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Gentile Padre Angelo Bellon,
vorrei ricevere alcuni chiarimenti in merito alla celebrazione delle nozze durante la Quaresima. In particolare cosa significava il divieto di celebrare le nozze in forma solenne durante il periodo di Quaresima? La celebrazione delle nozze erano quindi del tutto proibita in questo periodo di preparazione alla Pasqua?
Spesso soprattutto tra gli anziani esiste la ferrea convinzione che in questo periodo sia impossibile sposarsi (a volte supportati dall’atteggiamento di alcuni sacerdoti che di fatto scoraggiano le nozze in tale periodo), ma a quanto mi è dato sapere, tale divieto non esiste più (se non per il Venerdì Santo e il Sabato Santo). Vorrei se possibile sapere di più sull’argomento.
La ringrazio e le porgo i miei più cordiali saluti
Gabriele
Risposta del sacerdote
Caro Gabriele,
1. In passato c’era un precetto della Chiesa che suonava così: “Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti”.
Il precetto non vietava le nozze, ma vietava di dare solennità alle nozze nei tempi penitenziali, quali quelli di avvento e soprattutto di quaresima.
Il motivo è facilmente intuibile. Le nozze, in quanto tali, comportano la festa, il banchetto e un banchetto che sia degno delle nozze.
Alle nozze non è lecito essere col volto o con atteggiamento dimesso.
Questo era il motivo principale.
Anche in passato dunque si concedeva di celebrare le nozze in tempo di quaresima e di avvento, soprattutto se vi era una certa urgenza, ma senza solennità.
2. La disciplina della Chiesa oggi è mutata.
La disciplina della Chiesa deve essere una disciplina che vale per tutto il mondo.
E può capitare che in certe regioni della terra il tempo più favorevole e più mite per le nozze sia proprio quello della quaresima quando il gran caldo è passato (come può succedere nell’emisfero sud del continente) o prima che il tempo diventi del troppo caldo e afoso, come può capitare in certe zone tropicali.
3. Rimane tuttavia preziosa l’indicazione data che viene dal passato.
Il tempo di quaresima invita alla penitenza, la quale, insieme con un carattere purificatorio, ne ha anche uno espiatorio.
Beninteso, l’espiazione per i nostri peccati l’ha compiuta tutta Gesù Cristo e l’ha compiuta in maniera sovrabbondante. Tuttavia ad essa manca il farla nostra.
E la si fa nostra non soltanto col pensiero e la volontà, ma partecipandovi sia con l’anima che col corpo, perché la persona umana non è fatta solo anima, ma di anima e di corpo.
4. Colgo l’occasione per pubblicare i cinque precetti della Chiesa, così come sono presentati dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
Come puoi notare non compare più la proibizione di celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti.
Essi sono preceduti da una dichiarazione importante: “Il carattere obbligatorio di tali leggi positive promulgate dalle autorità pastorali, ha come fine di garantire ai fedeli il minimo necessario nello spirito di preghiera e nell’impegno morale, nella crescita dell’amore di Dio e del prossimo” (CCC 22041).
5. Eccoli in ordine (CCC 2042-2043):
“Il primo precetto (« Partecipa alla Messa la domenica e le altre feste comandate e rimani libero dalle occupazioni del lavoro ») esige dai fedeli che santifichino il giorno in cui si ricorda la Risurrezione del Signore e le particolari festività liturgiche in onore dei misteri del Signore, della beata Vergine Maria e dei Santi, in primo luogo partecipando alla celebrazione eucaristica in cui si riunisce la Comunità cristiana, e che riposino da quei lavori e da quelle attività che potrebbero impedire una tale santificazione di questi giorni.
Il secondo precetto (« Confessa tutti i tuoi peccati almeno una volta all’anno ») assicura la preparazione all’Eucaristia attraverso la recezione del sacramento della Riconciliazione, che continua l’opera di conversione e di perdono del Battesimo.
Il terzo precetto (« Ricevi il sacramento dell’Eucaristia almeno a Pasqua ») garantisce un minimo in ordine alla recezione del Corpo e del Sangue del Signore in collegamento con le feste pasquali, origine e centro della Liturgia cristiana.
Il quarto precetto (« In giorni stabiliti dalla Chiesa astieniti dal mangiare carne e osserva il digiuno ») assicura i tempi di ascesi e di penitenza, che ci preparano alle feste liturgiche e a farci acquisire il dominio sui nostri istinti e la libertà di cuore.
Il quinto precetto (« Sovvieni alle necessità della chiesa ») enuncia che i fedeli sono tenuti a venire incontro alle necessità materiale della chiesa, ciascuno secondo le proprie possibilità”.
6. In passato il quarto proibiva di celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti. Il secondo e il terzo “confessarsi almeno una volta all’anno e fare la Comunione a Pasqua” erano accorpati
Adesso, tolto il quarto, il secondo e il terzo sono stati disgiunti cosicché questi precetti (che venivano chiamati “generali”) della Chiesa rimangono ancora nel numero di cinque.
Ti ringrazio del quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo