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Quesito

Caro Padre Angelo,
seguo da tempo il sito un sacerdote risponde.
Ho iniziato un cammino di fede nel 1996 e grazie a Dio sono riuscito a tagliare molti rami secchi.
Purtroppo, tra alti e bassi, combatto con la seguente debolezza: non riesco ad essere temperante alcune volte nel dominare l’istinto sessuale.
Premetto che ho … anni e sono sposato felicemente dal … dopo un fidanzamento di … anni, quindi con mia moglie ci conosciamo da ben 48 anni.
Il tempo passa, la vita corre, siamo anche nonni di un nipote.
Pur rendendomi conto che il tempo ci ha trasformati anche fisicamente, do ancora molta importanza ai rapporti sessuali coniugali, per cui pur amando mia moglie, forse ancor di più rispetto ai primi anni di matrimonio, avverto alcun volte che fisicamente c’è un calo di attrazione verso mia moglie pur desiderandola, per cui alcune volte per rinfocolare il desiderio faccio ricorso alla sola visione di immagini di donne nude. Mi rivolgo a Lei per sapere dal punto di vista della morale religiosa quale gravità riveste tale atteggiamento solo, ripeto solo, funzionale ad un atto sessuale onesto ed appagante.
La ringrazio ed attendo la sua risposta.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. Intanto mi compiaccio per il tuo matrimonio e anche per la preziosa presenza di un nipotino, che è un vero dono del Signore per tutti.

2. Desidero sottolineare anche l’importanza di un’affermazione che hai fatto: “pur amando mia moglie, forse ancor di più rispetto ai primi anni di matrimonio”.
Questo è bello perché la donazione vicendevole infine deve produrre anche questo frutto: di farvi amare ancora più degli inizi del matrimonio.
Ognuno di voi due è per l’altro testimonianza viva di una donazione e di una dedizione che dura da quasi cinquant’anni ed è sempre crescente.
Sì, potete dire, e non con frase convenzionale, che siete felicemente sposati.

3. Venendo invece al problema che mi hai posto io vorrei sottolineare il valore della castità anche all’interno del matrimonio.
È vero che i rapporti coniugali sono sempre leciti se sono compiuti secondo il disegno di Dio.
Ma lo sguardo di donne nude anche solo per stimolarsi a compiere l’atto coniugale è la stessa cosa che ridurre una persona ad oggetto di soddisfazione della propria libidine.
Non dobbiamo dimenticare l’insegnamento del Signore: “Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5,28).

4. A questo proposito Giovanni Paolo II ha detto: “A causa della concupiscenza che si è impadronita del cuore, l’essere personale dell’altro è ridotto nella sua intenzionalità (diviene solo oggetto di appagamento), perché colui che guarda in questo modo ha già rinunciato alla verità del suo essere personale. Egli è colui che fa uso o fruisce dell’altro. In una parola: la modalità dell’esistere delle due persone non corrisponde più alla loro verità originale, al loro ‘principio’. L’uomo che guarda non riconosce più il significato sponsale del suo corpo e del corpo altrui: si deforma il reciproco “per”, che perde il suo carattere di comunione delle persone a favore della funzione utilitaristica” (Uomo e donna lo creò, p. 16).

5. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ha detto che la pornografia è peccato grave (CCC 1354).
Ora il fine, per quanto buono, non giustifica mai i mezzi.

6. È più conveniente invece accettare le leggi della natura con i limiti che impongono.
Esse ci ricordano la provvisorietà della vita presente e il nostro impegno di santificazione, che infine è l’unica cosa che ci portiamo dietro per la vita eterna.

7. Nello stesso tempo non si deve dimenticare che il nostro avversario, anche sotto parvenze di bene e di lecite giustificazioni, vuole insidiare la purezza del nostro amore. Non c’è alcuna età in cui si arrenda.
Ora la pornografia, sebbene sul momento si possa pensare di dominarsi e conservare l’autocontrollo, entra in maniera sottile nella nostra mente e nella nostra memoria e inizia a imbrattare il nostro interiore e anche a creare una certa dipendenza.

8. Non è così che si deve pensare o guardare al corpo dell’altro.
Ogni corpo è stato creato per diventare tempio di Dio. Come tale dobbiamo guardarlo, immaginarlo e amarlo.
Ridurlo ad un mezzo di stimolazione erotica è come profanarlo. E per quello che lascia in chi lo guarda infine conduce anche a profanare se stessi.

Ti ringrazio per la fiducia e anche per l’umiltà nel porre la tua domanda.
Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo