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Quesito
Buonasera padre,
molti papi di tanto tempo fa non sempre hanno avuto una vita splendida e conforme al loro dovere: potere mondano, corruzione e tanto altro.
La mia domanda è questa: non si sarebbe persa la successione di Pietro con questi papi che in quel tempo salivano al soglio di Pietro per puro potere e non per occuparsi delle anime di Dio?
Gesù intendeva comunicare un potere spirituale e non materiale.
Aspetto che mi illumini, grazie e buona serata.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la successione apostolica, vale a dire il potere divino trasmesso tangibilmente attraverso l’imposizione delle mani, non viene cancellato da una cattiva condotta.
La successione apostolica è garantita da quel sigillo o carattere che viene impresso nell’anima al momento dell’ordinazione sacra.
2. Questo sigillo o carattere è indelebile.
Tale sigillo o carattere non rende santa una persona, ma la abilita a compiere azioni che solo Dio può fare, quali il rendere presente Gesù Cristo con il suo sacrificio sull’altare nella celebrazione della Messa e la remissione dei peccati.
Si può andare all’inferno anche con il potere conferito dalla successione apostolica.
3. La Chiesa può sospendere una persona dal celebrare i divini misteri (è la cosiddetta sospensione a divinis che talvolta viene inflitta ad alcuni presbiteri) ma non può eliminare dall’anima questi divini poteri che Dio stesso gli ha infuso.
4. Si tratta di un discorso analogo a quello del sigillo o carattere infuso nei sacramenti del Battesimo e della Cresima. Anche questo sigillo è indelebile.
Tale sigillo non rende immune dal peccato e dalla possibilità di andare all’inferno, ma abilita una persona a celebrare il culto della religione cristiana e a trasformare le proprie azioni in un atto di lode a Dio, di supplica e di perdono.
5. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ne parla in questi termini: “Poiché indica l’effetto indelebile dell’unzione dello Spirito Santo nei sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Ordine, l’immagine del sigillo (in greco sfraghìs) è stata utilizzata in certe tradizioni teologiche per esprimere il carattere indelebile impresso per questi tre sacramenti che non possono essere ripetuti” (CCC 698)
6. Ancora: “I tre sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Ordine conferiscono, oltre la grazia, un carattere sacramentale o sigillo in forza del quale il cristiano partecipa al sacerdozio di Cristo e fa parte della Chiesa secondo stati e funzioni diverse. Questa configurazione a Cristo e alla Chiesa, realizzata dallo Spirito è indelebile; essa rimane per sempre nel cristiano come disposizione positiva alla grazia, come promessa e garanzia della protezione divina e come vocazione al culto divino e al servizio della Chiesa. Tali sacramenti non possono dunque mai essere ripetuti” (CCC 1121).
7. Forse è utile per qualcuno riportare quanto San Giuseppe Cafasso, direttore spirituale di San Giovanni Bosco, disse del sacerdote che si trova all’inferno.
Ecco le sue testuali parole: “Il Vangelo parla della condanna e dannazione di molti, del servo inutile, del ricco epulone; ma solo di Giuda il Divin Redentore proferì questa terribile sentenza: “Meglio per lui se non fosse mai nato” (Mt 26,24). E benché la si possa applicare ad ogni dannato, è sempre vero che in particolare maniera fu applicata dalla bocca infallibile di Nostro Signore a un apostolo e ad un prevaricatore. (…).
Ciò posto, figuriamoci di essere sulla porta dell’inferno e ognuno faccia a se stesso a questa domanda: chi è quel dannato? Di chi è quell’anima che sta lì in quelle fiamme? È l’anima di un sacerdote! Quello che un giorno vestiva le mie divise, adesso non le ha più, è all’inferno; quello che un tempo celebrava all’altare, sedeva in quei tribunali di penitenza, saliva su quei pulpiti, ora ha cessato da queste funzioni, ora si trova all’inferno… Quello che forse ho avuto compagno nelle scuole, nei seminari, negli stessi miei divertimenti, è tanto tempo che è morto ed è all’inferno. (…).
Possibile che quella stella che doveva brillare nel bel cielo della Chiesa militante in terra e trionfante in cielo sia caduto in quello stagno di fuoco e di zolfo già nominato nell’Apocalisse?
Sì, purtroppo “è caduta dal cielo una grande stella”.
Possibile che colui il quale teneva nelle sue mani le chiavi dell’abisso vi sia poi precipitato egli stesso e rinchiuso?
Possibile che chi la faceva come da Dio in terra, che ne faceva le veci, ne dispensava le grazie, sia ora divenuto il suo nemico, spogliato da ogni autorità, diseredato, cacciato fino al di sotto dei demoni all’inferno?
Ed è questo, fratelli miei, lo stato essenziale della dannazione, il costitutivo formale dell’inferno per un sacerdote” (Esercizi spirituali al clero, pp. 141-142).
8. Pertanto, la cattiva condotta non fa perdere il potere dell’Ordine né interrompe la successione apostolica.
Per acquisire questo potere è sufficiente l’intenzione, anche se lo si vuole usare in maniera perversa.
Anche Giuda accettato di essere apostolo e lo è stato.
Ti benedico, ti auguro una fruttuosa festa del Corpus Domini e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo