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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
innanzitutto un vivissimo grazie per la sua preziosa rubrica, un vero faro di sapienza in questi tempi difficili che seguo sempre con grande interesse.
Le scrivo perché vorrei un chiarimento in merito alla benedizione pasquale delle case in questo periodo di Quaresima. Ho letto in una sua precedente risposta che benedire nuovamente degli oggetti che siano già stati benedetti non avrebbe senso e che in questo caso si deve chiedere al sacerdote di farlo sub condicione. Ma per quanto riguarda la propria casa che viene benedetta tutti gli anni durante la Quaresima come stanno le cose? È anche in questo caso una benedizione sub conditione?
Le assicuro le mie preghiere e le chiedo una sua benedizione, per me e la mia famiglia.
I miei migliori auguri per la prossima Santa Pasqua.
Paolo
Risposta del sacerdote
Caro Paolo,
1. Le benedizioni date dai ministri di Dio, per quanto concerne i loro effetti, possono essere costitutive o invocative.
Quando sono costitutive imprimono nella persona o nelle cose un certo carattere sacro, nel senso che le sottraggono all’uso profano e le destinano al culto divino (così ad es. la benedizione di una badessa, di una chiesa, di un oratorio, dei vasi sacri, di oggetti, delle corone del rosario).
Quando sono invocative domandano a Dio un bene spirituale o temporale.
2. Le benedizioni derivano la loro efficacia dalle preghiere della Chiesa.
Le benedizioni costitutive ottengono infallibilmente il loro effetto.
Pertanto le candele, le ceneri, i rami di ulivo, le medaglie e altri oggetti, le corone del rosario e le statue che sono state benedette hanno ricevuto una benedizione che c’è il segno permanente davanti agli occhi di Dio della preghiera della Chiesa fatta su di essi.
Ovunque sono posti conservano tale potenza, anche se chi li porta con sé non avesse molta fede.
Questa benedizione rimane per sempre, a meno che non avvenga una grave profanazione o una corruzione dell’oggetto benedetto.
3. Le benedizioni invocative, soprattutto quando si tratta di beni temporali, sono subordinate alle disposizioni del soggetto e alle disposizioni della Divina Provvidenza.
Queste benedizioni, anche quando si concludono con la formula “rimanga sempre”, non sono infallibili perché dipendono molto dalle disposizioni del soggetto, il quale nel frattempo può voltare le spalle a Dio e spalancare le porte al suo avversario, soprattutto quando commette un peccato grave.
4. La benedizione delle case, come del resto anche la benedizione che si dà alle persone, è una benedizione invocativa. Non consacra le case, come non consacra le persone che vi abitano.
Non sono date sub conditione, ma si tratta di una nuova benedizione.
Anche la benedizione che si riceve al termine della Messa è una nuova benedizione, sebbene sia stata ricevuta molte altre volte.
Ogni qualvolta viene data, produce un effetto nuovo, e in misura più abbondante a seconda della disposizione con cui si riceve.
5. Le parole usate per benedire la casa sono tutte parole invocative: “Vieni, Signore, a visitare questa casa, tieni lontano le insidie del nemico. Manda il tuo santo Angelo a visitare, proteggere, difendere tutti gli abitanti di questa casa.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen”.
6. È sempre un bene rinnovare la benedizione delle case perché, come ricorda la Sacra Scrittura, “il nostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1 Pt 5,8).
Né va dimenticato che tanto le persone quanto le loro abitazioni possono essere esposte alle cattiverie degli uomini.
È una benedizione che libera da eventuali infestazioni e malefici.
7. Merita di essere sottolineato infine, come ricorda San Tommaso, che il segno della croce allontana il demonio e se viene fatto con l’acqua benedetta lo tiene lontano.
Ti ringrazio di aver richiamato l’attenzione sulla preziosità di questo sacramentale.
Molto volentieri benedico te e la tua famiglia.
Contraccambio anch’io i migliori auguri per la prossima Santa Pasqua e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo