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Quesito

Buonasera padre Angelo,
sono Nunzia, le ho scritto tempo fa per richiedere il cingolo.
Oggi le scrivo per farle una domanda sul matrimonio misto.
Ho letto le delucidazioni che lei ha fatto in proposito e mi è venuto in mente di porgerle una domanda riguardo il mio matrimonio nello specifico.
Io e mio marito Giovanni siamo sposati da quasi 9 anni (il 15 agosto prossimo) con rito cattolico misto dal 2015,
io cattolica, lui battezzato, comunicato, ma non praticante, scienziato, possibilista, sedicente ateo (sicuramente è lui che catechizza me per la sua bontà e umanità).
La mia domanda è: il matrimonio misto tra due battezzati si può fare?
E’ questo un dubbio che mi ha fatto venire una mia amica, dicendomi appunto che tra due battezzati il matrimonio misto non ha senso e potrebbe essere convertito in matrimonio cattolico a tutti gli effetti.
Nella mia ignoranza chiedo a lei.
Nel frattempo mio marito dopo un pellegrinaggio in Terra Santa sta subendo una metamorfosi, penso che la grazia di Dio stia portando i suoi frutti.
Ha intrapreso il corso di cresima per adulti perché in vista della nascita di nostro nipote a breve potremmo essere chiamati a fare da padrini.
Penso che Giovanni in qualche modo stia cercando davvero Dio.
Del resto con me che vado a messa tutti i giorni, Rosario tutti i giorni, confraternita del SS Rosario… insomma mi ha sposato consapevole che Gesù e la preghiera sono per me essenziali.
Scusi se l’ho disturbata.
Attendo una sua risposta, se potrà.
Buona e santa serata
Nunzia


Risposta del sacerdote

Cara Nunzia, 
1. il tuo matrimonio è un vero matrimonio sacramento e non un matrimonio misto.
Matrimonio misto è quello che si fa tra un battezzato e uno non battezzato. Per essere celebrato ha bisogno di una dispensa da parte del vescovo
Tuo marito invece, sebbene sedicente ateo (come scrivi) è battezzato. Pertanto non avete avuto bisogno di alcuna dispensa.

2. Sono contento dei frutti del tuo impegno nella vita cristiana. Finalmente si sta smuovendo qualcosa nel cuore di tuo marito.
Pregare significa rendere presente il Signore con la sua potenza salvatrice.

3. Pregare per gli altri significa la stessa cosa: renderlo presente nella loro vita con la medesima potenza salvatrice.
Gli altri possono resistere e tenere Nostro Signore fuori dalla loro vita perché sono liberi. 
Ma se sono onesti e aperti alla verità, infine si smuovono.
Gesù ha detto: “Invece chi fa la verità viene verso la luce” (Gv 3,21). Fare la verità significa essere onesti, non vivere nel peccato ed essere aperti alla verità.

4. A proposito del riavvicinamento di tuo marito mi piace ricordare quanto attesta la Sacra Scrittura: “Allo stesso modo voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti, perché, anche se alcuni non credono alla Parola, vengano riguadagnati dal comportamento delle mogli senza bisogno di discorsi, avendo davanti agli occhi la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti – ma piuttosto, nel profondo del vostro cuore, un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. Così un tempo si ornavano le sante donne che speravano in Dio” (1 Pt 3,1-5).

5. È un testo pieno di speranza,
Il biblista domenicano Marco Sales commenta: “(San Pietro) vuole che esse  (le mogli) li guadagnino alla fede con la loro vita santa e obbediente, piuttosto che con le loro parole e con le loro esortazioni”.

6. È il medesimo insegnamento dato anche da San Paolo: “Una donna che abbia il marito non credente, se questi acconsente a rimanere con lei, non lo ripudi. Il marito non credente, infatti, viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente” (1 Cor 7,13-14).

7. Piace concludere con l’ultimo versetto della lettera di San Giacomo: “Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverà dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati” (Gc 5,19-20).
Coprirà una moltitudine di peccati: secondo gli interpreti, si tratta dei peccati di chi si converte e anche dei peccati di colui che induce alla conversione.
Secondo la Bibbia di Gerusalemme annota: “La carità fraterna può ricondurre gli smarriti a conversione e, nel giorno del giudizio, gioverà molto anche a colui che la esercita”.

Con questo bell’augurio per te e per tuo marito, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 

Padre Angelo