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Quesito

Caro Padre Angelo,
vorrei sottoporle alcune difficoltà che incontro nella preghiera:
1) – ogni qualvolta vengo a conoscenza di devozioni verso Gesù o verso la Madonna o verso altri Santi mi sento spinto a praticarle, ma non riesco a discernere se questo impulso debba essere seguito oppure no. Se decido di non praticare la devozione mi sento come se non avessi risposto ad un invito del Cielo, se decido di praticarle (e spesso è così) mi sembra di considerare il Cielo come un mercato in cui più si paga, cioè più si prega e più si ottiene.
2) – Tutta la mia giornata è costellata di preghiere e di pratiche che si sono accumulate nel corso del tempo, e questo sarebbe certamente un bene se fosse fatto con lo spirito giusto. Ma non penso che sia così per me. Infatti se un giorno non posso adempiere ad una devozione per motivi di forza maggiore o perché mi dimentico allora recupero dicendone due il giorno dopo. Appare chiaro quindi come la preghiera sia stata declassata al pari della moneta negli scambi commerciali, ma se il giorno dopo non dico la doppia preghiera allora mi sento come se avessi tradito le aspettative del Cielo.
3) – Analogamente, se durante una preghiera mi distraggo la ricomincio da capo. Ovvio che questo rende la preghiera più che una gioia uno stillicidio ma non mi sento sereno se non lo faccio.
4) Di fronte ad una difficoltà mia o di un amico/parente, spesso mi viene l’idea di dire un rosario in più allo scopo. Se non aderisco a questa idea, e per esempio mi limito ad aggiungere una intenzione al rosario quotidiano, mi sembra di non aver fatto il mio dovere. Se invece, come quasi sempre avviene, aderisco all’idea di recitare un rosario aggiuntivo so di aver alimentato il “mercato della preghiera”.
Avrei bisogno dei suoi consigli per essere aiutato ad effettuare il giusto discernimento.
Ringrazio e prometto preghiere


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. le varie pratiche di pietà che via via si sono aggiunte nella tua vita hanno avuto l’effetto di mantenerti in un clima di preghiera. E questa è una realtà molto bella.
Penso che per te la preghiera non sia affatto un peso, ma un’esigenza della tua anima.
Ormai preghi molto. E questa quantità di preghiere non la senti opprimente, nello stesso modo in cui per un pesce non è opprimente stare in molta acqua (l’espressione l’ho presa dal Santo Curato d’Ars).

2. C’è tuttavia nella tua vita una tendenza allo scrupolo: come il ripetere le pratiche se si fossero dimenticate nel giorno precedente, e poi pensare di aver fatto mercato nella preghiera.
Sicché rimani insoddisfatto.
Io ti direi di comportarti così: se certe pratiche le hai dimenticate, non ripeterle.
Ti direi di fare la stessa cosa se le hai tralasciate per un giorno a causa di eccessiva stanchezza.
Anche il lavoro e la stanchezza offerta senza lamentarsi possono essere preghiera (si tratta di un’oblazione continua).
Inoltre se vai distratto, non ripetere la preghiera. Se ti metti su questa china, non te la cavi più. Le nostre distrazioni sono pressoché continue. Inoltre, al dire di san Tommaso, non fanno perdere il merito.

3. Quando senti che qualcuno può aver bisogno di una preghiera supplementare puoi farlo, se ne hai il tempo.
Diversamente, anziché aggiungere un altro Rosario, dal momento che forse ne dici già parecchi (o comunque hai tante altre devozioni), potresti aggiungere alla preghiera una penitenza, come ad esempio dire il Rosario in ginocchio oppure in ginocchio sul nudo pavimento (questo però lo puoi fare solo in segreto, dove nessuno ti vede). Oppure dire una preghiera più breve, come la Coroncina della Divina Misericordia.

4. Per altre questioni (ad esempio come comportarti di fronte a nuove devozioni o giaculatorie) avresti bisogno di un direttore spirituale e stare alla sua obbedienza.
Vedo che sei un pò inclinato allo scrupolo. Non devi assolutamente prendere questa deriva. San Filippo Neri diceva: “Scrupolo e malinconia via da casa mia”. E san Giovanni Bosco: “Tutto ciò che turba e porta via la pace, non viene da Dio”.

Ti ringrazio molto delle preghiere che mi prometti. Non ti chiedo di aggiungerne delle nuove. Metti solo il pensiero durante il Santo Rosario, durante la Consacrazione e la Comunione.
Sono contento di fare anch’io la stessa cosa per te in questa giornata.
Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo