seguente: “Concedi ai corpi dei tuoi servi, che saranno portati in questo cimitero, una riposante dimora, e mettili al riparo da ogni attacco degli spiriti malvagi.
Riposino qui in pace, nella speranza loro concessa dalla tua risurrezione e dalla misericordia della tua redenzione.
Benedici questo cimitero preparato per il riposo dei corpi dopo la vita fino al giorno del giudizio, nel quale tu, o Signore, ci farai risuscitare dalla polvere alla gloria”.
Sì benediceva anche solennemente la croce del cimitero con queste parole: “Benedici questa croce perché essa sia di scudo contro i crudeli attentati del nemico”.
Poi la si aspergeva e mentre veniva incensata il sacerdote diceva: “santifica questo incenso perché il suo profumo mette in fuga i demoni e allontani tutte le insidie del nemico”.
Sostanzialmente ho risposto alle tue domande.
Adesso ti auguro ogni bene, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo