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Quesito
Caro Padre Angelo,
le dispiacerebbe spiegarmi bene il concetto di voto?
Ogni promessa fatta è voto? E se vengono fatte così, sull’onda dell’emozione o comunque alla leggera, cioè senza ponderare bene le difficoltà e il significato stesso dell’impegno che si assume? E se si dimenticano le promesse fatte proprio perché fatte per esempio quasi a riparazione di un comportamento che si sa essere sbagliato per la dottrina della chiesa, perché ci si vergogna profondamente e si crede di far quasi più bella figura con Dio invece di chiedergli scusa?
Ogni volta che si parla con Dio e parlando con lui ci si propone di non avere un determinato comportamento è voto?
Il confessore può perdonare un non adempimento del voto?
Grazie
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. in una risposta ad un nostro visitatore avevo scritto:
“1. La promessa o anche il proposito è un impegno che ci prendiamo col Signore.
La promessa è l’impegno a comportarsi in un determinato modo e talvolta contiene in sé il timore che forse si verrà meno a quanto si è deliberato. Certamente il venir meno costituisce un peccato: infatti non ci si può prendere gioco di Dio.
2. Il voto invece si fa non solo per rendere più forte l’impegno, ma anche per trasformare l’azione o la vita in un atto di lode per il Signore.
L’essenza del volto consiste in questo: nel trasformare l’azione o anche la vita di una persona dedicandola esclusivamente alla maggior gloria di Dio, al suo culto.
Indubbiamente ha un valore più grande della promessa e non si può fare se non vi è la certezza morale di poterlo osservare.
È dunque logico fare un voto quando si sa che si potrà esservi fedele”.
2. Il voto viene definito “promessa deliberata e libera di un bene possibile e migliore”.
“Deliberata” significa che non ci si è lasciati prendere dall’emozione ma che si sono soppesate tutte le eventualità.
Diversamente, anziché essere deliberata, potrebbe essere definita irresponsabile.
Per questo si consiglia di emettere un voto privato solo dietro consultazione del confessore, per non trovarsi poi a mal partito.
3. Le deliberazioni o i propositi di vita che facciamo trattando con Dio e anche nella confessione sacramentale non sono propriamente voti, ma promesse, propositi.
4. I confessori possono assolvere le infrazioni ai voti.
Ma non possono dispensare dai voti fatti, a meno che siano parroci o di grado superiore al parroco.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo